D.M. “Ho poco più di 40 anni e non mi diverto. Non mi diverto più, ecco. Questo è il vero problema. L’unico, ad onor del vero. Le altre “cose”, voglio dire tutte le altre, sono solo conseguenze, pretesti, orpelli. Stronzate. Se non sono in ansia, ho comunque preoccupazioni. E tutto relativo sempre al passato o al futuro. Ma quando lo vivo il mio presente? Che senso ha, se non sei sereno? Almeno ogni tanto. Anche se già non sarebbe poco. Felice non ho mai avuto la pretesa d’esserlo. Ho aspirazioni, io. Mica ambizioni. C’è differenza. Sostanziale. Mi chiamo Davide. Davide Morganti. Chissà se papà m’avesse chiamato Felice? Felice Morganti? Sì, lei! Venga…venga avanti! Sai che prese per il culo a scuola. Almeno là era periodo nel quale si rideva. Oggi non si ride più: questo è il problema. Non rido più. A volte faccio finta di ridere ma…Oppure mi sembra ma…”
A.M. “Ma cosa? Che cosa? – interviene il fratello maggiore Andrea – Ohi, sveglia! Noi di cosa stavamo parlando prima?
D.M. “Be’, delle puttane. No?!”
A.M. “Esatto! Hanno ragione loro. A loro bisognerebbe spesso far riferimento”
D.M. “In che senso Andrea? Scusami ma non riesco a seguirti. Loro. Noi. Boh?”
A.M. “Molto spesso Loro ragionano meglio di Noi. Sono più sincere e vere. E non è retorica da “cippa lippa”. La precarietà e la presunta debolezza. Il bisogno. Il piacere. Il potere. La sudditanza. La recita del saggio di fine anno che dura una vita intera per molti. In fondo non c’è mai diversità profonda al mondo. I ruoli sono quelli e sono facili da individuare per un abile regista. E dipende tutto dalla paga e dalla convenienza più che dal resto. In tanti casi. Molti di più di quelli che si possano pensare. Sono pochi quelli che non hanno responsabilità e sono purtroppo nella sfiga più totale. Molti accettano la parte. Ma le mie sono solo parole. Forse un delirio. Un delirio concettuale ed intellettuale da salotto. Parole e basta. Forse manco io credo davvero alle mie parole. A ciò che penso. Per paura o per finto perbenismo del cazzo? Non lo so. Magari si pensasse veramente che Noi e Loro siamo uguali. E vale per tutti i Noi e Loro del mondo. Di questo è di altri mondi. Dire “uguali” è più difficile che pronunciare il più semplice “diversi”. E a tanti non va di far fatica, quindi…Che poi starebbe a significare che si crede nel genere umano. Nella sua dignità. Nelle sue voglie, nella sua trasgressione stereotipata, nelle sue incoerenze, nei suoi trucchi. Nella sua umanità in senso completo. E invece…tutto dentro un bel pentolone grande. Tutto! Tutti! Telefonini, Tablet, Computer, Tv, calcio, giornali, internet, vestiti ed oggetti griffati, volontariato con le associazioni, offerte per il terzo mondo, religione, cocaina, politica, elezioni, governi, opposizioni, riunioni condominiali. Ma va a dà via i ciap! Qui spacciano la propaganda per cultura e verità. L’informazione con le bufale. E tutti parlano di tutto. Spesso senza sapere un cazzo. E vengono pure creduti: questo è il grave. Benvenuti nel Regno dei Sorrisi Stampati. Dei rettili di carta senza scheletro che inchiappettano tutti con spot accattivanti. Bella roba! Complimenti! Che casino! Che casino gigante! Ma…c’è chi dice che l’importante è scegliere la strategia vincente. Non il “giusto e il bene”. No! Quelli van solo lasciati credere a chi abbocca ancora. E ce lo dicono quelli del Regno. Quelli lì. Io sono orgoglioso del mio chip interiore: me lo sono applicato da solo in anni d’esperienze e scatta in automatico attivamente ogni volta che bimbetto in violenze, ingiustizie e crimini. Ma…urla disperato e purtroppo inascoltato, in via preventiva”.
D.M. “Minchia! Fatico a starti dietro, fratellone. Faccio fatica a seguirti”
A.M. “Ma sì…ma torniamo a farla un po’ di fatica ogni tanto, Daviduccio. Non fa male, sai?! Anzi, rimette in moto i tanti cervelli autorizzati. Le coscienze sepolte. Invece i bei pilloloni di antibiotico, antidolorifico, antinfiammatorio che ci propinano al minimo raffreddore, ammazzano tutti i germi. Pure i cervelli e le coscienze. Un po’ come le “bombe intelligenti”. Come le “pubblicità intelligenti”. Niente fatica. Tutto subito. Se facciamo i bravi, però. Se no, a letto senza cena. Già i libri ce li hanno tolti. Ora pure a dieta. Un po’ di fatica utile invece sai quanto ci servirebbe? Tanto! Per amare. Per vivere. Per una vita reale cui non siamo più abituati. Mi sono perso. Ero partito dalle puttane. Già, una che sceglie liberamente di esercitare. Anche se sono poche ad esercitare il libero arbitrio, quelle poche dovrebbero poterlo fare liberamente. Senza interessati guerrafondai e falsi moralisti pronti ad intervenire inveendo e pontificando”
D.M. “Azz…E ci voleva tanto a dirlo. Hai fatto il Tour de France ! E poi dove vuoi arrivare? A Paris?”
A. M. “Io non arrivo mai da nessuna parte. Sono solo un libero pensatore. Un genio da sgabuzzino. Questo sono. Ora mi viene da pensare al bacio, ad esempio”
D.M. “Perché?”
A.M. “Pensaci bene al famoso apostrofo rosa tra le parole “ti amo”. O tra quelle non dette “t’ho appena tradito”
D.M. “Sempre ottimista e propositivo, vero?! Io penso che il bacio ora sia…l’apostrofo rosso tra un post con selfie con tanti “like”e una carta di credito platino”
A.M. “Appero’…devo riconoscere che sei molto realista. Pensatore. Sognatore. Ma anche estremamente realista. Io invece conservo ancora nel portaoggetti dell’auto un pezzettino della retina del canestro del campo dell’oratorio in cui giocavamo a basket e di quando vincemmo i provinciali categoria allievi e fummo premiati dall’allora Coach della Nazionale Sandro Gamba”
D. M. “Seee…vabbè. Il fratellone romanticone. Comunque il bacio…è accompagnato da un sorriso, un pianto, una passione, un’emozione. Il bacio vero. Mai il nulla, il vuoto cosmico. A parte le fiction. Ma anche lì mi sa che a volte…”
A.M. “Centro, fratellino! Esatto. Difatti le puttane non baciano mai un cliente. Mica lo amano. Ergo, il bacio è molto più importante di una scopata. Ti tornano i conti, adesso?”
D.M. “Sì. Sì ma…come sei complicato, Andrea! Aggiungerei solamente che io e te, noi siamo quelli che invece li vorrebbero i baci da loro, dalle puttane. Fanculo: mi hai attaccato il vizio del “noi e loro”
A.M. “Ma su’, non è poi così grave. Non rimproverarti: non siamo così male, in fondo. Il bacio. Il bacio è…un valore alto. Forse la massima espressione d’amore ed umanità. Senza distinzione di sesso, di colore, di età, di ricchezza o povertà. Proprio per distinguerci davvero. È solo un termine di paragone per sentirsi meno omologati. Un’espressione d’intimita’ profonda. Una verità cui non ci si deve sottrarre”
D.M. “E noi…lo buttiamo spesso via così. Lo buttiamo”
A. M. “Uhmmm…Non credo. Non credo, sai. Se vogliamo baciare le puttane è perché in fondo le vogliamo amare. Amare davvero. Per colmare quell’enorme vuoto d’amore che abbiamo. Quell’atavica paura di morire”
D.M. “Yes. Mi hai fatto venire in mente Massimiliano. Il nostro amico Landoni. Ieri al telefono mi ha detto che non c’ha fatto nulla con la titolare del negozio d’abbigliamento. Quella carina che puntava già da un po’, ovviamente di nascosto da sua moglie. M’ha raccontato che l’ha portata a cena. Che pure lei ha inventato una balla al marito. Poi hanno bevuto un paio di drink e…si sono solo baciati. Solo baciati, capito? M’ha detto che non c’ha fatto nient’altro. Solo baciati. Ed era pure un po’ incazzato per questo. Altro, neanche a parlarne. Solo baciati. E che lei lo guardava pure in un certo modo. Teneramente. E che chissà che cazzo s’era messa in testa. Che lui di casini non ne voleva. Che aveva remore ad uscirci ancora, nonostante le piacesse veramente. Lo sappiamo com’è fatto Massimiliano, no?! È sposato. È sotto a sua moglie, checché lui ne dica. Fa il fenomeno ma poi gli conviene “stare manzo”. È così. Così come tanti. Non lo sto giudicando. È solo una constatazione, collegata ai nostri discorsi sul bacio”
A.M. “Scopare! Scopare! Via, di corsa! Subito! Solo questo conta. Il bacio non vale niente. Hai scoperto? Allora sei un figo. Non hai scoperto? Sei uno sfigatone! Invece c’è modo e modo…di baciare…di scopare. Anche di andare a puttane. Io ci vado con tutto il sentimento, mica per sfogo. C’è modo e modo di vivere. Vorrei tanto una vita con più sentimenti. Non m’importa rivolti a chi. Sentimenti veri, leciti. E se sono illeciti, chissenefrega: basta non siano, ovviamente dei reati. Una donna mi deve piacere. Molto. A tutti i livelli. Per com’è esteticamente, per la sensualità, per il suo sguardo, per come ragiona, per l’ironia, per la bontà. E dev’essere così anche per lei. Sensazioni reciproche. Non esiste? È quasi impossibile o perlomeno difficile? Fa’ nulla…sto da solo. Accarezzarsi. Baciarsi. Amarsi. Altro che scopare di fretta. La vita la si vive troppo di fretta: questa è la verità. Tutto veloce, subito. Si brucia tutto, come in teoria le calorie che invece in certe diete gossip di moda non riesci mai a bruciare. Cazzo, il Landoni è così: predica e pontifica con cultura da settimana enigmista…anzi, magari almeno a quel livello. Parla per sentito dire. Chiunque e la qualunque. Basta che dicano e scrivano cose che lo colpiscono, in cui si riconosce. Suggestionabile. Con falsi miti. Ascolta chi probabilmente se lo inchiappetta e non gli amici che gli vogliono bene. Mi fa una rabbia. T’ha detto che l’ha solo baciata. Che testa di cazzo. Vedi come si fa alla svelta a sovvertire i valori. A dare questa connotazione al mondo. Quattro stronzi ti danno ragione e…voilà. E tu sei fuori. Anacronistico. Polemico. Esaltato. Pesante. Una sorta di “Baby Boomer”. Tu che proponi un altro punto di vista, una tua opinione…sei fuori. Eh già, perché sei tu a doverti adeguare, ad uniformarti alla massa. Al peggio. Tu, dicono, devi capire.
Al limite puoi solo protestare su tastiera o in Podcast. O, se sei famoso, sbraitare in un talk-show. Se no, come dicevano alla naja, muto e rassegnato. Zitti. Dovremmo stare zitti, Davide. Scegliere la massificazione. Certo, esprimersi non vuol dire farlo solo per spirito di bastian contrario, per mettersi in mostra, per far sapere che esisti. No, questo no. Bisogna pensare. Pesare le parole. Ascoltare. Confrontarsi senza pregiudizi.Però poi si deve avere il coraggio di schierarsi. E dovremmo tornare ai valori dell’imitazione, dell’interazione, delle esperienze dirette. Quelle che andrebbero trasmesse ai bambini ma che servirebbero tanto anche a noi grandi ”
D.M. “Certamente. Concordo, Andrea. Se no non saremo più in grado di fare nessuna scelta. Anzi, quasi ci siamo a ‘sto punto”
A.M.”Certo, ci siamo in pieno. Dentro fino al collo. Che merda di mondo abbiamo contribuito a creare! Sì, perché hanno la sfrontatezza di chiederti anche perché sei fuori dal coro e chi te le ha messe in testa certe idee. Il buon senso, rispondo sempre io. Che non ha bandiere ne tessere. Quello che non si usa quasi più, in niente. Quello che è stato sovvertito, mistificato, stravolto. La coscienza, per chi la conserva ancora gelosamente, è diventata pericolosa. Il bene oggettivo, pure. Vige, democraticamente dittatoriale, il così fan tutti. Che è il meno peggio, le rare volte che ci va di culo. Tutto viene assurdamente considerato normale, se lo fanno quasi tutti. Si abbassa pressoché a zero il livello d’indignazione, di ribellione. Si accetta passivamente tutto…tutto quello che a molti conviene. Per strada. Nelle case. Al lavoro. Io ho un po’ paura, ti confesso. Ma…rischio ancora, nonostante tutto. Mi espongo. Cerco ancora. Ci provo ad ascoltare, a riflettere…a parlare, se è il caso. Cosa vuoi che ti dica: sarà la deformazione professionale, la sindrome da docente che ho nel dna”
D. M. “Sì, ma stai molto attento. Andrea usa il cervello, che sei più grande di me. Sei vicino ai 50. Occhio a non pestare troppo i piedi a qualcuno, che poi…Non è un ragionamento da vigliacco o da succube il mio…solo che ti voglio bene e quindi…ho paura. Lo sai meglio di me che oggi c’è tanto di assurdo, di strano, di ingiusto. Si è arrivati al punto di dover pagare per lavorare. Niente fisso, spese a carico tuo. Se stai male e hai la febbre? Lavori, lazzarone! Altrimenti stai a casa ma sappi che non guadagni un cazzo. Formazione a carico tuo. Chezzo, sei imprenditore di te stesso: lo sai o no? Sei un imprenditore! Se vendi, guadagni un botto. Se no…colpa tua…fai azione promozionale non remunerata che in futuro potrebbe rendere gratis all’azienda e…Così è, se vi pare. Che fai, accetti? Firmi? Oggi funziona così! Guarda che ne trovo mille che sottoscrivono, eh. Orcorubio dove siamo arrivati! Hai ragione. Hai ragione ma…promettimi che starai attento, ok?”
A.M. “Ma sì, stai tranquillo. Con te mi sfogo. Sei mio fratello. Mi fido. Ti voglio bene. E dire che da piccolo stracciavi i maroni mica da ridere. Una palla al piede. Sei come il buon vino…Comunque, grazie. Grazie, Davide. Mi sono sfogato e per un po’ adesso sto buono. Con mia moglie non sono mai riuscito a parlare davvero. A dialogare. A coinvolgerla. C’ho provato tante volte ma…”
D.M. “Ma…alla prima occasione, tutto veniva usato contro di te. Contro di me. Contro mamma e papà. È un classico, vai tranquillo”
A.M. “Be’, a dire il vero con lei non è stato proprio così. Lo so che Simona ti è sempre stata sulle palle. No, è che mi diceva che non ero registrato del tutto. Che ero strano, un po’ esaltato. Come i prof a scuola: se vai avanti così, ti troverai male nella vita e non concluderai mai niente. Come se per essere uomini si debba per forza concludere sempre qualcosa a tutti i costi. Noioso. Stravagante. Diverso. Polemico. Mettiti d’accordo con te stesso. Sii concreto. Questo mi diceva. Boh?! In effetti riconosco d’essere un tipo particolare. Dolce ma severo. Soprattutto in primis con me stesso. Ma con chi mi sono messa? Chi me l’ha fatto fare? Non ti conosco a fondo! Io ho bisogno di certezze , di solidità, di una guida. Così mi diceva”
D.M. ”Cioè ti voleva biondo ma moro, alto ma non troppo, magro ma anche in carne, ricco e generoso, brillante ma serio, colto e terra terra, poeta e contadi…”
A.M. “Eh…- lo interrompe Andrea- più o meno proprio così. Anche lei uguale. Uguale a tutte”
D.M. “Uguale anche a noi uomini, però. Perché pure noi…”
A.M. “Sì, sì…per carità. Però sono strane. Noi saremo stronzi. Purtroppo alcuni a volte pericolosi e violenti criminali. Ah, se ci fossero pene severe e certe. Se ci fosse volontà di prevenzione, quanti omicidi in meno. Ma questo è un altro discorso molto serio e grave che affronteremo, se vuoi. Tornando a lei…Uguale nel senso che…Sì, stanno spesso con quelli “bravi” ma poi s’annoiano. Che sia proprio sempre colpa nostra? Loro sono immuni da responsabilità? Ti dicono che tu dovresti dire, dovresti fare, dovresti essere ma…loro si chiedono mai come sono e quel che dicono e fanno è sempre perfetto? Io non parlerei di lotte fra generi umani che dovrebbero essere complementari ma parlerei di genere umano, non di sessi contrapposti come fossero eserciti nemici in guerra su quasi ogni campo. Cazzo, s’innamorano di quelli originali, diversi…anche dopo…e poi…poi però vogliono sicurezza, certezze, solidità. Boh ?! Quando poi non vanno con un loro superiore a livello lavorativo che le può agevolare o che comunque esercita il fascino del capo. Anni di lotte femministe, quelle sensate, per poi prendere il peggio del maschio. Boh?! Ecco, in fondo, come fanno a tradire se stesse in autonomia”
Commenti
Ancora non ci sono recensioni.