«Be’? Non hai niente da dire?» La donna lo sollecitò, ondeggiando la pistola di fronte a sé.
«Che cosa vuoi che ti dica, Alice? Due suoi scagnozzi mi hanno prelevato quando stavo per rientrare in casa, mesi fa. Era molto incuriosito da te, dalla tua attività… Di come sei riuscita a farti strada così rapidamente, e al di fuori del suo radar.»
«E tu? Cosa gli hai detto?»
«Cosa vuoi che gli abbia detto? Niente! Gli ho detto che sono solo un tizio che lavora al locale, che non ho nessuna informazione al riguardo.»
«E lui – e stiamo parlando di Bob, eh! – ti ha lasciato andare così, senza, che so… neanche tagliarti un dito, o un orecchio?»
«Al! Alice! Ti giuro, non gli ho detto niente!»
L’uomo poggiò con veemenza le mani sulle ginocchia, sporgendosi in avanti. Il ciuffo di capelli biondi, di solito composto, si riversò sulla fronte, incollandosi alla pelle sudata.
La bionda scosse la testa una volta, poi abbassò l’arma.
«Io mi fidavo di te…»
«Alice, per favore…»
«Fammi finire!» urlò. «Perché mi dovete sempre interrompere?» E alzò le braccia al cielo.
L’uomo si zittì. Nel locale il silenzio era assoluto.
«Dicevo… Mi fidavo di te. Eri il mio braccio destro, e credevo davvero che tu avessi fiducia in me. Mi sbagliavo. Puoi alzarti» aggiunse, indicando l’uscita con la testa.
«Davvero?»
«Cos’è che non capisci di “Puoi alzarti”?» rispose, stizzita. «Vattene, e non farti mai più vedere.»
L’uomo si alzò e si voltò verso l’uscita. Ma nel farlo ci mise una frazione di secondo di troppo, e fu così che la donna lo vide.
Quando lui fece per scendere dal palco, lei gli sparò un colpo dritto alla nuca, e il chiacchiericcio che si era levato poco prima s’interruppe improvvisamente. Tutti la stavano guardando.
Alice fece per scendere dal palco, ma la donna la bloccò per un braccio.
«Era proprio necessario?» le bisbigliò.
La bionda si liberò con uno strattone, la voce era calma, ma dentro ai suoi occhi potevi scorgere un terremoto in atto.
«Sì, lo era!» le sibilò in faccia.
Scese con un piccolo balzo dal palco, passò attraverso alcuni degli uomini, salì sopra uno sgabello e, da lì, saltò sopra al bancone. Voleva che tutti riuscissero a osservarla per bene, voleva far capire chi è che stava sopra.
Li squadrò uno per uno e fu lieta di vedere che erano pronti ad ascoltarla e a farlo sul serio. Anche Lou aveva smesso di pulirsi i denti e aveva sistemato il pugnale dentro la fodera sulla cintura.
«Ascoltatemi attentamente, perché non mi ripeterò. Ho grandi progetti per questo posto, per me… e, quindi, per tutti coloro che vorranno seguirmi, e il piano è già in moto. Ma se qualcuno pensa di potermi tradire, se qualcuno crede che non abbia le palle grandi a sufficienza per poter arrivare in alto… be’, questo è quello che succede a chi mi sottovaluta.» E indicò l’uomo morto con un cenno della pistola, che teneva ancora stretta in pugno. «Quindi, adesso, vi do l’opportunità di scegliere. Potete scegliere se stare con me, sotto di me, e guadagnare un po’ di grana e di potere, oppure potete andarvene. E, per questa volta, solo per oggi, potrete farlo con le vostre gambe e senza buchi in fronte. A voi la scelta, signori!»
Per qualche secondo lungo un’eternità nessuno si mosse, nessuno parlò. Poi Lou si staccò dal muro da cui non si era spostato per tutto il tempo, estrasse il pugnale dalla cintura, si avvicinò al bancone e, giunto di fronte ad Alice, fece un segno d’assenso e le depositò l’arma ai piedi. Un’offerta alla dea Athena. La donna accennò un sorriso compiaciuto e ricambiò il gesto con la testa.
Due colossi, identici, le teste lucide come due sfere di cristallo, si tolsero le pistole dalle fondine e seguirono l’esempio del collega.
In un istante, Alice si ritrovò circondata dalle armi di tutti gli uomini presenti.
«Bene» disse, senza aggiungere altro.
Scese dal bancone e si diresse verso il cadavere. L’uomo era rivolto, scomposto, a faccia in giù. Sotto di lui, un lago di sangue che si allargava, disegnando cerchi concentrici. Con la punta del piede gli voltò la testa, in modo da poterlo vedere in faccia o, quantomeno, quello che ne rimaneva.
Ed ecco lì, il sorriso. Quel dannato sorrisetto di chi pensa che sei una debole e che lui ci ha visto giusto, che non avresti mai il coraggio di uccidere qualcuno a sangue freddo. Che sei una donna e che sarai sempre sotto a loro. Non era la prima volta che qualcuno aveva avuto pensieri al riguardo, su di lei. Anche allora ne avevano pagato le conseguenze.
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