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Relazioni distanziate

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In piena pandemia, Beatrice e Ludovica, amiche da sempre, cercano di affrontare la quotidianità nel migliore dei modi, anche se messe continuamente alla prova dalle pressioni del lavoro, dell’amore e di tutte le restrizioni che saltellare tra la zona gialla e quella rossa comporta. Beatrice, terrorizzata dal virus, ha trovato nei social network una valvola di sfogo: conosce così Vittorio, che la incanta subito e in poco tempo diventa un’avvenente fonte di distrazione, oltre che un enorme problema sentimentale. Ludovica, invece, è fidanzata con Davide da più di dieci anni e ha già organizzato tutta la sua vita, esattamente come fa con il suo lavoro. Peccato che l’imprevisto sia proprio dietro l’angolo. Nel suo caso, poi, l’imprevisto fa il cuoco ed è un grande appassionato di trekking.

LA SECONDA ONDATA

CAPITOLO 1

Non si può immaginare quante Cinquecento bianche ci siano in giro, finché non ci si innamora di un tipo con la Cinquecento bianca.

Così pensava Beatrice mentre si muoveva nel traffico lento della mattina sull’Aurelia con la sua Fiat Panda gialla modello Panda Cross. Nessuno aveva mai capito perché si fosse presa un simile veicolo – un po’ 4×4, un po’ Apecar, un po’ taxi –, ma gusti personali a parte, in quel momento vedeva ovunque Cinquecento bianche, come se non ne facessero proprio di altri colori.

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Si distraeva non poco cercando di scorgere il passeggero, tuttavia quel giorno era martedì e a causa del mercato il traffico era particolarmente lento, quasi immobile, per cui non correva il pericolo di fare incidenti. Tra l’altro pioveva e non c’erano arcobaleni che dicessero Tutto andrà bene, ma solo un certo sgomento di arrivare in fretta a scuola e il fastidio di essere uscita troppo tardi di casa: come ogni martedì si era assurdamente dimenticata che il mercato avrebbe rallentato tutti gli spostamenti.

 

Ma andiamo con ordine.

Due settimane prima, Beatrice era entrata in libreria in cerca di un giallo da leggere la sera e che la rilassasse: a scuola la situazione era stressante, si temevano contagi e quarantene e tutti erano abbastanza convinti che il tampone molecolare sarebbe presto diventato un elemento del corredo scolastico.

La sera era davvero stanca e le bastavano poche pagine per sprofondare in un sonno spesso agitato, ma che almeno le permetteva di chiudere i contatti col mondo. Le pagine, però, dovevano essere di una certa qualità altrimenti non si sarebbe sentita cullata da parole piacevoli che le facessero da ninna nanna: il disappunto e la noia, infastidendola, avevano l’effetto di tenerla sveglia.

Quindi, già agitata dal fatto di aver quasi finito i libri della riserva, si aggirava tra gli scaffali per acquistare, se c’era, un altro noir di Robecchi, che aveva scoperto grazie a Carla e che aveva gradito molto. Sperando di trovare qualche volume che ancora non possedeva, si era messa a rovistare nel settore della Sellerio e si era accucciata vicino ai libri perché i titoli piccoli piccoli in caratteri bianchi sono davvero seccanti da leggere.

La ricerca sembrava infruttuosa, Beatrice stava già per scoppiare in lacrime, quando una voce le aveva chiesto: «Ma stai cercando Montalbano?».

«Come, scusa? In realtà no…» aveva risposto, alzando lo sguardo.

«Ma quelli blu non sono di Montalbano?»

Ma chi è questo lettore occasionale? aveva pensato. «La Sellerio mica pubblica solo Camilleri, ma anche molti altri, anche se con Camilleri deve aver fatto davvero i soldi.»

«No, no, io non voglio Camilleri, voglio Montalbano.»

Il tipo non solo non era un lettore occasionale, ma neanche un fruitore di un qualsiasi prodotto televisivo commerciale di minimo impegno e siccome fare la professoressa ha l’inconveniente che poi si trattano tutti come alunni, lo sguardo e le mani di Beatrice avevano comunicato chiaramente la domanda: Come fai a non sapere che Montalbano è il personaggio e Camilleri l’autore?

Allora lo sconosciuto verso cui ormai Beatrice puntava gli occhi aveva replicato: «Scherzavo! Certo che so che Montalbano è il personaggio e Camilleri l’autore!».

Accidenti, proprio le stesse parole che Beatrice aveva pensato. Questa coincidenza, il tono dell’uomo e l’immagine di se stessa nelle vesti della prof che non smonta mai l’avevano fatta ridere di cuore.

Il tipo, che poi si chiamava Vittorio, aveva aggiunto subito: «Che vuoi, lo so, sono un simpaticone. Comunque, devo fare bella figura con un regalo, ma sono indeciso tra un giallo e un libro di ricette. Cosa mi consigli, signorina?».

Anche se aveva la mascherina, Beatrice era certa che dovesse avere una gran faccia da schiaffi, un genere che non le aveva mai detto granché, e nello stesso tempo un tipo pieno di ritmo e sagacia che la faceva sorridere.

Gli aveva dunque consigliato Robecchi, ma anche Manzini, in pratica poteva sembrare una promotrice della Sellerio, ma era contenta di proporre a una mente vergine le sue letture.

Dopo qualche scambio di battute e consigli, Beatrice si stava avviando alla cassa con Torto marcio di Robecchi tra le mani, quando Vittorio le aveva chiesto se poteva aggiungerla su Facebook.

Lei, ovviamente e con nonchalance, aveva annuito.

Quindi se ne era andata a casa un po’ lusingata e un po’ di fretta perché ancora doveva passare a prendere il latte.

 

Un incontro metropolitano decisamente romantico, quasi alla Notting Hill.

La collega e amica Carla era profondamente intenerita e quasi emozionata mentre ascoltava dalla bocca della giovane Beatrice di questo rendez-vous inaspettato e casuale.

Ebbene, tutto falso: questa era la versione che aveva dato a Carla, troppo grande e seria, a parer di Beatrice, per comprendere la verità.

Vittorio era stato trovato su Tinder.

Durante l’estate Lorenzo, il confidente maschile di una vita, le aveva suggerito di scaricare questa nota applicazione di dating, pubblicizzandola come indispensabile per una ultra-trentenne moderna con poco tempo a disposizione per fare nuove conoscenze dal vivo e occasioni di socialità limitate a causa della pandemia.

«Ma non è per maniaci alla ricerca solo di sesso?»

2023-03-20

Evento

Centro dal Libro alla Solidarietà, via dei Colli 4 a Massa Sabato scorso la prima presentazione di Relazioni distanziate: doveva essere un piccolo incontro intimo, invece sono venute moltissime persone, tanto che gli ultimi non sono neanche riusciti a entrare! Che dire, è stato davvero un bel momento, ho sentito l’affetto di moltissimi amici e colleghi, ho abbracciato persone come non mai da prima del Covid e ci siamo tutti molto divertiti. Per chi non è riuscito a partecipare dal vivo c’è la registrazione su Facebook, ma c’è anche la possibilità di seguire la seconda presentazione che si terrà sabato 1° aprile alle 17:30 in via dei Colli 4 a Massa presso il Centro dal Libro alla Solidarietà (il portone a monte del Seminario vescovile, avete presente?). Vi aspetto numerosi!
2023-02-16

Aggiornamento

Grazie a tutti i miei sostenitori! In pochi giorni sono state prenotate un sacco di copie! Ma ditemi: qual è il vostro personaggio preferito?

Commenti

  1. Anna Manfredi

    (proprietario verificato)

    Il mio personaggio preferito è Ludovica, il perché lo potete scoprire solo leggendo questo scoppiettante libro, e capire come una trentenne non finisca mai di mettessi in gioco!

  2. Anna Guadagnucci

    Sono contenta che ti sia piaciuto!

  3. Vale Ria

    Amori, amicizie, zone rosse violate e regole infrante. Un cocktail perfetto per un romanzo frizzantino da leggere tutto d’un fiato!

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Anna Guadagnucci
Nata nel 1982, è laureata in Lettere antiche presso l’Università di Pisa dove ha conseguito anche il dottorato di ricerca in Storia. Vive a Massa e da quasi dieci anni insegna italiano nella stessa scuola. Ha scritto un saggio e vari articoli sull’Italia romana, “Relazioni distanziate” è il suo primo romanzo.
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