Angelo Maggi, ore 8:00
Esc. Tra tutti i tasti del computer, che sembrano caduti a casaccio sulla tastiera, ce n’è uno in particolare, piantato in alto a sinistra, che in certi momenti può venire in soccorso e può offrire una facile e insperata via d’uscita: Esc. Vuol dire qualcosa come: annulla, sospendi il gioco, esci dall’applicazione, scappa, mettiti in salvo.
Nel mio caso forse suggeriva: “Abbandona i facili sogni di gloria e le lusinghe dell’intelletto artificiale. Torna in te!”.
Esc. Forse bastava semplicemente premere il tasto giusto e tutto sarebbe finito lì: la storia di quell’altro, che avrei dovuto inventare in qualche modo, e la storia che mi sarebbe toccata vivere in prima persona, volente o nolente, capitolo dopo capitolo.
Eppure, eravamo proprio all’inizio di questa incredibile vicenda, forse ancora in tempo per fermarci. Magari potevo tranquillamente dire: «Scusate, mi sono sbagliato. Non voglio più giocare a questo assurdo gioco narrativo in cui qualcuno cerca di scrivere la mia storia e a me tocca viverla e raccontarla, cercando di reagire come posso».
Ci sono autori che hanno fatto dell’impegno la loro bandiera; e della realtà, sociale e politica, la loro ossessione. Io vorrei semplicemente scrivere senza che questo provochi conseguenze dirette su chicchessia, tantomeno su me stesso. E invece…
Dice Wittgenstein che pronunciare una parola è come toccare un tasto sul pianoforte delle rappresentazioni. Ma esiste anche la possibilità di non proferire verbo e non toccare tasti, aggiungo io, soprattutto se non sai che musica dovrai suonare e che piega prenderà la rappresentazione a cui hai deciso di partecipare.
Comunque, in quel fatidico momento non potevo nemmeno schiacciare il tasto Esc. Il pallino, o meglio, la tastiera, era ancora in mano a quell’altro e a me non restava che aspettare gli eventi: quelli che a lui sarebbe piaciuto inventare e farmi vivere. L’unica libertà che avevo era di raccontare ciò che accadeva e inventare delle contromosse narrative. Se la mia imprevedibilità mentale e comportamentale fosse stata superiore alla sua, di volta in volta avrei potuto trovare una scappatoia alle situazioni in cui mi cacciava o, perlomeno, evitare il peggio.
Quindi scartai subito l’idea rassicurante ma illusoria di abbandonare il gioco. D’altronde, se uno fosse veramente dotato di un buon senso della realtà, non si metterebbe in testa di fare lo scrittore. Uno che si nutre di finzioni e figure retoriche, invece, si caccia facilmente in situazioni assurde o paradossali.
Tutto era cominciato quando nella mia casella mail comparve un messaggio proveniente da PloTown, la piattaforma social-narrativa che frequentavo da qualche mese. Come gli altri utenti, ogni tanto postavo l’incipit di un racconto, o un intero capitolo, e poi leggevo i commenti, i consigli e a volte le stroncature degli altri. Insomma, frequentavo questa community di aspiranti narratori con una certa curiosità da neofita, ma con la prudenza dell’uomo maturo che si avventura in un mondo tecnologico abitato da millennial scafatissimi e velocissimi nell’apparire, colpire e sparire nell’affollato nulla della rete. In ogni caso, questa interattività critico-narrativa a suo modo era divertente e stimolante e mai mi sarei aspettato di venire risucchiato in una pericolosa dimensione letteraria parallela.
Per farla breve, la mail mi invitava a partecipare a una nuova iniziativa di PloTown, denominata “Web Reality Book”. Quale doveva essere il mio ruolo? Be’, il protagonista naturalmente. E, inoltre, sarei stato anche l’autore, anche se non l’unico, beninteso. Cioè? Cioè dovevo prestarmi a un misterioso gioco a due con un altro narratore.
Ogni partecipante sarà accoppiato a un partner letterario di cui dovrà scrivere la storia, dopo essere venuto a conoscenza delle informazioni necessarie. I due partner narrativi si alterneranno nella scrittura in una vicendevole narrazione. Ogni narratore sarà a turno l’artefice dell’altrui esperienza e il protagonista della propria storia in prima persona, vivendo per otto ore nei panni di autore e di personaggio reale della narrazione. La durata di una normale giornata di lavoro, ma un’opportunità unica e senza precedenti, al termine della quale la tua vita non potrà più essere la stessa di prima. Tutti gli utenti di PloTown potranno seguire online gli sviluppi della vicenda e postare i propri commenti in tempo reale.
All’inizio non è che ci avessi capito molto. In cosa consisteva questo Web Reality Book? Era un libro o un film? Cosa si nascondeva dietro quel linguaggio pubblicitario un po’ mellifluo da televendita? Uomo advertising, mezzo fregato, pensai.
Mi sentivo come Pinocchio davanti al Gatto, la Volpe e Mangiafuoco. Vuoi essere un po’ burattino e un po’ burattinaio?
Una proposta incredibile e pericolosa, pensata per autori sfigati, affetti da donchisciottismo postmoderno. Ingenui avventurieri della penna, che scambiano la letteratura per la realtà e si lanciano in una delirante partita a due, botta e risposta, senza regole ed esclusione di colpi, facendo i creativi sulla pelle di persone reali, davanti a un pubblico di cyberlettori guardoni. Un nuovo ed estremo realismo letterario, figlio della cultura e della tecnologia (ma quale?) dei tempi.
Una prima vocina mi diceva: «Troppo assurdo, come può essere?». Una seconda vocina si chiedeva: «A che pro? Ammesso che sia vero, perché mi dovrei imbarcare in un’impresa così folle?». Una terza vocina, continuando a leggere la mail, aveva trovato la risposta alla seconda domanda:
La letteratura è una scelta di vita. Se decidi di essere uno scrittore, i piaceri, il successo e la ricchezza, oppure i dolori, le frustrazioni e la miseria passeranno comunque per la lettura e la scrittura. Ma non basta la tua abilità, serve anche, e soprattutto, un buon canale di comunicazione con il pubblico. Il web ti mette a disposizione un pubblico praticamente illimitato e in continua crescita, noi ti mettiamo a disposizione il web. Pubblicazione immediata della tua storia, traduzione in cinque lingue (inglese, francese, spagnolo, arabo, cinese) e forte promozione sugli altri media (giornali e TV). E non occorre pagare nulla, devi solo accettare le regole di partecipazione a “Web Reality Book” e postare il tuo racconto nella sezione dedicata di PloTown.
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