In questo preciso momento le normali leggi della fisica e lo scorrere degli anni non sembrano applicarsi su di me, sul mio corpo. I miei pensieri si elevano in modo leggiadro sopra il caos degli esseri umani, oltre le guerre, le contese, le sfide e i drammi quotidiani. Amo la storia, quel tipo di storia che per me rappresenta una strada, una compagna di vita, e ho l’intima consapevolezza che il passato rappresenti una chiave imprescindibile per comprendere il presente e costruire il futuro. Mi piace ascoltare storie, quelle vere, quelle realmente accadute. Mi piace ascoltarle per poi raccontarle, perché credo che diffonderle sia il modo ideale per scoprire il mondo intero. Non giudico, non mi interessa farlo. Provo, però, a ragionare sempre con la mia testa, ignorando ogni condizionamento esterno e tracciando un’infinita linea immaginaria, una linea temporale che parte dalla preistoria e giunge fino ai giorni nostri. Un percorso che ha forgiato l’umanità attuale, capace di presentarla nelle forme e nei modi che noi ben conosciamo, come il risultato di una miriade sconfinata di scoperte e di fallimenti, di vittorie e di sconfitte. Un tracciato fitto di nomi, una moltitudine di attori, protagonisti e non, che si sono succeduti nei millenni in modo più o meno celebre e tramite dinamiche più o meno consapevoli, con influenze più o meno riconosciute.
Ascolto, leggo e sperimento. Cresco, facendomi forte grazie a tutti coloro che incontro lungo un cammino che, attraverso il tempo e lo spazio, mi porta a essere sempre nel turbine della storia; presente in momenti che, piccoli o grandi, divengono epocali se ammirati con gli occhi di un ostinato sognatore. Mi piace sognare e niente e nessuno può annientare i miei ideali, le mie credenze scolpite nella dura pietra. Così il mio volto rimane profondamente affascinato davanti alle narrazioni che vedono come protagonisti esseri umani che altri ignorerebbero, identificandoli come poco interessanti o, ancor peggio, normali. Uomini e donne poco noti al grande pubblico sono il mio ideale pane quotidiano. Coloro che non trovano grandi encomi nei libri di storia, né ricevono titoli sui giornali; coloro che non vengono osannati dalle folle, né ricordati per le loro citazioni a effetto, ai miei occhi brillano di luce propria. Non prediligo concentrare la mia attenzione sui grandi vincitori, campioni che nella vita hanno avuto il merito e l’onore di inanellare un trionfo dopo l’altro. Campioni? Certo. Soggetti in cui identificarsi? Più difficile. Perciò volgo il mio interesse verso chi, in apparenza, non ha vinto chissà cosa; verso personaggi le cui esistenze sono più spesso costellate di delusioni e insuccessi, ma che restano capaci di affrontare le proprie vite sempre a testa alta, con coraggio e determinazione, senza mai arrendersi o dichiararsi perdenti. Veri e propri cavalieri erranti, utopisti e idealisti. Donne e uomini che non hanno vinto guerre riuscendo comunque a portare a casa battaglie fondamentali, dai risultati straordinari, di cui ora, inconsapevolmente e senza rendergliene il doveroso merito, godiamo tutti noi.
Parto da loro, fissandoli nella mente e soprattutto nel cuore. Racconterò le loro storie come qualcuno che potrebbe conoscerli da sempre, come se fossero amici d’infanzia o anziani compagni davanti al fuoco nelle notti d’inverno. Si è fatta sera e sto per iniziare il mio lungo viaggio che toccherà tutti i continenti e diverse epoche, giungendo fino ai giorni nostri. La luna si riflette sull’oceano, le onde si sono acquietate, e la bruma mi avvolge dolcemente, come in un incantesimo. Non è un caso l’aver scelto la riva dell’oceano come ideale partenza. Lo sguardo sull’infinito aiuta sempre a sognare, e in questo momento c’è davvero bisogno di credere in qualcosa di unico e non facilmente realizzabile; in qualcosa che sia un fedele compagno d’avventura, una stella cometa capace di tracciare la rotta maestra. Occhi di un mondo altro, così si chiama il viaggio che mi appresto a compiere. Nella mia concezione non esistono “altri mondi” ma piuttosto un’unica umanità, che si può osservare in tanti aspetti differenti. Ecco perché “un mondo altro” e non “un altro mondo”. Mi alzo, è giunta l’ora di partire. Nella bisaccia sistemo alcuni corni vichinghi: loro li usavano per dissetarsi e per bere birra in compagnia, io ho la ferma sensazione che mi potranno tornare utili durante il viaggio.Il mio nome è Amani che, in lingua swahili, significa “Pace”. Visto tutto ciò che incontrerò lungo il mio percorso, la speranza è che questo nome sia di auspicio positivo. Buon viaggio, mi auguro tra me e me.
Francisco MuchaSalsa
Un libro a capitoli brevi che invogliano il lettore a scoprire sempre più dettagli delle straordinarie storie, snocciolate in un viaggio che include tutte le latitudini, dei più disparati personaggi e dei loro ideali.
Un libro da avere nella propria libreria, ideale per trasmettere storie ed ideali!
dv.anto (proprietario verificato)
Credo nel potere educativo del racconto e nel cambiamento che ogni viaggio promette. Credo che se le radici affondano tenacemente sulla conoscenza del passato e con queste chiavi giuste leggiamo il presente, si affiori in un futuro promesso. In questo libro pregusto queste verità e non solo; luoghi e mete, raggiunti i quali, la vita dopo non potrà più essere la stessa; e, ancora più stimolante, la cultura fatta di storie di uomini e donne bistrattate dalla Storia, ma proprio per questo molto più vicine a noi e quindi in grado di ispirare, se non indirizzare, il nostro personale vissuto verso il bene e l’umanità. Le storie di Roberto vanno in queste direzioni con uno stile narrativo affascinante, ricco di spunti di riflessione ad ogni passo, non vedo l’ora di riceverlo!