Ludovica, per gli amici Vic, è nata e cresciuta a Favignana, tra corse in bicicletta, buon cibo e uno splendido mare che fa da cornice a una vita lenta e serena. Dopo la maturità decide di frequentare l’università a Roma, lontano dalla famiglia e da ogni certezza: il suo sogno è quello di trovare lavoro in una grande azienda. Tra nuove amicizie, esperienze, sfide e ostacoli quotidiani, Vic si fa strada nel caos della capitale. Alle gioie dell’indipendenza, però, si accompagna un malessere che non comprende e che non la abbandona malgrado i risultati raggiunti. Riuscirà a capire i segreti della propria anima e a intraprendere un percorso diverso da quello progettato, ma più in sintonia con la sua idea di felicità?
Introduzione
Ogni persona sogna di realizzare qualcosa di significativo, nella propria vita, e si impegna affinché questo sogno diventi realtà. Il bello dell’esistenza, però, è che non sempre le cose vanno come noi progettiamo! Spesso prendono una piega propria, che alla fine ci appaga e ci rende molto più felici di quanto avremmo pensato. Perlomeno, non nel modo in cui avremmo pensato.
Ludovica, per gli amici Vic, è una diciannovenne che dopo la maturità parte per frequentare l’università nella capitale italiana, lasciando il piccolo paese della Sicilia in cui è cresciuta e che da sempre rappresenta tutto il suo mondo. Ha scelto una facoltà che spera le permetterà di realizzarsi nel mondo del lavoro. Porta però dentro di sé un malessere che ha origini lontane e che non riesce a decifrare, almeno fino a quando non le viene un’illuminazione – all’improvviso, come succede sempre – e finalmente scioglie i nodi che la tenevano legata alle sue ansie e insicurezze. Da quel momento si prospetta per lei un nuovo inizio, alla luce dei misteri della sua anima svelati e della grande verità a cui è giunta dopo tanti anni e tante esperienze vissute, che le hanno permesso di crescere e maturare.
Questa è la storia di un sogno, una storia che potrebbe essere quella di tanti ragazzi che a un certo punto si trovano a dover partire. È un racconto ottimista e pieno di speranza, che non potrà fare a meno di lasciare in chi lo legge una luce calda di vera e spontanea voglia di essere felici.
Buona ricerca della felicità a tutti!
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1. La partenza
«Chiudo? Sono io l’ultima a uscire?»
Ludovica, primogenita della famiglia Noto, fa scattare la serratura senza aspettare risposta. Sa bene che tutti la stanno aspettando in auto per accompagnarla al porto.
Sua madre Rosa, che come ogni estate è pronta ad accogliere i turisti nel suo piccolo e accogliente residence vacanze, è seduta avanti. Suo padre Salvatore, che ogni week-end torna a Favignana per trascorrere del tempo con la famiglia, aspetta di chiudere il bagagliaio prima di mettersi alla guida. Lui fa il portalettere e, ogni volta che finisce il turno del sabato mattina, prende il traghetto e mangia il pane cunzato preparato la sera prima, godendo del venticello e della compagnia dei gabbiani che lo accompagnano nel breve tragitto che separa Trapani dalla prima isola delle Egadi.
Infine, accomodati sui sedili posteriori, ci sono i gemelli: più piccoli di lei di ben nove anni, erano arrivati quando ormai sembrava che Ludovica sarebbe rimasta figlia unica. Lei infatti è nata quando sua madre aveva trentaquattro anni e suo padre trentasette; avevano provato per anni ad avere altri figli, ma questi erano arrivati quando Rosa aveva spento quaranta candeline già da tre anni. Erano sempre stati considerati un miracolo da tutta la famiglia. Alfio e Andrea, il giorno e la notte, cane e gatto, bellissimi ma impossibili, i suoi affezionatissimi e divertentissimi fratelli. Dopo la sua partenza sarebbero stati loro a tenere banco in casa e a catalizzare le attenzioni della mamma. Rosa, diversamente da molte altre madri lavoratrici, ha sempre pensato in prima persona alle loro esigenze, spesso inventandosi modalità lavorative sperimentali e all’avanguardia, come quella volta che mise il box con i gemelli davanti alla reception, per poterli tenere d’occhio e nello stesso tempo lavorare. Con la musica di sottofondo, strategia che aveva adottato sia per distrarli dai capricci sia per coprire eventuali pianti isterici di ricerca di attenzioni, aveva fatto bingo. I clienti avevano apprezzato quell’approccio familiare che li faceva sentire subito a proprio agio, anche perché il target principale dell’attività turistica di Rosa erano le famiglie con bambini fino ai dodici anni.
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