Il Rompi Palle Professionista (RPP) è un eroe sui generis dotato di un unico potere e con un unico compito importantissimo: notare quei dettagli spesso ignorati dal mondo distratto, ma che rappresentano la “via” per riconoscere le stelle nascoste in ogni luogo all’apparenza banale. Dalle stranezze di Soroca, capitale dei Rom, alle bellezze di Ariano Irpino, capitale del tarallo, passando per Siena, l’ascella del mondo, capace di lenire le infiammazioni dell’inquinamento urbano e morale. Dai treni in ritardo ai luoghi mistici, nei quali l’RPP apprende gli intrighi e i tradimenti della professoressa Guerriera, affrontati con indomito coraggio e con la storia improbabile di Abdul del Kenya, emigrante ex costruttore di canoe in teak. L’autore mette a nudo le storie della propria vita per divertire e regalare una nuova visione sugli accadimenti che costellano le nostre giornate, ma soprattutto per restituire il giusto riconoscimento a chi è stato chiamato almeno una volta rompi palle, perché possa alzare la testa, dispiegare il mantello e con orgoglio riconoscersi in un RPP.
CAPITOLO 1. CHI, DOVE, QUANDO, COME E SOPRATTUTTO… PERCHÈ?
È da un paio di giorni che mi chiedo: come si comincia un libro? Usare un approccio fiabesco come “C’era una volta”? Un austero “Anno Domini”? Oppure un fantascientifico “Diario del capitano, data astrale -2.205.221,92”?
Non mi assumo responsabilità sull’accuratezza della data astrale, questa è quella che è uscita fuori oggi usando il convertitore di data astrale presente nell’incredibilmente accurato sito Magnaromagna.it. Come mai nel sito Magnaromagna.it ci sia un calcolatore di anno astrale, temo resterà un mistero.
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Probabilmente non è opportuno aprire parentesi così lunghe, ma è bene che cominciate ad abituarvi fin da subito perché sono un saltatore pindarico di levatura olimpica. In realtà sarebbe meglio usare il termine “olimpionica”, in quanto “olimpico” si usa per riferirsi alle cose e ai fatti relativi al monte Olimpo… va bene, la smetto, sto esagerando.
Niente di tutto questo, io scelgo di iniziare raccontandovi qualcosa di me. Se non altro, per permettervi di indirizzare le vostre imprecazioni o le vostre risate compiaciute o compassionevoli a una persona con caratteristiche concrete.
Bene, allora eccomi, sono fieramente irpino di nascita, perugino d’adozione universitaria e brianzolo per migrazione lavorativa. Sono un geek cresciuto a Risiko, Simpson e cartoni animati giapponesi anni ’80 che guardavo sulle reti televisive locali.
Sono felicemente sposato con una donna fantastica ed è nata da poco mia figlia, che letteralmente adoro.
Sono di orientamento “Over” (Sopra). Non parlo di posizioni dell’amore, né di orientamento politico; parlo di qualcosa di molto più profondo ed esistenziale, che divide la gente che vive in Paesi del primo e secondo mondo in due sole categorie: quelli che mettono il rotolo di carta igienica sull’apposito sostegno, con il lembo libero che pende dall’alto e davanti al rotolo (Over), oppure che spunta da sotto, dietro al rotolo, nella zona più vicina al muro (Under). Può sembrare cosa di poco conto, ma non lo è. La risposta su quale sia l’orientamento corretto ce la offre lo stesso inventore del rotolo così come lo conosciamo oggi, Seth Wheeler, che nel suo brevetto del 1891, mostra un’illustrazione della sua creazione, posizionata con orientamento Over sul porta-rotolo. Nascerebbe spontanea la domanda se sia nato prima il rotolo o il portarotolo o se sono stati inventati insieme, ma non è questo il momento di approfondire tale aspetto. Vorrei invece soffermarmi un attimo sulla psicologia che si nasconde dietro a chi posiziona il proprio rotolo in modalità Over o Under. Sono stati fatti studi psicosociologici al riguardo nei quali, credo, la maggiore difficoltà è stata quella di evitare che gli intervistati mandassero i ricercatori a srotolare il proprio rotolo, posto nell’orientamento a loro più congeniale; ma la mia personale interpretazione psicologica, e forse anche filosofica, di questa tendenza è la seguente: chi, come me, predilige l’orientamento “Over”, è una persona a cui piace agire alla luce del sole, è più attento alla praticità, all’efficacia dei propri gesti e all’efficienza delle proprie azioni. Infatti, il lembo libero è più vicino e quindi più facile da raggiungere e prelevare. Inoltre, non resterà mai né nascosto né incastrato.
silvy.camaraschi
Davvero carina sia la presentazione che la sinossi, ha stimolato la mia curiosità.
renzino.vidali
Molto interessante e poi mi ha riportato indietro alla mia infanzia spensierata e divertente con i miei nonni in campagna.
barbara.nardozi
Gli occhioni di questo cagnolino mi hanno attirato, ma l’anteprima mi ha steso dal ridere! Non vedo l’ora che arrivi! Complimenti R.P.P.