Le Cronache, dicevamo: che Martin termini o meno quella che è sicuramente la sua magnum opus, questa non è banalmente, o esclusivamente, la matrice originaria da cui lo show è tratto; rappresenta qualcosa di più profondo, la genesi di uno stile, di una personalità, di un senso strutturale molto complesso e stratificato che Il Trono di Spade ha saputo far suo e tradurre sul piccolo schermo, compensando la densità delle vicende scritte con una spettacolarità visiva assolutamente rimarchevole.
Il Trono di Spade è impregnato di letterarietà e romanzesco, non per il semplice fatto di essere derivato da una saga cartacea, ma perché nella sua narrazione agisce, fortissima e palpabile, la logica dell’intreccio, oltremodo intrigante ma potenzialmente rovinosa, in quanto l’accumulo di tante (e complesse) linee narrative necessita di un sapiente gioco di forze e tensione dall’impianto straordinariamente solido per non collassare. In questo, il Trono di Spade è stato ineccepibile: il motore che alimenta gli eventi di partenza si sostanzia, fondamentalmente, in due gialli, due domande a cui trovare una risposta, forse, correlata: “Cosa si cela dietro la caduta di Bran dalla Torre Spezzata?” e “Cosa si cela dietro la morte di Jon Arryn, Primo Cavaliere del re?”.
Già dall’innesco della trama, si nota una certa divergenza dal tipico canovaccio fantasy, giacché la componente sovrannaturale (l’arrivo degli Estranei) è relegata a sfondo, oltre i confini della storia (al di là della Barriera): presente, ma di fatto impalpabile. Nessun paladino è in viaggio per adempiere a una missione mortale ed epica. Ci sono solo uomini ed è questo che la serie rimarrà: una storia di uomini. Dell’uomo, con i suoi vizi e le sue virtù, Il Trono di Spade indaga in maniera invasiva e poco piacevole, ma anche sincera e autentica, la dimensione umana a tutto tondo, nelle sue espressioni più nobili e in quelle più becere. La esplora in rapporto al potere (politico e non), certamente uno dei temi salienti di tutta l’opera; tra il lucido e crudele pragmatismo di Tywin, la tirannide di Joffrey, l’inquietante camaleontismo di Baelish, l’assolutismo di Cersei, ma anche il giustizialismo ingenuo di Ned e Jon, l’astuta diplomazia di Tyrion e il romantico indipendentismo di Robb Stark, si palesa allo spettatore un vero e proprio trattato visivo sull’esercizio del potere, sul suo particolarissimo statuto e sull’ordinamento politico che ne deriva, su cui si modellano gli avvenimenti che seguono.
E ancora: in questa ruvida vivisezione dell’essere umano, di ciò che più lo anima e che realmente lo annienta, non potevano mancare famiglia e amore, così gentilmente adulati nella maggior parte dei racconti, classici e non. Il Trono di Spade respinge l’idea di (impossibile) perfezione, dell’amor cortese e stilnovistico, così tanto narrato e osannato da essere unanimemente considerato come unico modello possibile, assoluto e insindacabile. E così, dopo aver simpatizzato istantaneamente per i valorosi Stark, nel prosieguo delle stagioni ci si domanda se anche Cersei e Jaime, gemelli incestuosi uniti da un amore turbolento e passionale, non avessero diritto a essere una famiglia, al netto della discutibile scala di valori in nome di cui agiscono.
Il Trono di Spade sfugge alla logica binaria, demolisce la presunta superiorità etica dell’eroe (o di chi gioca a riconoscersi come tale) per esaltare, invece, la sospensione di qualsiasi giudizio morale, il rovesciamento dello stereotipo e dei tòpoi di genere, la riflessione su ciò che è comunemente considerato giusto o sbagliato, la complessità dei sentimenti, insieme puri e bestiali, casti e lussuriosi, motori tanto di vita quanto di morte. Insomma, il suo universo è intessuto di una ricchezza tematica squisitamente abbondante e, proprio per questa ragione, addentrarvisi è tutt’altro che cosa semplice.
etrevisan.eleonora
Da grande fan de “Il Trono di Spade” sono rimasta piacevolmente stupita dal lavoro di Giorgia Turnone: questo saggio è un’opera davvero interessante, forte di ottime basi sociologiche e filosofiche che permettono di apprezzare ancora di più l’opera di George Martin.
L’universo martiniano viene scomposto e analizzato in modo molto dettagliato dall’autrice, ma la lettura rimane comunque scorrevole e piacevole.
Il saggio è diviso in quattro parti: la prima è più tecnica, analizza la fotografia, le inquadrature e l’indimenticabile sigla; la seconda parte riguarda il tema portante della serie, ossia la lotta al potere nella conquista del Trono; la terza, il tema dell’identità e della ricerca del sè affrontata da diversi personaggi; la quarta e ultima infine, scandaglia i temi che tanti hanno criticato, ossia la forte presenza del sesso e della violenza.
Ho apprezzato moltissimo come l’autrice abbia analizzato i molti personaggi ormai iconici di questa serie tv, permettendomi di ampliare i miei orizzonti e (ri)valutare molti dei miei giudizi (anche e soprattutto la delusione per il finale dell’ottava stagione).
Ho avuto modo di leggere questo saggio grazie alla collaborazione tra Bookabook (che ringrazio) e il sito NerdPool.it, dove potete leggere la mia recensione completa.
riccardopendola
Il saggio si suddivide in otto capitoli che richiamano proprio le stagioni dell’amatissima serie televisiva “Il Trono Di Spade”. Vengono analizzati nel “profondo“ i personaggi principali sotto un’ottica diversa rispetto a quella che si può percepire guardando la serie ed è stato questo un aspetto che personalmente ho apprezzato. Molti sono stati punti di riflessione che mi hanno portato a “rivalutare“ determinati personaggi, luoghi e azioni e dare una rilettura differente rispetto alle mie prime impressioni. All’interno del testo ritroviamo molti elementi di “illustrazione“ con spiegazioni annesse le quali riescono a far comprendere in modo più profondo e più dettagliato quello che l’autrice vuole trasmettere al lettore. Devo ammettere che è stato uno dei pochi saggi che ho realmente apprezzato e che consiglierei a tutti coloro che hanno già avuto modo di vedere e portare a termine la visione della serie televisiva ma anche a coloro che ancora sono alle “prime armi“. Ringrazio di nuovo Giorgia per avermi contattato e avermi dato l’opportunità di leggere il suo meraviglioso libro.
Simona Fregni
Ho scoperto questo titolo quasi per caso ma non potevo perdermi questo gioiellino.
Non si tratta di un testo facile: leggerlo ha richiesto attenzione e tempo perché i concetti affrontati sono sviscerati profondamente e richiedono riflessione e ragionamento.
Giorgia ci illustra alcuni modi di guardare la serie “Il Trono di Spade”, trasmessa da HBO tra il 2011 e il 2019. Non parliamo solo di un programma televisivo ma di un fenomeno mondiale che ha coinvolto milioni di telespettatori, con incassi da record e altrettante spese di produzione.
A casa mia ho creato una parete dedicata a GOT, ho fatto viaggi per visitarne le location in cui sono state fatte le riprese e sono stata agli Studios vicino a Belfast.
Ho amato tantissimo il saggio di Giorgia perché mi ha rivelato chiavi di lettura che avevo completamente ignorato e mi si è letteralmente aperto un mondo.
L’autrice analizza in modo accurato alcuni degli aspetti su cui si basa la serie: politica, rapporti interpersonali tra i personaggi, l’identità in ogni suo significato, il potere e le sue sfaccettature, il sesso, la violenza e infine la morte come risoluzione degli eventi ma anche come improbabile nuovo inizio.
Una delle parti che mi ha interessata maggiormente, nonostante la sua complessità, è la “parafrasi” delle immagini della serie, l’illustrazione delle scene e l’iconografia in esse contenuta. Mai avrei immaginato che ci fosse dietro tutto questo lavoro psicologico.
Indubbiamente “O si vince o si muore” non è un libro alla portata di tutti, ma sono convinta che ogni fan della serie dovrebbe leggerlo, con un po’ di tempo a disposizione e mente libera.
Questa edizione è realizzata benissimo e contiene anche anche immagini tratte dalla serie, Giorgia Turnone ha creato un’opera ricercata ed elaborata che non potevo assolutamente perdermi.
Un applauso a Giorgia che con questo suo primo libro mi ha lasciata senza parole, brava, ottimo lavoro!
Valentina Maccherozzi
⭐ Non sono solita leggere saggi, ma questo devo dire che mi ha piacevolmente colpita per la ricchezza di dettagli e per la chiarezza con cui il contenuto viene trattato. E che contenuto! Il libro infatti vuole delineare ed interpretare personaggi/momenti chiave della famosissima serie tv del quale si ha (e si continua) a lungo discusso: il Trono di Spade. Così come la stessa autrice ci tiene a precisare ad inizio lettura, non pretende che sia un’opera completa considerata la vastità della serie stessa, ma ritengo che abbia centrato appieno i punti centrali della suddetta serie.
⭐ L’autrice, dividendo gli argomenti trattati in capitoli – suddivisi poi in appendici varie – parla al lettore con occhio critico di personaggi, le scelte intraprese durante la serie e i momenti chiave a loro legati.
⭐ Abbiamo dunque diversi capitoli in cui vengono, ad esempio, presentati Cersei e Jaime Lannister con il loro amore proibito quanto incestuoso, Arya Stark e la sua non convenzionalità con la donna di Westeros, Ramsay Bolton e la sua crudeltà, Jon Snow ed I Targaryen. Insomma, ogni personaggio viene messo a nudo.
⭐ Ho particolarmente apprezzato il capitolo dedicato alla fotografia della serie tv messa in confronto con molte opere d’arte, trovando le stesse similitudini che ha individuato l’autrice.
⭐ Posso dire che leggendo questo saggio, mi é tornata la voglia di riprendere Game of Thrones ed immergermi nuovamente in quel mondo fatto di intrighi, complotti e guerra. Ritengo che sia un ottimo saggio, l’autrice ha esplorato da cima a fondo l’universo ideato da Martin con cura e precisione, senza mai annoiare il lettore nonostante la vasta bibliografia.
l.senserini
Giorgia Turnone è una vera e propria esperta della serie televisiva “Il Trono di spade”. In questo suo saggio scende nel dettaglio, analizza personaggi, stagioni ed episodi, riportando materiale iconografico e trascrivendo interi spezzoni di film nelle appendici. La sua analisi della serie televisiva si basa su un solido bagaglio culturale, letterario, sociologico e filosofico, che le ha consentito di procedere a una approfondita e dettagliata analisi, arricchita da un notevole apparato bibliografico. Non trascura nessuno degli elementi fondamentali della produzione, a partire dalla musica, dalla scelta del linguaggio, dalla struttura narrativa, dallo stile delle riprese e dei montaggi, fino alla recitazione studiatissima e pluripremiata degli attori. Chi ha amato “Il Trono di Spade” non deve perdersi questo libro
Marco Brunetti
È passato molto tempo ormai da quando vidi l’ultimo episodio del Trono di Spade ma ricordo ancora tutte le emozioni di quella notte, in cui attendevo con ansia la fine di un viaggio durato otto anni; da grande appassionato dell’opera di Martin ho riguardato più volte la serie nella sua interezza, cercando di cogliere da essa spunti, messaggi ed emozioni sempre diverse.
Grazie all’opera letteraria di Giorgia Turnone, “O SI VINCE O SI MUORE. Lineamenti interpretativi del Trono di Spade”, ho ripercorso quel viaggio durato otto anni con occhi nuovi: l’autrice ci accompagna mano nella mano nel mondo di Martin, compiendo un’analisi accurata dell’opera televisiva, dalla sua iconica sigla ai riferimenti artistici e letterari che si ritrovano nel corso delle stagioni, dall’approfondimento dello scenario politico all’analisi psicologica dei personaggi.
Tra le pagine di questo libro ho colto nuovi spunti di riflessione, provato emozioni nuove ed uniche, difficili se non impossibili da provare se non attraverso questo nuovo viaggio nel fantastico mondo di Martin.
Credevo di conoscere a fondo e di poter essere considerato “un esperto” del Trono di Spade, pensavo di essere arrivato col tempo, metaforicamente, alla cima della montagna della conoscenza ma ero in realtà sulla vetta di un iceberg, inesplorato nella sua interezza; grazie a Giorgia Turnone ho compreso la reale grandezza del magnifico mondo fantasy di Martin e guardare nuovamente la serie tv non sarà mai come prima.