Ho notato negli anni che, nonostante la maggior parte delle persone nutra interesse verso il tango argentino, i più non proveranno mai a impararlo e questo perché pensano che il tango sia difficile.
Su Youtube e in spettacoli dal vivo, vediamo dei grandi professionisti che ci ispirano con le loro esibizioni, ma che ci danno l’impressione che sia un ballo irraggiungibile. Troppo complesso. Ma se ci pensiamo bene, le cose stanno davvero così?
Penso che il tango argentino abbia una sua logica e quando la capiamo, tutto diventa più facile e intuitivo. E io sono qui per aiutarti ad entrare nella sua mentalità, a pensare da “tanghero/a”.
A questo punto nascono spontanee delle domande. In particolare, ci sono 3 interrogativi interessanti che in passato mi hanno posto dei lettori, prima di acquistare i miei libri e che penso possano aiutarti a capire cosa aspettarsi da me.
1. “A cosa serve leggere un libro di ballo?”. Già, è una domanda valida, soprattutto per chi è abituato ad altri generi.
Ti rispondo, anzi, ti racconto una storia che fa capire molto bene il senso di quanto imparerai:
Quando avevo 24 anni, sono andato per la prima volta a vedere uno spettacolo di lirica: era l’Aida, all’Arena di Verona. Con l’ambientazione egiziana, le scenografie erano mozzafiato: c’era un’enorme piramide che si apriva e venivano fuori i personaggi in costume. Non me lo aspettavo. Ero a bocca aperta.
In tutto questo, io però ero da pochi anni in Italia, e non m’intendevo per niente di opera. Soprattutto non conoscevo la trama dello spettacolo che avevo davanti a me, non capivo il vero valore di ciò a cui stavo presenziando. Infatti, dopo l’incantesimo iniziale delle scenografie e i costumi, ahimè, ricordo di avere dormito molto, per poi svegliarmi con un terribile torcicollo.
Ho imparato la lezione e per le volte successive, mi sono organizzato meglio e mi sono fatto spiegare la storia che avrei visto sul palcoscenico da chi la lirica l’ama. Così, quando in seguito, mia moglie e la sua mamma mi raccontavano le storie della Traviata, della Bohème e di tante altre opere, mi trasmettevano la loro passione e io mi immaginavo le scene e i personaggi che poi avremmo visto in scena.
Oggi, quando vediamo uno spettacolo, mi posso godere tutte le sfumature e le emozioni che vivono i personaggi. Si tratta insomma, di tutta un’altra esperienza…e il mio collo ringrazia 😉
Ecco, allo stesso modo, trovo che una cosa sia imparare i passi di ballo senza sapere nient’altro e tutta un’altra storia sia scoprire il tango attraverso gli occhi e il cuore di chi il tango lo ama.
Dopo che avrai letto questo libro, di tutto quello che imparerai sulla pista da ballo, potrai trarre il massimo beneficio, perché ne capirai pienamente il valore. Capirai il “perché” di quello che stai imparando e avrai l’ispirazione necessaria ad essere costante e migliorare sempre di più.
Non male, vero?
2. “Ma come si scrive un libro di ballo?”. Ci sono diversi modi, ma quello che preferisco è prendere dei concetti ed elaborarli attraverso esempi e racconti. Trovo che sia il modo più facile e divertente per affrontare un argomento.
Tra l’altro, questo libro non è un manuale con descrizione di passi. Tienilo presente. C’è tutta la seconda parte del libro che è dedicata all’ “Enciclopedia tanghera”, nella quale tratto i movimenti più caratteristici del tango: dai più eccentrici a quelli più classici: volcadas, colgadas, barridas, sacadas, boleos, sandwich, ochos e tanto altro. In ognuno di questi, tratto dei concetti, eppure non mi soffermo a descrivere i passi.
Perché? Qualche anno fa durante una festa a scuola, abbiamo fatto un gioco: io leggevo a voce alta la descrizione di una figura di tango argentino, come scritta nel manuale, e le coppie dovevano fare quanto descritto. Le risate. Le coppie facevano di tutto tranne quello che intendeva l’autore. Ho imparato anche questa lezione.
Se la bravura dei ballerini è quella di far sembrare facile ciò che è difficile… Beh, secondo me la bravura di un maestro di ballo, è sapere insegnare in modo facile anche ciò che sarebbe difficile. Con questo in mente, ho trattato ogni argomento in questo libro: troverai sia concetti fondamentali, che avanzati. Ed entrambi verranno approcciati in modo “altamente digeribile”.
3. “A chi è indirizzato questo libro?”. Mi dirigo a persone come i nostri allievi: adulti con o senza esperienza, che vogliono godere dei vantaggi che offre il ballo. Benefici come:
- Migliorare il proprio stato di salute ed essere più in forma.
- Fare nuovi amici e migliorare la propria vita sociale.
- Staccare dalla quotidianità e liberarsi dallo stress.
- Potere dire di “sì” ad un invito a ballare, o potere invitare altri a ballare.
- Acquisire più sicurezza in sé stessi.
- Migliorare la propria postura e presenza fisica.
- Fare un’attività stimolante, un hobby appassionante.
E più specificamente, scrivo a chi il tango lo sente nelle viscere. Non necessariamente perché lo conosce bene, ma perché lo sente affine. Se ti piace guardare il tango argentino su Youtube, se ti piace la sua musica, se ne riconosci la connessione di coppia, beh, questo libro ti farà impazzire 😉
Giacomo Zanieri (proprietario verificato)
Ciao Giuliano, ti avevo detto che ti avrei scritto cosa penso dei tuoi libri, li ho letti tutti e due.
Il primo libro mi ha dato la sensazione come se delle lezioni della A.M. fossero diventate un libro, le lezioni, degli insegnamenti in forma cartacea, il linguaggio è semplice, è giusto così perché anche chi non balla il tango argentino deve capire, ma è un linguaggio che va in profondità, che coinvolge.
Il secondo libro, anche questo si capisce bene ma è più complesso, mi piace quando dici che il tango è enigmatico, parli dell’abbraccio e quindi guida e corrispondenza, mi piacerebbe che tu ci parlassi in modo più approfondito di queste cose, magari nel prossimo libro?!
A me viene in mente che quando si vedono ballare due ballerini quello che si vede non si può capire, solo loro sanno sentendo i loro corpi, la guida, la corrispondenza che ci sono, cosa possono produrre agli occhi degli spettatori, mi piacciono queste situazioni così diverse, tra chi balla e chi osserva, tra dentro e fuori l’abbraccio.
È bello quando paragoni il ballo in generale (e anche il tango argentino) a situazioni che ci sono tra uomo e donna in amore.
Tu dici che l’uomo è cacciatore e io dico che la donna è pescatrice, pesca gli uomini, nel senso che nella vita, ma anche quando va a ballare cerca di essere attraente, seducente, così che gli uomini siano interessati a lei.
Modi diversi di porsi nel ballo secondo se si è uomo o donna, nel ballo “comanda” l’uomo, così come nella vita un uomo deciso, che sa cosa fare suscita fascino nelle donne ma nel ballo deve mettere la donna a proprio agio e anche nella vita per una donna è importante in delle situazioni farsi condurre, trovare nell’uomo un appoggio importante.
A un certo punto sempre nella guida parli di vedere e sentire.
Anche qui mi vengono in mente situazioni uomo/donna in amore, quando si fa l’amore nell’uomo conta molto vedere, guardare, per la donna è molto importante sentire, in delle posizioni la donna non vede neanche il suo uomo ma sente, e poi per lei è importante sentirsi desiderata, lasciarsi andare.
Il ruolo di chi segue, uomo o donna che sia, (intendo nel tango argentino, per altri balli o meno informazioni) secondo me dovrebbe essere approfondito di i più nelle scuole di tango per farlo apprezzare di più sia a chi guida che a chi segue.
È vero che chi guida ha un ruolo affascinante, ma secondo me vedendo due ballerini ballare rimane più impresso quello che fa la donna che quello che fa l’uomo, come metafora direi che l’uomo è il fantino e la donna è il cavallo, guardando una corsa è più bello vedere il fantino o il cavallo?
Il cavallo certamente.
Un’altra cosa di chi segue, siccome non deve pensare tanto alla guida, può vedere la situazione nella ronda, se per esempio chi guida si avvicinasse troppo a un’altra coppia o una coppia si avvicinasse troppo a loro fare qualcosa per mantenere un buon ballo, senza interruzioni.
Grazie per questi spunti che mi hai dato.
A presto.
Luigi Mineo (proprietario verificato)
Un libro sicuramente da leggere per appassionati e non, che porta il lettore nel cammino affascinante della danza e del tango argentino. Una scrittura fluida ricca di episodi ed emozioni personali che la rende piacevole e coinvolgente come un romanzo.
L’autore, Giuliano Scarpati ,che ho la fortuna di conoscere e frequentare come insegnante di ballo è riuscito a coniugare la sua passione per la danza con la sua indubbia capacità professionale dando vita ad un libro che insieme all’aspetto tecnico da importanza a quello che è l’essenza del tango argentino:
l’empatia e la magia dell’astrarsi dal mondo sull’onda della musica.
Perla Collini
Chiara Del Pace (proprietario verificato)
Per un tanghèro appassionato non sarebbe stato neppure pensabile attendere fino ad agosto 2024 per leggere l’attesa seconda opera di Giuliano Scarpati sul tema del tango argentino. Realizzata una sorta di “dispensa” scolastica, ricordo di remote epoche non digitali, già la lettura dell’anteprima si è rivelata appassionante. L’Autore guida il lettore nel magico e complesso mondo del tango argentino con mano leggera e linguaggio piano – che rivela lo scrittore di razza – facendo spesso richiamo ad episodi d vita vissuta. Ma ciò non tragga in inganno: dietro la facciata di apparente semplicità, oltre che solide cognizioni tecniche, vi è tutto un mondo poliedrico di sensazioni, anche tattili, emozioni, sentimenti che l’Autore riesce a rappresentare egregiamente indicando anche le chiavi utili per addivenire alla comprensione dei meccanismi più reconditi di questo ballo affascinante. Così come riesce a far comprendere come e perché nello spazio di due minuti (la durata di un ballo), fra due persone – al limite estranee fra loro – possa scattare un qualcosa (l’ ”Empatia”) per cui, in quell’istante, la dimensione spazio-tempo perda significato e la coppia di ballo viva un caleidoscopio di emozioni meravigliose che vanno dal ricordo, alla passione, alla sensualità, al calore, all’amicizia, al senso di protezione, praticamente tutto l’umano sentire. Dopo le prime due parti dedicate a temi fondamentali quali la Connessione e l’Empatia il libro chiude con una terza parte dedicata all’Enciclopedia Tanghèra: sono i fuochi artificiali finali che fanno venir voglia di ballare, saltare e volare in pista. Ma, come insegna proprio l’Autore, questi sono elementi ornamentali belli, divertenti e spettacolari ma non necessari. Per un tango bello ed emozionante per lo spettatore può essere sufficiente una coppia perfettamente connessa, fortemente empatica che compia semplici passi base ed una lunga, lunga camminata elegante. Libro assolutamente da leggere, e subito, sia per i ballerini che per coloro che non lo sono ed ancora non sanno cosa si perdono …
Chiara Del Pace