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Piccoli racconti per piccoli meneghini

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Meneghino, un signorino milanese vestito secondo la moda del Seicento, è pronto per accompagnare voi, piccoli lettori, in un viaggio che vi trasformerà in piccoli Meneghini! Tra simpatici animali parlanti, barchette pigre, bimbi coraggiosi e adulti saggi, imparerete a conoscere le storie e le leggende della città di Milano attraverso il suo dialetto, una lingua strana che ha ancora molte cose da raccontarvi.

ANTEPRIMA 

Cari piccoli lettori,

questi piccoli racconti sono scritti per voi… Alla fine della lettura sarete dei perfetti piccoli “Meneghini”.
Vi starete chiedendo: “Chi è un Meneghino?”. Si tratta di un orgoglioso signorino milanese: la parola ha origine dal teatro del lontano 1600, in cui venne creato un personaggio speciale, l’unico senza trucco né maschera in viso. Meneghino è una personcina beneducata, sincera, legata alla sua famiglia e che si batte sempre per la giustizia. Egli è raffigurato con un cappello a tre punte sui neri capelli legati in un codino, un gilet con camicia bianca, un paio di pantaloni al ginocchio e ai piedi delle calze a righe bianche e rosse e delle scarpe nere.

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EL TEMP L’È GALANTOM

L’aria è quasi fresca ormai e fa vibrare le sonanti foglie delle palme sul lungomare. Le piccole onde si infrangono schiumose sugli scogli e qualche schizzo giunge fino ai mattoncini e alle finestre della grigia torre del castello. Clacson, rombo di motorini, voci di adulti e schiamazzi di bimbi non turbano l’omino seduto sulla panchina accanto al molo; lui ode soltanto lo starnazzare delle poche anatre e lo scricchiolio del pontile galleggiante, cullato dal canto del mare della sera.

Quell’ora, l’ora del tramonto, è di gran lunga la sua preferita. Se ne sta lì quasi ogni sera ad ammirare il sole che va ad accucciarsi sotto le coperte.

Non c’è cosa più bella.

Sembra un dipinto, ogni volta un po’ diver-so, di sfumature infinite, mai le stesse.

Una ragazzina si siede sulla panchina, è agitata e ha le mani piene: tablet, telefono, block-notes con la penna, pezzo di focaccia mezzo incartato, tovaglioli di carta…

Un rapido sguardo davanti a sé, poi un sospiro e un morso alla focaccia.

Cade la penna. Scrive con il telefono, la penna tra i denti, spunta le caselle di un elenco sul tablet, per sbaglio si asciuga la bocca con un foglio e scrive sul tovagliolo… che confusione, che frenesia! Sta organizzando una festa in spiaggia con i suoi amici e sembra non poter aspettare nemmeno un secondo.

L’omino scuote la bianca testa e sorride sotto i bianchi baffetti. Le mette una mano sulla spalla.

«Come mai qui, proprio ora?»

«Mi piace il tramonto sul mare. Scusi, ma non posso perdere tempo, ho fretta…» risponde la ragazzina senza nemmeno alzare lo sguardo.

«Se ti piace il tramonto, perché non lo guardi? Se ti piace la focaccia, perché non la gusti? Se ti piace organizzare qualcosa perché non gli dedichi la giusta attenzione? Facendo tutte queste cose insieme va a finire che nessuna verrà bene. Non avere fretta.»

«Non ho tempo, il tempo è tiranno, corre veloce e non posso perdere nemmeno un attimo!» «“El temp l’è galantom” diciamo in quel di largo Crocetta a Milan.» «Come?»

«Secondo me, il tempo è un galantuomo e ti permetterà di fare ogni cosa, se la farai con calma, una per volta.»

Alzato il viso, la ragazzina annuisce all’omino, il suo sguardo è sorpreso ma convinto. Chiude il block-notes, tappa la penna, spegne lo schermo del tablet e mette in tasca il telefono. Morde la sua focaccia e, assaporandola, guarda lo spettacolo davanti a sé.

Chiede gentilmente al Tempo il tempo per ammirare il tramonto e poi ancora un pochino per completare la sua lista.

Rosso, rosa, arancio, indaco e celeste tra raggi di luce.

Non c’era cosa più bella.

2022-06-18

Aggiornamento

Lettura e laboratorio creativo presso la libreria Lo scialle della luna di Carate Brianza

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Laura Verde
è nata a Milano nel 1989, ha sempre coltivato l’amore per i libri e nel 2018 ha realizzato il sogno di pubblicarne uno tutto suo, Iacrù e il pozzo magico (bookabook). Dopo gli anni di studio è diventata una neuropsicomotricista
dell’età evolutiva, professione che le permette di immergersi completamente nel mondo del gioco e dei bambini. È sposata con Alessandro e ha due figli, Tommaso e Matteo.
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