Mondragone è un territorio, come direbbe qualcuno, “benedetto da Dio, ma maledetto dagli uomini”. La cittadina vanta un passato storico-culturale immenso; non è un caso che i romani trascorressero le giornate presso l’antica colonia di Sinuessa, all’epoca situata proprio in queste località. Come spesso accade, però, la sua storia negli anni è stata accantonata per dare spazio a un malsano immobilismo; una condizione in cui ancora oggi la città versa e che ha condotto giovani e meno giovani a porsi costantemente una domanda: “Scappo o resto?”. Niccolò, Salvatore e Luigi crescono insieme, in quella stessa terra che li costringe a compiere scelte diverse, scelte sofferte o incaute, ma ciascuna foriera di inevitabili conseguenze sulla vita di ciascuno di essi.
INTRODUZIONE
Mondragone, per chi non la conoscesse, è una ridente cittadina marittima della provincia di Caserta a pochi chilometri dal fiume Garigliano, che segna il confine tra Campania e Lazio. Viene vista come la città dalla posizione geograficamente perfetta: clima temperato, paesaggi mozzafiato, storia antichissima e mare cristallino. Descritta in questo modo, si potrebbe pensare a un luogo che nel periodo estivo viene letteralmente preso d’assalto dai turisti. In effetti, fino all’inizio degli anni Novanta, era proprio così, ma oggi qualcosa è cambiato. Il turismo continua a esserci – sia chiaro – ma la scarsa pubblicità, associata a servizi appena sufficienti e alla preoccupante involuzione del territorio hanno spinto parte dei bagnanti a preferire luoghi più distanti. Anche se questi ultimi, nonostante il mare pulito e cristallino, dispongono di lungomari meno estesi e sicuramente sono sprovvisti delle colorate dune che invece contraddistinguono le spiagge della cittadina casertana.
Dunque, cosa è cambiato?
Secondo alcuni, Mondragone “ha tutto, ma non ha niente”: qual-che locale o ristorante in prossimità del mare, ma ben poche attrattive. L’economia aumenta nel periodo estivo, mentre d’inverno semplicemente si attende. Eppure, in molti ritengono che la città disponga di risorse innate: dal mare alle terme naturali, dai prodotti tipici fino ad arrivare alle sue affascinanti origini, testimoniate dalle strutture di età romana e medioevale che ancora s’intravedono.
Ciononostante, evidentemente qualcosa è andato storto.
Si sono succeduti una serie di eventi che, da un certo punto in poi, hanno letteralmente paralizzato la città, lasciandola in una condizione di stallo che perdura ormai da decenni, sotto gli occhi di tutti. Spesso tutto ciò viene attribuito alla mentalità sbagliata e alla mancata crescita culturale.
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Sta di fatto che generazioni di giovani – e meno giovani – hanno scelto di voltare pagina. Spinti dalla voglia di evadere e in cerca di occupazioni più redditizie, hanno abbandonato le ricchezze della loro terra per andare a coltivarne altrove. Sono fuggiti per la mancanza di stimoli ma, soprattutto, per non dover più sopportare quel malessere collettivo che non li ha resi liberi di spiccare il volo.
Altri, invece, hanno deciso di restare e provare a cambiare rotta; qualcuno per se stesso, qualcun altro per lasciare una città più vivibile ai figli. Altri ancora, pur restando, non hanno avuto la forza di venir fuori da quel limbo e, inevitabilmente, sono rimasti a loro volta imprigionati; come se per inerzia o per paura avessero avuto il timore di emergere, prendendo per verità assoluta ciò che da anni viene raccontato dagli altri, da gent.
A Mondragone il giudizio da gent ha plasmato per decenni le menti degli uomini che hanno abitato queste terre. Il risultato di tale forte condizionamento ha portato a una complessa spersonalizzazione di buona parte degli abitanti. Il semplice fatto di fare troppo o troppo poco per non sentirsi criticati ha letteralmente impigrito generazioni di uomini e donne che, trovandosi di fronte al bivio, hanno avuto timore di scegliere; alcuni hanno sbagliato direzione, oppure, ancora peggio, hanno lasciato scegliere altri al posto loro.
“È la società in cui viviamo, non possiamo farci nulla” direbbe qualcuno. Quindi si continua a sbagliare a oltranza? Ci si comporta come se il problema fosse irrisolvibile? Come se quell’atteggiamento fosse la chiave giusta per la porta su questo mondo? Ma come uscire da questo limbo?
Se la risposta fosse alla portata di tutti, non saremmo qui a disquisirne. Eppure, quello che tutti sanno è che Mondragone dispone di grandi potenzialità: ricchezze turistiche e storico-archeologiche poco valorizzate o, più propriamente, gestite male.
La realtà, purtroppo, è che non vi sono risposte universali, ma solo storie di vita che possono far riflettere. Esperienze, malesseri, gioie e aspettative che non sono uguali per tutti; perché ognuno vive la vita a modo suo e perché per ogni scelta c’è sempre un’inevitabilmente conseguenza.
Spesso amici, parenti o semplici conoscenti ci spingono a scappare via da queste terre. “Devi andare via!” dicono. “Lascia questa terra! Qui non c’è lavoro, non c’è speranza, non c’è futuro. Vuoi vivere o sopravvivere?” Coloro che parlano in questo modo sono spesso quelli che restando non hanno avuto la forza di cambiare le cose e, col tempo, si sono convinti di aver sbagliato. Quindi cercano in buonafede di indicarci strade diverse per non farci commettere i loro stessi errori.
Tuttavia, a prescindere da gent o dalle difficoltà locali, una scelta è inevitabile e prima o poi tutti – in un momento preciso e imprevedi-bile – si troveranno davanti a quel bivio con il proprio zaino in spalla pieno di sogni, obiettivi, ambizioni, paure e incertezze.
Faranno la loro scelta e percorreranno la strada che in quel mo-mento reputeranno più giusta: consci che, prima o poi, dovranno necessariamente assumersi tutte le responsabilità che ne conseguiranno.
C’è chi scappa e non ha mai la risposta tra le mani. Non di rado viene considerato un codardo solo perché sceglie un luogo meno problematico in cui vivere. La verità è che ci sono motivazioni che vanno al di là di qualunque giudizio e rinunce che chi è costretto a emigrare deve inevitabilmente affrontare. Il sacrificio più grande? Il distacco dai propri affetti. Poi, ci sono la grande voglia di emergere e la consapevolezza di poter avere migliori prospettive lavorative.
È anche vero, però, che qualche volta il “figliol prodigo” ritorna; ma spesso chi manca per troppo tempo, improvvisamente si sente un estraneo nella propria terra, un disadattato in quella che per anni è stata casa.
C’è chi resta e si rassegna, accontentandosi di un futuro incerto e facendosi spesso assorbire da quella realtà. Oppure c’è chi rimane e prova a cambiare le cose.
Questa storia parla di giovani mondragonesi: amici e fratelli di vita, dagli anni Novanta a oggi, che hanno l’età giusta per sognare, correre e scegliere. Crescono in questa terra: la vivono, la trasformano, la distruggono e molto spesso le mancano di rispetto. Tuttavia – in un momento storico mai ben precisato – saranno costretti a scegliere chi e che cosa essere, in una realtà fatta di gente perbene, incompresi e individui che si credono più furbi degli altri ma che, fondamentalmente, non rappresentano altro che l’ennesimo fallimento della società a cui appartengono.
Dunque, non di rado, chi vive in territori difficili è costretto a scegliere il proprio futuro con largo anticipo, quando spesso si è troppo immaturi per farlo. A quel punto, l’equilibrio sottile che separa un successo da un fallimento può essere salvaguardato solo da chi, effettivamente, sa quando e come intervenire: una madre premurosa, un padre attento, un amico sincero, un semplice conoscente oppure quel nonno saggio che ognuno di noi avrebbe voluto avere. Ed è qui che ci verrà in aiuto nonno Giovanni: un uomo dal bagaglio culturale immenso che, avendo fallito col proprio figlio, tenta di rimediare lasciando qualcosa di sé al nipotino Niccolò. Un padre, infatti, ha una sola possibilità per insegnare qualcosa al proprio figlio, mentre un nonno ne ha una seconda per rimediare agli errori commessi.
In quel momento sei solo, su quel ciglio. Davanti a te hai il monte Petrino con la sua Rocca che si affaccia sul mare, il cielo terso che ti permette di intravedere le lontane isole e una decisione da prendere: scappo o resto? Una strada da percorrere, una scelta da compiere con tutte le responsabilità che ne deriveranno.
Giuseppe Carrino (proprietario verificato)
Già dalle prime pagine mi sono trovato immerso in un ambiente molto familiare. La lettura mi ha permesso di vivere un viaggio intenso ed emozionante. Mi sono immedesimato nelle esperienze di vita del protagonista con il risultato ottenuto di vivere in prima persona le emozioni raccontate. Bello e coinvolgente, ho divorato il libro in poche ore
Giuseppe Carrino (proprietario verificato)
Già dalle prime pagine mi sono trovato immerso in un ambiente molto familiare. Mi è sembrato di vivere in prima persona la storia raccontata e la lettura mi ha permesso di vivere un viaggio intenso ed emozionante. Mi sono immedesimato nelle esperienze di vita del protagonista con il risultato ottenuto di vivere in prima persona le emozioni raccontate. Bello e coinvolgente, ho divorato il libro in poche ore
Giuseppe Christian Basile (proprietario verificato)
Leggendo i commenti non posso fare altro che affermare quanto di positivo è stato detto dagli altri lettori. Al fine di non essere ripetitivo mi limiterò semplicemente nel consigliare questo libro a tutti, perché ho riscontrato valori e tematiche che possono far riflettere dall’uomo adulto al ragazzo adolescente.
Complimenti all’autore.
Tonino Logan (proprietario verificato)
Romanzo letto in mezza giornata grazie ad una scrittura scorrevole e mai stucchevole.
Sfogliandolo man man si percepisce la consapevolezza che l’autore ha nel raccontare si le bellezze culturali di un posto ben preciso ( la sua città nativa) ma soprattutto, a parere personale, la capacità di portare indietro nel tempo il lettore facendo rivivere ricordi e facendo riflettere a chi, come me ragazzo del sud che ha lasciato la propria terra, quanta poca importanza diamo alle cose che ci sembrano scontate finché le abbiamo a portata di mano o sotto il naso ogni giorno.
Ci sarebbero ancora tante cose da dire ma non vorrei raccontare troppo a chi ancora deve leggere il romanzo!
Attendiamo il prossimo!
Denis Zago (proprietario verificato)
Ho avuto il piacere di leggere la bozza di questo romanzo. Conosco l’autore e so bene quanto abbia a cuore queste tematiche che riguardano ognuno di noi. Consiglio la lettura a tutti perché anche a me, che sono di origini venete, questo romanzo ha lasciato un messaggio importante. Tutti possono scrivere un libro, ma solo pochi riescono con le loro storie a lasciarti veramente qualcosa. Complimenti!
MARIO PASSARO (proprietario verificato)
Consiglio la lettura di questo romanzo che affronta la tematica seppur delicata, con grande semplicità. L’autore coinvolge in maniera diretta e fornisce descrizioni precise e reali. Consigliatissimo e in attesa del prossimo romanzo 🙂
Concetta Brunetti (proprietario verificato)
Con una scrittura semplice e diretta questo romanzo porta il lettore a molteplici riflessioni. Molti di noi si sono chiesti, almeno una volta nella vita, se valesse davvero la pena restare in un luogo che, ahimè, tante volte non ti da modo di emergere. Lo scrittore, a mio avviso, attraverso il rapporto nonno-nipote ha affrontato un tema di un’estrema importanza morale e culturale: il dovere di tramandare ai posteri il rispetto per le ricchezze che forse ci sono state donate immeritatamente. Chi di noi non ha avuto un “nonno Giovannino” che instancabilmente ci raccontava la magia del posto in cui era nato? Chi di noi non si pente di non aver dato la giusta importanza o di non aver ascoltato con la dovuta attenzione quei racconti quando era ancora possibile? E come diceva qualcuno: “Il giovane cammina più veloce dell’anziano, ma l’anziano conosce la strada.”!
Federica D’Orso (proprietario verificato)
Ho letto l’anteprima e devo dire che l’ho trovata estremamente interessante per questo attendo con impazienza di riceverlo a casa.
Dalla preview si capisce subito che il libro offre riflessioni su una tematica importante ma in maniera leggera tanto che risulta estremamente facile immedesimarmi già solo leggendo le prime righe. Credo sia un libro utile e concreto, un libro assolutamente da provare!
Anna Antonella Capozzi (proprietario verificato)
Ho acquistato questo libro dopo averne letto la trama.
Spinta dalla curiosità ho iniziato già a leggere il formato PDF inviatomi e devo dire che sta soddisfacendo pienamente le mie aspettative!!
Il romanzo è scorrevole, si legge con piacere e affronta in maniera semplice, ma non superficiale, tematiche storiche del nostro amato sud e scelte,non sempre facili,che molti giovani si ritrovano spesso ad affrontare.
Ne consiglio vivamente la lettura.
Claudio Caracò (proprietario verificato)
Divorato in sole 4 ore!
L’autore con semplicità e scorrevolezza è riuscito a tenermi attaccato al testo raccontando aneddoti e avventure che in buona parte ho trovato familiari. Con i giusti accenni di storia, il romanzo tratta benissimo e nei minimi dettagli, il tema che affligge una buona parte di ragazzi meridionali che vivono in realtà come quelle descritte, cercando allo stesso tempo di far tesoro degli errori e delle conseguenze che scaturiscono dalle “scelte” che ognuno di noi fa durante la propria vita.
Consiglio la lettura di questo testo a tutti, ma soprattutto a coloro che come me hanno affrontato la vita “da ragazzo del Sud”, e che oggi, dopo aver percorso abbastanza strada si legge e si ritrova descritto tra le righe di questo romanzo, ricordando ancora una volta di non dimenticare mai la propria terra e le proprie origini.