Può un semplice caffè mettere in discussione tutto quello in cui uno crede? Questo è ciò che succede a Paolo quando il caso fortuito lo mette sulla strada di Isabelle, giovane donna che ha su di lui gli stessi effetti di un torna – do. Un viaggio in Normandia, terra natia di Isabelle e luogo sconosciuto per Paolo, diventa l’inizio di una follia che li porterà a uscire dalla comfort zone in cui entrambi si erano rifugiati, affogando lentamente in paure e dolori. Un percorso che si conclude tra le barche ormeggiate a Honfleur e che insegna a Paolo e a Isabelle a voltare pagina e a raggiungere la felicità.
Una canzone fondamentale
della mia vita recita:
“The hardest part of ending
is starting again”.
Proprio nel momento
della mia vita in cui tutto
sembrava spento, il bisogno
di scrivere mi ha salvato.
Paolo si ritrovò sommerso da pensieri soffocanti da solo in un bar, dopo aver finito la sua giornata a lavoro.
Il concetto di bello sembrava svanito dalla sua vita e la tristezza aveva preso il sopravvento.
Era una giornata piovosa di luglio dove anche i colori faticavano a uscire.
Non era facile vivere in una città come Milano nelle giornate di pioggia, il traffico impazziva e sembrava tutto grigio e privo di gioia.
Sollevò lo sguardo in cerca di qualcuno a cui ordinare un cappuccino e tutto all’improvviso cambiò radicalmente.
«Ciao… che succede? Sembri triste, vuoi un caffè?»
Alzò gli occhi e pensò… No, non può essere vero.
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Singhiozzò e parlò a stento: «Sì…».
Uscì solo questo verso dalla sua bocca con una voce talmente flebile che quasi non venne percepita.
Lei bellezza leggendaria da romanzo… una di quelle che credi non possano nemmeno esistere al mondo.
«Mi chiamo Isabelle, e tu sei?»
«Paolo…»
Ordinò, e mentre sorseggiava il suo cappuccino e la guardava in tutto il suo splendore, pensò… Da quando parlare è così bello?
In fondo Paolo aveva sempre odiato il dialogo con altre persone, specialmente con chi non conosceva.
Nella sua mente si domandò: A quando il prossimo incontro?
Il tempo si era fermato… le lancette dell’orologio osservavano in religioso silenzio cosa stava succedendo intorno.
Isabelle, dove sei stata tutto questo tempo?
Questo passava nella testa di Paolo mentre lei, con voce soave e accento non propriamente italiano, raccontava le sue origini della Normandia e della sua difficoltà di ambientamento in una metropoli come Milano.
Il tempo scorreva e Paolo si rese conto di non aver ascoltato quasi nulla di quello che Isabelle gli stava raccontando, perso nei suoi occhi e nelle labbra carnose che desiderava fortemente baciare.
«Per te è normale parlare come stai parlando con me?»
«No… non lo è affatto, Paolo.»
«Allora come ti spieghi che mi sembra di conoscerti da sempre, e com’è possibile che mi sembra di avere i tuoi occhi tatuati nei miei? In fondo nemmeno so chi sei.»
«Io nemmeno… ma ti stavo aspettando da tutta la vita… e ora sei arrivato.»
Le parole di Isabelle risuonarono come un tuono nel cuore di Paolo che, totalmente impreparato, la osservò in silenzio mentre usciva da quel bar.
emanuelasartor (proprietario verificato)
Era da tanto che aspettavo il momento in cui la mente libera mi avrebbe permesso di gustarmi questa lettura..il mio timore era – per usare le parole del libro – che “nell’immaginario collettivo è risaputo che il piacere dell’attesa di una cosa che si desidera non sarà mai appagata al 100%”..
Beh, fin dalle prime pagine sono stata rapita dal racconto apparentemente leggero ma che in realtà si è rivelato molto introspettivo.. Non è difficile trovare un po’ della propria vita nei sentimenti contrastanti dei protagonisti e così ho preferito abbandonare l’idea di leggerlo tutto d’un fiato e lasciarmi alcune pause per immaginare delle mie risposte, delle mie reazioni e conclusioni trovandomi nella stessa situazione (non ho comunque resistito più di 3 giorni per finirlo 😜).
Auguro a tutti di vivere almeno un momento in cui “le lancette dell’orologio osservano in religioso silenzio cosa sta accadendo” perché vuol dire che i sentimenti e le emozioni hanno avuto la meglio anche sul tempo che troppo spesso nella vita ci fa scegliere con troppa razionalità o non scegliere lasciandoci scorrere la vita addosso..
Grazie Stefano, per averci guidato verso il Honfleur che tutti abbiamo dentro di noi e abbiamo un disperato bisogno di ritrovare nella vita di tutti i giorni che è preziosa e di cui non bisogna perdersi nemmeno un respiro!
A quando il prossimo viaggio?!
mstradella1
Complimenti Stefano, lettura molto scorrevole, storia d’amore fantastica. La dedica che hai fatto a Simona è stupenda, mi sono commossa.
Ste Add (proprietario verificato)
Una piacevole lettura che scorre via velocemente. L’autore è riuscito a catturare la mia attenzione fin dalle prime pagine e man mano che lo leggevo era sempre di più il desiderio di non staccarmi dal racconto. Complimenti a Stefano per la sua opera. Continua così