Una telefonata. E da lì la fine. La fine della serenità per Caterina, una giovane donna di ventun anni, costretta ad affrontare una corsa contro il tempo per raggiungere una persona a lei tanto cara. E poi il fallimento e il dolore per non essere arrivata in tempo, per non avercela fatta. Ciò le causerà un rimorso costante e una nostalgia infinita.
La stessa che prova Lilina quando comprende che sta per morire. Ed è così che, su quella vecchia poltrona, comincia a pensare a tutta la sua vita: alle sofferenze, all’amore perduto e ritrovato, alle gioie per i suoi figli e ai fallimenti interiori.
Le due donne hanno molto in comune. Più di quanto tanti anni di differenza possano far credere.
Il tuo nome sussurrato ai miei sensi è tratto da una storia vera, è una storia che le due protagoniste hanno vissuto sulla propria pelle e che, in qualche modo, le ha cambiate.
PROLOGO
14 febbraio 2016
Avete idea di ciò che si prova quando vi sferrano un colpo inaspettato? Un colpo deciso, simile a un pugno, che ha la potenza di strapparvi il cuore dal petto per poi spezzarlo in mille pezzi?
Questo è ciò che ho provato quel giorno. Fu quella maledetta telefonata a togliermi fiato e forze cambiando per sempre la mia vita.
Era stato un giorno come tutti gli altri fino alle undici e un quarto circa, una normale domenica in viaggio con Alessandro, insieme verso nuovi luoghi.
Quel giorno ci trovavamo a Formia, a circa un’ora e mezzo di distanza da casa, in un hotel le cui stanze più affascinanti davano sul mare. Quando arrivammo lì il giorno precedente ero felicissima, mi sentivo una bambina alla quale avevano regalato la bambola dei propri sogni. Quel luogo mi garantiva una sensazione di spensieratezza, e con lo stesso spirito misi in pratica il mio rituale da stanza d’albergo: osservare la disposizione della stanza e la vista che mi offre, studiandone ogni minimo particolare. Mi prodigai verso il balcone e tirai su l’avvolgibile con un po’ di fatica, l’hotel a quattro stelle aveva uno stile un po’ antico e tali erano anche gli infissi. Dopo aver fatto l’ultimo sforzo per poter godere del panorama, pensai che ne era valsa la pena. La vista era entusiasmante e il mare, con il suo movimento ondoso, così delicato quanto infinito, sembrava quasi voler raggiungere il balcone, tanto gli era vicino. Cominciai a scrutarlo senza riuscire a evitare di incantarmi di fronte a tale meraviglia, e la mia mente cominciò a viaggiare: pensai alle cose belle della vita, all’amore per la mia famiglia – della quale anche Alessandro faceva parte da quasi cinque anni –, ai baci rubati, agli abbracci desiderati, ai sorrisi che ti cambiano la giornata, ma nonostante ciò provavo una strana sensazione di sconforto. Ero la donna più felice del mondo eppure sentivo che qualcosa stava per accadere, avvertivo il timore che qualcosa di negativo potesse abbattersi su di me da un momento all’altro. Ma cosa? Non sapevo darmi delle risposte, per cui cercai di liberarmi da quella bizzarra percezione allontanandomi dal balcone, privando i miei occhi color nocciola di quella vista mozzafiato e distraendomi disfacendo la valigia di quelle poche cose che avevo portato.
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Il resto della giornata passò in una maniera del tutto normale e altrettanto fu la serata. Stanca per quel breve viaggio, la sera mi addormentai profondamente.
Il mattino seguente mi svegliai con una strana angoscia senza comprenderne il motivo, era la stessa che avevo provato il giorno prima quando i miei occhi avevano osservato l’infinità del mare.
Alle undici e venti tutta la felicità del giorno precedente si trasformò in nostalgia e tristezza. Ricevetti la notizia che tanto temevo: lei stava per lasciarci.
L’ansia e la paura di non arrivare in tempo aumentavano al diminuire dei chilometri che ci dividevano. Più andavamo avanti e più sembrava che non arrivassimo mai. Ero consapevole che fosse praticamente impossibile riuscire a farcela: la mia corsa contro il tempo si sarebbe conclusa senza alcuna vittoria.
Osservavo l’orario sul cellulare che tenevo stretto tra le mie mani e speravo di non ricevere la conferma di quel timore angosciante. Nell’attesa non riuscivo a tranquillizzarmi: il cuore mi batteva talmente forte che sembrava volesse uscire dal petto, sentivo un forte dolore allo stomaco e alla pancia – una sensazione d’ansia difficile da far sparire – e avevo gli occhi pieni di tristezza e lucidi per le lacrime, a cui non lasciavo spazio pur di non mostrare la mia fragilità. Non potevo permettermi di crollare perché mi ero ripromessa di essere forte.
In quell’auto che sembrava non muoversi mai, il silenzio faceva da padrone: se mi fossi concessa il lusso della parola, le lacrime avrebbero solcato il mio viso. Non potevo permettermelo, volevo celare le mie debolezze a lui, la mia metà, l’uomo che desideravo soltanto rendere felice. Essere forte era la mia missione perché vedermi soffrire lo avrebbe fatto stare male. La sola cosa che gli permettevo di fare era stringermi la mano, come per trasmettermi tutta la sua forza affinché io non crollassi un’altra volta. E quello mi bastava. Non servivano parole. Non gliele chiedevo. Mi bastava quel suo dolce gesto per capire che lui era pronto a sostenermi ancora.
Tutto si fermava, però, ogni volta che osservavo il paesaggio intorno a me: era come se dimenticassi le brutte sensazioni che il mio corpo stava provando e mi tornassero alla mente i ricordi più belli della mia infanzia. Ero assorta con il pensiero in uno di quegli attimi sereni quando il telefono squillò. Capii così che avevo ufficialmente fallito: avevo perso una delle corse più importanti della mia vita.
Mancava poco al mio arrivo. Ciò che mi divideva dalla porta di entrata di quel luogo tanto amato e tanto odiato non era che una dozzina di passi. Ognuno di essi era sempre più difficile da compiere. Ormai sapevo. Sarei crollata. Percorrendo quegli ultimi dodici passi continuavo a farmi forza, pensavo a come superare quell’ostacolo, e ripetevo a me stessa che ce l’avrei fatta ancora. Dovevo farlo per le persone che mi amavano. E, dunque, anche per lei.
Compiuti quei fatidici passi, entrai.
Era lì. Non mi guardava, non mi sorrideva, non mi mostrava le sue emozioni. Non poteva farlo. La sola nota positiva era poterla finalmente vedere, posare il mio sguardo su di lei prima di ogni altra cosa. Lei si trovava lì, ma non emanava la gioia che provava nel vedermi come faceva ogni volta che andavo a trovarla. Non vedevo nei suoi occhi la felicità che captavo anche quando lei non parlava. Non sentivo il calore delle sue mani né quello di un suo abbraccio. Non vedevo il suo sorriso che mi comunicava il bene che mi voleva. E, cosa più difficile da accettare, non sentivo la sua voce. Lei si trovava di fronte a me che, inerte, la osservavo.
E fu in quel momento che crollai. Gli occhi si svuotarono delle lacrime che erano state trattenute con tanto impegno. Le braccia tremavano per la collera. Non sentivo altro che un vuoto incolmabile, eppure non potevo smettere di guardarla. Volevo osservarla, nella pace in cui si trovava in quel momento, per non dimenticare quanto era stata bella, dolce e sensibile. E per ricordare il suo volto per sempre.
Era come osservare un luogo caro o, ancor meglio, le rovine di un posto che in determinati momenti della nostra vita è stato importante e ha suscitato in noi sensazioni uniche. Guardare le macerie di un luogo ci fa pensare a come esso sia stato un tempo. E io ricordavo quanto lei fosse stata perfetta in passato. Richiamavo alla mente tutti i momenti migliori che avevamo vissuto, e loro si trascinavano dietro anche i peggiori, perché con lei avevo condiviso la mia vita in pienezza. Avrei volto scacciare il male per tenere solo il bene, ma non riuscivo ad allontanare quei pensieri dalla mente. Tutto ciò era quasi una tortura. Provavo sentimenti forti, contrastanti, e detestavo provarli perché ero consapevole di non poterli più rivivere, ma al tempo stesso li amavo perché erano tutto ciò che, ormai, mi restava di lei.
Avrei voluto scappare, appartenere a un’altra vita, provare qualcosa di più intenso per soffocare lo sconforto che stavo vivendo. Ma non potevo. Era accaduto, e qualsiasi cosa avessi fatto non avrebbe cambiato il mio dolore.
Avevo fallito e non potevo rimediare.
greta-guerrieri
Un libro che si basa su un legame.
Uno di quei legami che nemmeno la morte ti può sottrarre.
Il legame tra nonna e nipote.
Questo romanzo si basa su una storia vera, quella dell’autrice, in cui durante un viaggio con il suo fidanzato, riceverà la fatidica chiamata che le sconvolgerà per sempre la vita: la perdita di una persona a lei molto cara.
Nonostante la corsa contro il tempo, tutto si rivelerà inutile e vari sensi di colpa affliggeranno la ragazza che per un breve periodo, non riuscirà a darsi pace.
All’improvviso, vari ricordi inizieranno ad avanzare in lontananza e verremo catapultati dentro il passato della nonna. Dove la nipote, tramite racconti e ricostruzione (tramite visite) dei paesi della parente, ci rifarà rivivere tutta la sua storia, dalla nascita fino alla fine, come se avessimo avuto l’occasione così, di conoscerla anche noi.
Un racconto toccante ed emozionante che consiglio a tutti per la bellezza che emana e la passione con cui è stato scritto.
Mariarosaria Guido (proprietario verificato)
EMOZIONANTE. Ho avuto l’onore di acquistarlo e leggerne le bozze. Ho le lacrime agli occhi. Questa storia ti entra nell’anima. È la storia di una donna forte che ha combattuto contro il suo destino in una vita apparentemente normale, ma carica di coraggio. Bellissimo. È uno di quei pochi libri che leggerò più e più volte.
alexys.tenshi94
“Il tuo nome sussurrato ai miei sensi” è la storia di due donne: Caterina e Katia.
Katia sta provando con tutti i mezzi a raggiungere Caterina prima che arrivi il terribile momento della separazione finale. Sfortunatamente il tempo e la fortuna non sono dalla sua parte ed arriva troppo tardi. Il rimorso e il senso di colpa la colpiscono, ma Katia è una ragazza forte e determinata a ricordare per sempre Caterina e la sua vita… ed ecco che ricerca il suo passato per metterlo nero su bianco in queste pagine.
D’altro canto abbiamo i capitoli dove la voce narrante è Caterina, che ci parla della sua dura vita, che ha affrontato sempre con coraggio anche quando tutto sembrava perduto.
Caterina ha avuto molti dolori nel corso della sua gioventù, ma anche molte gioie e tanto amore. In anni per niente facili, soprattutto per le donne, Caterina combatte per il bene della sua famiglia, per l’amore di suo marito e contro le ingiustizie (private e pubbliche) che hanno accompagnato la sua vita.
In Caterina troviamo l’amore puro di una madre per i figli, e proprio in quelle righe non ho potuto non sorridere e farmi scaldare il cuore.
Questo libro è stato davvero doloroso ed emozionante. Scoprire la vita di Caterina non è stato facile, assorbire il suo dolore e (fortunatamente) anche le sue gioie ha lasciato nel mio petto un vuoto perché comprendere che Caterina ormai non è più sulla Terra, dopo aver passato tutti questi anni senza mai fermarsi veramente, fa riflettere sulla vita e su come viverla al meglio, senza farsi abbattere dalle piccole cose che sembrano enormi problemi.
Sono davvero felice di aver ricevuto la bozza da Caterina, un breve ma intenso romanzo che merita tanto.
Paola Mazzocchi (proprietario verificato)
Ho letto l’anteprima e qualcosa ha catturato la mia attenzione. L’argomento trattato, lo stile della scrittura asciutto. Attendo di leggerlo tutto, una volta pubblicato e so già che mi farà provare emozione.
Sono sicura che riuscirà a far sedimentare in me un dolore che anch’io porto dentro.
Patrizia Ferri
Katia riceve una telefonata inaspettata e da lì una corsa contro il tempo per raggiungere una delle persone che le è più a cuore ma purtroppo perde la corsa e arriva troppo tardi e questo fallimento le causa ancora più dolore e non farà altro che aumentare i sensi di colpa e la mancanza, stessi sentimenti che proverà Caterina quando sa che sta per morire e passa l’ultimo periodo della sua vita a riflettere su ogni cosa della sua vita e a ricordare ogni evento soprattutto quelli più significativi.
Caterina è una donna forte, una donna che ha subito e affrontato tante tante tante sofferenze ma è sopravvissuta a tutto, non ha mai mollato neanche quando la vita stava diventando impossibile. Ha superato tutte le sofferenze e ha sempre amato, cercando sempre il bene per gli altri e mai per se stessa. Una donna ricca di valori soprattutto quello della famiglia alla quale è sempre stata fortemente legata fino all’ultimo respiro.
Katia e Caterina hanno molto in comune e nel romanzo ripercorriamo la storia di Caterina grazie a tutte le ricerche e alle scoperte che ha fatto Katia sul suo passato, sempre curiosa e bisognosa di conoscere la sua vita.
Un libro scorrevole e dallo stile semplice che fa emozionare, colpisce dritto al cuore e ti strappa lacrime dagli occhi, soprattutto nelle ultime pagine.
Abbiate il coraggio di amare. Sempre. Perché l’amore ci salva. Abbiate il coraggio di capire. Perché comprendere qualcuno è molto più difficile di giudicarlo. Abbiate il coraggio di essere umili. Perché l’umiltà è la base di tutto.
Perché ha scritto questo libro?
Fondamentalmente ha scritto questo libro per liberarsi da un dolore più grande di me. È stato il suo punto debole a rivelarsi poi una forza. Avete mai provato il bisogno di sentire vivo qualcuno che non potete più abbracciare, qualcuno che vi ha reso la vita tanto bella da non poter immaginare un’esistenza senza i suoi sorrisi e i suoi abbracci? È per questo che ha scritto questo libro, per renderla viva agli occhi di tutti più di quanto lei la senta viva in sé.
– Dal blog: Leggere per respirare
Federica
Un romanzo breve ma ricco di emozioni e sentimenti forti. Alla riscoperta del vero sapore della vita. Una narrazione fluida e scorrevole ci porta ad un finale emozionante e commovente. Consigliato per chi ama leggere di vita vera, di amori antichi e autentici, di emozioni forte e di dolore. Un bel romanzo che ci porta a conoscere una donna forte, che la vita più volte ha messo alla prova.
marialucia.caparelli (proprietario verificato)
Due storie. Due anime legate l’una all’altra da un legame indissolubile che va oltre la vita. Katia e Caterina simili più di quanto possano credere. Un viaggio alla ricerca di una storia che non si vuole dimenticare ma ricordare. Caterina una donna forte, coraggiosa, che ha sofferto ma che è rinata. Cresciuta in un periodo storico difficile, in cui essere donna era quasi una colpa. Caterina è il suo coraggio che l’ha salvata. Un libro commovente, scorrevole, riflessivo. Da leggere e assaporare lentamente con accanto una bella tazza di tea.
marialucia.caparelli (proprietario verificato)
Due donne. Due storie. Due anime legate l’una all’altra da un legame indissolubile che va oltre la vita. Katia e Caterina simili più di quanto possano credere. Un viaggio alla ricerca di una storia che non si vuole dimenticare ma ricordare. Caterina una donna forte, coraggiosa, che ha sofferto ma che è rinata. Cresciuta in un periodo storico difficile, in cui essere donna era quasi una colpa. Caterina è il suo coraggio che l’ha salvata. Un libro commovente, scorrevole, riflessivo. Da leggere e assaporare lentamente con accanto una bella tazza di tea.
Anonimo
Una scrittura splendida… si legge tutto d’un fiato… Ma la cosa che ho apprezzato maggiormente è come le emozioni riescono ad arrivare al lettore. Mi ha completamente rapita emozionandomi parola dopo parola, riga dopo riga. I miei più grandi complimenti all’autrice che sono certa scriverà ancora romanzi in grado di conquistare chiunque.
Marina (proprietario verificato)
Due donne: antica una, moderna l’altra.
Tra questi poli si snoda una storia d’amore che, come una matrioska, ne contiene altre cento.
Storia commovente e ben raccontata con un taglio cinematografico che alterna le immagini in seppia a quelle in digitale… un inno alla vita e all’amore, antico, fuori moda e quanto mai prezioso e necessario oggi.
Brava Caterina!
rosannafrecentese572 (proprietario verificato)
Originalità, umiltà, amore sono le parole racchiuse in questo libro… Una lettura che vi farà vivere in tempi passati e che vi coinvolgerà fino all’ultima frase. Lo consiglio!
erikapalermo9085 (proprietario verificato)
Un libro ben scritto, si legge tutto di un fiato… ti rende parte della storia e riesce a farti commuovere.. Si percepisce la rabbia, l angoscia,a tratti amarezza e anche e soprattutto l amore.. L amore che tanto può.. e si sente odore di limoni,polpette e basilico..