Sarà capitato anche a voi di dover saltare dei giorni di scuola perché avevate la febbre o il raffreddore. Ma, quello che è successo a me, non è stato prendermi la solita influenza. Mi sono preso una malattia che si chiama polmonite.
Avete presente quando i vostri genitori, oppure i vostri nonni, mentre state uscendo di casa per andare a giocare in cortile, vi rincorrono per porgervi la giacca, urlando: «Metti questa, o ti prenderai la polmonite!»? Ecco, purtroppo io mi sono preso proprio quella! Anche se ammetto di essere abbastanza freddoloso e in inverno non mi dispiace indossare guanti, sciarpa e cappello di lana.
A ogni modo, il mio racconto inizia un giorno in cui mi è salita la febbre alta. Era l’inizio della primavera e, improvvisamente, mi sono sentito molto stanco. Inoltre, mi è venuta una tosse fastidiosa che mi dava la strana sensazione di fare un po’ di fatica a respirare.
La prima ad accorgersi che non stavo bene è stata mia madre, che mi ha detto con tono preoccupato: «Leo, ma come sei pallido! Non ti senti bene?».
Mi ha misurato la temperatura con il termometro e aveva ragione: era molto alta!
Anche mio padre si è allarmato e ha esclamato: «Andiamo subito dal dottore!».
Capitolo 2
Il mio dottore è un simpatico e gentile signore. Quando ero piccolo, però, avevo una paura tremenda di andare dal dottore.
Sapete tutti che i bambini piccoli si ammalano spesso e devono essere visitati dal pediatra, cioè il dottore che cura i bambini. Come vi stavo dicendo, da piccolo non sopportavo le visite dal dottore.
Ricordo che qualche volta i miei genitori mi portavano dal dottore perché avevo il mal di orecchie. Il dottore doveva controllare che non fossero infiammate, allora per convincermi diceva: «Leonardo stai fermo, così con la luce posso vedere se dentro le orecchie si è nascosta Peppa Pig!».
E io pensavo: “Caro dottore, forse TU avrai Peppa Pig nelle orecchie!”.
Ovviamente non avrei mai avuto il coraggio di dire una cosa del genere al dottore, perché sapevo che sarebbe stato poco educato e che di conseguenza i miei genitori mi avrebbero sgridato.
Ma poi crescendo, ho capito che il pediatra è la persona giusta che ti aiuta a guarire quando non stai bene. Ho imparato che non c’è nulla di cui avere paura nell’andare dal dottore. Anzi, ormai sono affezionato al mio dottore che ogni volta con la sua luce mi controlla le orecchie e la gola facendomi dire forte “Aaaaaaaa”.
Un conto era però fidarmi del mio dottore. Fidarmi di dottori mai visti prima, era tutta un’altra storia.
L’ultima volta che sono andato nello studio del mio pediatra, quella volta di cui vi stavo raccontando, le cose sono andate diversamente da come mi aspettassi.
«Allora ditemi, che cosa non va?» ha chiesto il dottore ai miei genitori.
«Dottore, Leonardo ha la tosse e questa mattina la febbre è salita a 39!» ha risposto mia madre.
«Leonardo, come ti senti?» ha domandato il dottore direttamente a me.
«Mi sento davvero molto stanco» ho risposto. Quindi ho dato un forte colpo di tosse.
Il dottore mi ha visitato. Infine, ha detto ai miei genitori delle cose che proprio non mi aspettavo: «Leonardo non respira molto bene, potrebbe avere la polmonite. Vi consiglio di portarlo in ospedale. Non è nulla di grave, ma è meglio fare un controllo più approfondito».
Sono rimasto a bocca asciutta e ho pensato: “Addirittura in ospedale!”.
In ospedale ci ero stato una volta, quando avevo quattro anni. Ero andato a trovare mia madre e a conoscere il mio fratellino Luca, che era appena nato.
Dell’ospedale ricordavo soltanto il colore bianco delle pareti dei lunghi corridoi e un forte odore di disinfettante. Non avrei mai immaginato di finire proprio IO in ospedale, un posto che nella mia mente era pieno di dottori perennemente seri e di persone malate.
A essere sincero con voi, ero parecchio preoccupato all’idea dell’ospedale e cercavo di immaginare quello che sarebbe successo là. Ma mi sono fidato del mio dottore e sono andato all’ospedale dei bambini con i miei genitori, mentre mio fratello Luca è rimasto a casa con i miei nonni.
Rita Lonigro (proprietario verificato)
Una storia semplice ma ricca di significato, scritta con uno stile immediato, senza retorica. Leonardo, il protagonista, è un ragazzino che inaspettatamente deve andare in ospedale ma ben presto si renderà conto che è un mondo molto diverso da come se lo era immaginato. Le sfide ci cambiano, le emozioni ci trasformano, ed è proprio quello che accadrà a Leonardo, quello che appariva un ostacolo diventa una finestra per scoprire chi è veramente e che cosa vorrà diventare da grande. Lo consiglio sicuramente a tutti i bambini ma anche a tutte le mamme e i papà che leggendo la storia possono trovare degli spunti per poter affrontare il tema dell’ospedalizzazione, un tema importante e delicato ma affrontabile con serenità.
Chiara Panaz (proprietario verificato)
Un racconto davvero carino e interessante che mostra il lato più allegro e colorato di un ospedale pediatrico. Lo consiglio a tutti i bambini e le famiglie che devono affrontare un periodo di ospedalizzazione ma anche semplicemente ai ragazzi che sono incuriositi da questa realtà e magari, chissà, hanno il sogno di diventare medico o infermiere dei bambini quando saranno grandi!😊