«Ossia, amico mio, il luogo prescelto è l’antica residenza dei Mareccio di Bolzano. Ci troveremo lì, a Castel Mareccio, e quello sarà il luogo in cui metteremo in scena la versione moderna dell’opera del Marchese, quello sarà il castello in cui tutto avrà inizio, noi avremo il privilegio di essere i creatori di una nuova consapevolezza, di una nuova era, dove il bene sarà sopraffatto dal male, e dove il dolore si coniugherà al piacere» disse littlegirl in preda al delirio.
«E dove i forti potranno imporsi sui deboli, affinché il soddisfacimento del piacere dei primi possa essere sempre prioritario rispetto al dolore provocato ai secondi» disse Oliver
«È stata la presenza del quadrato che le ha procurato quelle sensazioni signore?» chiese.
«La presenza del Quadrato del Sator, certo, avvolto nella sua coltre misterica, mi ha fatto riflettere parecchio, e quando ho messo piede nel castello ne ho avvertito la forza. Sai Oliver, quel Quadrato è stato ritrovato anche in siti archeologici molto antichi, esistono iscrizioni datate duemila anni fa e forse persino precedenti e agli inizi del Cristianesimo probabilmente rappresentava una formula di salvezza o di guarigione. Il palindromo, nella sua versione anagrammata con la doppia parola PATERNOSTER unita dall’unica lettera N in comune, secondo alcuni studiosi, rappresentava una croce, una croce nascosta, una crux dissimulata che può essere ragionevolmente interpretata come un simbolo nascosto utilizzato dai cristiani al tempo delle persecuzioni. Ma nel Medioevo non poteva avere lo stesso significato, e allora perché si trova inciso su quelle mura?»
Littlegirl interruppe il suo discorso, fece una breve pausa per bere un goccio d’acqua e poi riprese:
«In realtà nessuno lo sa con certezza, amico mio, ma pare che avesse una valenza magica. In un antico manoscritto di un medico vissuto nel Cinquecento, il De rerum varietate, che io ho consultato in un archivio di un’università americana, si dice addirittura che serva per sconfiggere la pazzia. Ti rendi conto Oliver? Un amuleto contro la follia. Ma in quegli stessi anni il nostro buon Erasmo, invece, lodava la Follia sottolineandone addirittura la sua origine divina. E allora a cosa dobbiamo credere noi?»
«Io veramente.. non so» rispose Oliver.
«E nemmeno io, Oliver, ma noi però avremo presto una risposta. È questo il motivo per cui ho scelto proprio quel castello, così avremo la prova definitiva che la Follia è invincibile e presto dominerà il mondo. E poi questo palindromo mi ha sempre affascinato, in gioventù ho studiato tutte le varie traduzioni elaborate dagli studiosi senza che nessuna mi abbia convinto più delle altre. Poi la mia annosa ricerca mi ha portato a soffermarmi su un’altra di queste intriganti sequenze, per certi versi collegata alla nostra, che nel medioevo si era ugualmente guadagnata grande notorietà e una valenza prodigiosa. Si diceva che questa frase avesse un potere magico, che avrebbe permesso, a colui che l’avesse trascritta su una pergamena data poi alle fiamme, di trovare la formula della pietra filosofale, l’amuleto più importante di tutta la storia dell’umanità, in grado di trasformare in oro ogni metallo e soprattutto, mio caro Oliver, di fornire un elisir in grado di conferire agli uomini l’immortalità» disse littlegirl.
«Non riesco a crederci, signore. E qual è questa frase?»
«In girum imus nocte, et consumimur igni» rispose littlegirl sfoggiando un perfetto latino.
«Prova a leggerla al contrario»
«È.. è uguale» disse Oliver incredulo.
«Esatto, anche questa sequenza è un palindromo. Ma in più qui abbiamo anche due cose, due elementi che catturano la nostra attenzione.»
«Se ricordo bene il latino significa andiamo in giro di notte e veniamo consumati dal fuoco» disse Oliver.
«Più o meno» rispose littlegirl.
«E quali sono secondo te i due elementi a cui mi riferisco?»
«Proprio non saprei»
«La notte e il fuoco, Oliver, la luce e le tenebre..»
Oliver rimase in silenzio qualche attimo.
«Io però non riesco a capire, signore»
«Il fuoco è uno dei principi generatori del cosmo, i filosofi presocratici ci hanno tramandato diverse teorie sull’archè, sull’elemento posto ad origine del mondo e di tutte le cose, ciò da cui tutto proviene e a cui tutto ritorna. Eraclito lo individua nel fuoco, visto da lui come il principio primo e l’origine di ogni cosa.
Ma il fuoco non è solo questo, è l’elemento che illumina, che porta calore, che con la sua fiamma si oppone al caos primordiale ma può essere anche distruttivo e devastante, può seminare morte e distruzione, può spegnere l’acqua, la più grande risorsa del nostro pianeta e fonte di vita e poi con una sua scintilla può ricreare la vita stessa. Il fuoco cambia, muta, si alza, si abbassa ma rimane sempre fuoco, rimane nella sua essenza ciò che è, ossia Fuoco. E poi la notte.. la notte che significa oscurità, tenebre, che essenzialmente è il tempo trascorso senza la luce, nell’eterno binomio che la vede unita al giorno, al quale però sempre si contrappone. Dai greci viene descritta come una Dea, Nyx, che durante il giorno riposa in un luogo sotterraneo, il Tartaro, frequentato dalle anime dei morti e al tramonto viaggia nel cielo su un carro trainato da quattro cavalli neri. Anche la notte, come il fuoco, muta e si trasforma. Si sostituisce gradualmente al giorno con il tramonto e termina con l’alba. Non ci sarebbe il giorno se non ci fosse la notte, non esisterebbero le tenebre se non ci fosse la luce. E allora, Oliver, capisci che la notte e il fuoco, le tenebre e la luce sono certamente contrapposti ma proprio nella loro contrapposizione trovano la ragione della loro esistenza?»
«Forse comincio a capire, signore. Ogni cosa, la vita stessa è in divenire e cambia in continuazione, ogni cosa è legata al proprio opposto, e quindi ogni cosa, per esistere, ha bisogno del proprio contrario per generare quell’equilibrio necessario a rendere perpetua ogni esistenza.»
«Bene Oliver. Ma solo pochi uomini eletti riescono a comprendere questa legge dell’universo, e questi saranno gli uomini destinati a cambiare il mondo, gli unici che potranno avvicinarsi alla verità.» Poi fece una breve pausa. «Questi saremo noi, amico mio».
«Ancora una cosa signore.. adesso conosco il luogo ma non so ancora la data..»
«A tempo debito. Ma ci potresti arrivare da solo.. pensa Oliver, rifletti.. la notte e il fuoco.. il fuoco e la notte.»
Dopo queste parole littlegirl chiuse la conversazione.
Oliver si stese sul letto, si sentiva stanco e il suo corpo dava segni di affaticamento. Adesso però non poteva dormire, era il momento di riflettere.
Littlegirl lo stava mettendo alla prova e lui non poteva fallire. Si trattava solo di concentrarsi su quelle parole, la notte e il fuoco.. il fuoco e la notte.. la notte.. la notte.. la notte del fuoco.. la notte dei fuochi!
Sì, adesso finalmente aveva capito, non poteva che essere questa la data scelta da littlegirl, la notte dei fuochi, la notte dei falò accesi sui monti tirolesi a perenne memoria di un’antica promessa.
Oliver aveva letto la storia dei Fuochi del Sacro Cuore di Gesù nel corso del suo viaggio in Alto Adige e gli era rimasta impressa, come gli era rimasto impresso quel popolo fiero, così legato alla propria terra e alle proprie radici.
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