Il Cairo, 21 marzo 1904. Il mago e occultista Aleister Crowley rinviene un antico e potente manoscritto, custodito in una cappella gotica sotto le sabbie del deserto egiziano.
New City Village, Stati Uniti, 21 marzo 1992. L’intera comunità di un piccolo villaggio di operai viene massacrata in quello che sembra un sacrificio rituale di massa.
New York, marzo 2016. Robert Mayers, l’esperto di cronaca nera del New York Post, indaga sul caso di Miranda Sullivan, una giovane pluriomicida che sostiene di essere posseduta da un demone. Le informazioni raccolte lo porteranno alla sede della Chiesa di Satana a San Francisco e al centro di una profezia millenaria da cui dipendono le sorti dell’umanità.
Prologo
Il Cairo, lunedì 21 marzo 1904
«Mr Crowley, Mr Crowley…» La voce di Kazim fece sobbalzare Aleister nella sua tenda. «Mr Crowley, abbiamo trovato qualcosa!»
Aleister lo vide entrare tutto sudato e impolverato, con l’affanno di chi aveva fatto una corsa tutta d’un fiato. La voce eccitata di Kazim distolse Aleister dagli studi su ciò che stava cercando ormai da diversi mesi. Lo fissò compiaciuto e chiuse immediatamente il libro. Si alzò e lo seguì sul luogo degli scavi.
Aleister Alexander Crowley si era recato in Egitto dopo aver scoperto che quello era il luogo in cui forse era stato portato il Grimorio nel XVI secolo, dopo la morte di Carlo V. La leggenda, raccontata nei corridoi dell’Hermetic Order of the Golden Dawn, la società segreta iniziatica di origine massonica di cui Aleister era stato membro fino alla fine del 1903, narrava di un monaco spagnolo incaricato direttamente da Carlo V, già in punto di morte, di portare il Grimorio in Oriente e di nasconderlo affinché non fosse trovato dagli occultisti occidentali, soprattutto dopo le scoperte dell’esoterista fiammingo Johann Weyer. Nel corso degli anni, Aleister aveva reperito testi, manoscritti medievali e indizi di vario genere. Quelle giornate interminabili, trascorse rintanato nella biblioteca della sua Boleskine House in Scozia, stavano forse per dare i frutti tanto desiderati.
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Aleister rimase muto durante il tragitto fino agli scavi. Seguiva Kazim, che lo precedeva di una decina di metri, riflettendo su cosa avrebbe potuto rappresentare per lui una scoperta del genere. Se la squadra di Kazim avesse trovato quello che stava cercando, Aleister avrebbe potuto dare una svolta alla propria vita.
Arrivarono agli scavi in circa cinque minuti. Aleister vide una forte trepidazione tra gli addetti. In cuor suo sperava che questa volta non fosse solo un buco nell’acqua.
Kazim, in egiziano, ordinò a uno degli operai di prendergli un’imbracatura. Aleister voleva verificare di persona ciò che avevano trovato. Poco dopo fu pronto per calarsi nel cunicolo.
«Vado da solo» disse in tono perentorio a Kazim. Non avrebbe mai permesso ad altri di mettere le mani sulla reliquia.
Lo scavo era profondo una decina di metri. Una volta calato, si ritrovò in una cripta di pietra in stile gotico. Sentì i battiti del cuore diventare sempre più veloci. Trovare un’architettura medievale europea nel mezzo del deserto, a Saqqara, era già di per sé una scoperta sensazionale. Stese il braccio con il quale teneva la fiaccola datagli da Kazim. Il bagliore della luce gli permise di vedere la grandezza del luogo. Mosse alcuni passi lentamente, spostando la fiaccola a destra e a sinistra per orientarsi in quell’ambiente oscuro. In fondo alla cripta vide una tomba, anch’essa di pietra. Puntò la fiaccola e in cima alla lapide vide incisa una scritta in latino: “Plus ultra”.
Non può essere, pensò con il cuore in gola. Quel motto era inconfondibile: andare oltre, superare i limiti. Era proprio quello di Carlo V… Aleister si avvicinò alla tomba con le gambe che gli tremavano. Sulla lastra di pietra vide incise le iniziali “CdY” sotto le quali era impresso il sigillo del Sacro Romano Impero. Facendo leva con uno scalpello, rimosse la lapide. Ai suoi occhi apparve prima il viso mummificato di un uomo e poi l’intera salma, rivestita con abiti monacali. Tra le mani teneva uno scrigno d’oro.
Aleister si appropriò con rispettosa delicatezza di quell’oggetto. Era lì da quasi cinquecento anni, in attesa di essere trovato. Non era un caso che fosse stato proprio lui l’autore della scoperta. Pervaso da un senso di pienezza, poggiò la fiaccola, si accovacciò a terra e cercò di aprire lo scrigno. Era chiuso con un meccanismo di codici numerici di tre cifre, precauzione abbastanza diffusa nel medioevo, specie per proteggere reliquie e oggetti preziosi. L’immissione del codice errato, a volte, rilasciava all’interno dello scrigno una sostanza acida che ne danneggiava il contenuto, per evitare che finisse nelle mani sbagliate.
Aleister restò lì a terra accovacciato, a riflettere.
Improvvisamente ebbe un sussulto. Non poteva essere così banale… Inserì una sequenza di tre numeri uguali. Lo scrigno si aprì.
Kalina Petkova (proprietario verificato)
Una missione…
Una profezia da svelare e che trova origine nei più antichi grimori e trattati…
Un segreto da custodire…
Un libro-chiave contenente il “codice” in grado di schiudere il “portale” tra due mondi paralleli…
Un puzzle ad incastro ricostruito nel minimo dettagliato…
Parole e significati nascosti all’interno di numeri da decifrare…
Una voce distrutta dal dolore che echeggia e spazza via con sé passato, presente e futuro con un colpo solo…
A volte gli incubi ritornano e, prima o poi, bisogna farci i conti…
Tutto questo è solo una piccola parte nel viaggio di un romanzo intenso, percepito sulla pelle in tutte le sue sfumature ma soprattutto che lascia a bocca aperta!
E’ accurato nelle descrizioni, è coinvolgente in ogni singolo momento.
E’ la combinazione perfetta tra suspense, attimi terrificanti e inaspettati colpi di scena. Perché quando si pensa di aver afferrato il sottile filo della trama o di aver scoperto chi sono veramente i protagonisti, ecco che un altro “tuono” sconvolge l’esistenza dei personaggi, creando degli scenari tremendamente surreali, quasi onirici.
Si può definire un “cocktail fatale” tra atti dolorosi e tanto coraggio.
La fusione tra fatti realmente accaduti, leggende massoniche, tradizioni esoteriche tramandati nei secoli, rapisce il lettore indietro nel tempo e induce la sua mente in un groviglio di pensieri e l’anima in un miscuglio di emozioni.
Le evocazioni senza tempo di angeli, spiriti ed entità ultraterrene nell’eterna battaglia tra il Bene e il Male trasformano in qualcosa di affascinante la riscoperta degli elementi naturali, della numerologia, della lettura dei simboli, delle formule in lingue antiche, delle influenze ebraiche e cabalistiche, della mistica musulmana, dell’interpretazione dei numeri ambivalenti e l’armonia degli opposti cercando qualsiasi nesso o indizio.
Ma soprattutto non è per niente facile per i protagonisti prendere la decisione giusta trovandosi ai numerosi bivi sulla propria strada. Seguire il destino! Questo è l’unico modo da percorrere nella loro esistenza.
Allora non ci resta che chiudere gli occhi, superare la paura dell’oscurità e iniziare a vedere attraverso le tenebre, oltre l’orizzonte!
Kalina Petkova (proprietario verificato)
Enigmi, sequenze di numeri da decifrare, colpi di scena dietro ogni angolo,
la profezia sulla “chiave di Salomone”, l’antico libro sull’”Apocalisse di Giovanni” …
Nulla è lasciato al caso e niente è una coincidenza, la genialità è tutta qui: incastrare i pezzi di un puzzle agghiacciante e nello stesso momento semplicemente straordinario. E’ un romanzo vivo, coinvolgente e fuori del comune, dove ogni simbolo, numero, nome e location, non sono solo immaginazione ma un vero e proprio orizzonte da oltrepassare.
“Plus ultra!” – andare oltre, superare i limiti, quello che dovremmo fare tutti noi per non fermarci all’apparenza.
lazzarafelice (proprietario verificato)
Soddisfatta dell’ acquisto , ho cominciato a leggerlo e devo dire che è scritto bene ..ti tiene col fiato sospeso ..non vedo l’ ora di andare avanti nella lettura …i miei complimenti.