La storia di un individuo. Il destino dell’umanità. Una storia struggente, ironica, apocalittica e fantastica. Due piani temporali. Oggi e domani. Un futuro prossimo. Possibile. Distopico. Una narrazione circolare, dove la solitudine dell’anima e della società si mescolano in un racconto senza apparente via di fuga. Un uomo che mette a nudo le sue paure, la difficoltà di vivere. Un uomo fragile, che si trascina. Un crescendo di emozioni che lo porteranno apparentemente lontano.Siamo a Firenze. Nella Firenze di oggi e in quella di domani, che non è più Firenze. È un’altra cosa. Com’è un’altra cosa tutto il Mondo. Un Mondo gestito dalla fredda mente dell’Intelligenza Artificiale. Ma non tutto è perduto se affrontato con sagacia ed ironia.
Perché ho scritto questo libro?
Ho scritto questo libro per la ragione più banale di sempre. Non potevo farne a meno. Scrivere mi ha fatto piangere, ridere e sognare. Scrivere questo libro ha tenuto con me ancora per un po’ il mio grande amore. Scrivere questo libro mi ha messo a nudo. Ha messo a nudo le mie delusioni e le mie paure. Presenti e future.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Forse un giorno il mio cervello finirà in un laboratorio, dentro un barattolo di vetro sotto formalina, con sotto una targhetta in ottone con su scritto: Cervello d’innamorato cronico. Incurabile. Forse qualche brillante mente scientifica ipotizzerà anche la teoria secondo la quale il cervello dell’innamorato cronico incurabile è suddiviso in quattro parti. Un po’ come le fasi. Ogni parte, un amore. Tre grandi amori, tre parti, la restante quarta per tutto il resto, per pensare, muoversi, ridere, mangiare, parlare, cacare, piangere… Quindi l’innamorato cronico incurabile, potrebbe avere, secondo questa innovativa teoria, tre possibilità d’amore, e solo tre, non essendoci posto per una quarta nel cervello, già occupata dal resto, cioè pensare, muoversi, ridere, mangiare, parlare, cacare o piangere… Ma come ogni teoria deve essere dimostrata e pone altri interrogativi. Cosa accadrebbe alla mente dell’innamorato cronico incurabile qualora s’innamorasse per ben quattro volte e non tre? Forse perderebbe tutte le altre facoltà? Non potrebbe più pensare, muoversi, ridere, mangiare, parlare, cacare o piangere, ma solo amare? Teoria azzardata e non comprovata. O forse le tre parti si adatterebbero lasciando spazio alla nuova storia d’amore e questo senza perdere la facoltà di pensare, di muoversi… vabbé lo sapete. Un po’ come la teoria dell’evoluzione Darwiniana ma riferita al cervello del povero innamorato cronico. Ma Darwin a parte, io non credo ci siano molti dubbi sul fatto che il mio sia un cervello da studiare. Purtroppo non per le mie grandi doti, ma per il solo fatto che tutte le mie storie d’amore sono state fortemente penalizzate dal mio modo di pensare. Non esagero credetemi. Sono sempre stato con la testa proiettata al futuro. E questo non sarebbe un male in assoluto, se non avesse sempre e costantemente condizionato il mio presente e quello di colei che mi stava accanto in quel momento. Non riesco a godermi l’oggi, ecco il mio grande problema. Penso sempre a cosa potrebbe o dovrebbe accadere domani. Quando frequentavo la mia ultima Lei ho sempre fantasticato su quale bellissimo futuro ci avrebbe atteso, senza però pensare troppo alla ben più concreta realtà del presente. Per questo la mia ultima storia d’amore, può davvero somigliare ad un romanzo di fantascienza. Fantascienza apocalittica naturalmente, anche se rivista in chiave leggermente più romantica, perché credo fortemente che la differenza tra presente e futuro sia labile, sottile, impercettibile. Come credo che lo sia quella tra fantascienza ed amore. Amore e fantascienza sono due facce della stessa medaglia. Perché cosa c’è di più imprevedibile e fantastico dell’amore? E non vale forse la stessa cosa anche per la fantascienza? Ecco quindi che proverò a raccontare la mia vita. Parlerò dei miei amori. Ma soprattutto della mia ultima, bellissima e tragica storia d’amore. La racconterò al passato e in un possibile ma cupissimo futuro.
tommaso Bianchi (proprietario verificato)
Favola neoromantica ambientata in un futuro disumanizzato, solo preludio a una certa e irreversibile “Odissea spaziale”. Un’umanità che si ostina a cercare l’autentico in un mondo fatto di imperfezioni.
Valeria Cirillo