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Secondo cerchio

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Sabine e Samantha sono fidanzate da due anni; hanno una vita scandita dal lavoro e da cene in compagnia dei loro amici, Adriana e Mario, coppia esemplare, e Patrick, allegro dongiovanni. Tutto all’apparenza sembra perfetto. Ma quando Patrick le accompagna per la prima volta in un club privé, le due ragazze scoprono un mondo nuovo, arrivando a chiedersi quali siano i loro
più intimi desideri. È in questo luogo di piaceri che si nasconde il pericolo. Un serial killer prende di mira le due ragazze, lasciando dietro di sé una scia di sangue. Nella ricerca del loro aguzzino, Sabine e Samantha affronteranno misteri del passato e omicidi irrisolti, trovandosi pian piano al centro dell’orrore.

 

CAPITOLO UNO
“And the Germans killed the Jews,
and the Jews killed the Arabs,
and the Arabs killed the hostages,
and that is the news.”

«Andiamo sul leggero con la musica stasera, Mario!»
«Caustico, ma colpisce nel segno» rispose il padrone di casa.
«Alla fine è un po’ la vecchia storia del pesce grande
che mangia il più piccolo» buttò lì Samantha.
«Tesoro, non aprire questo discorso che poi va a
finire male, come l’altra volta…» la placò Sabine.
«Parlando di cose serie… Mario, a che punto sei
col cipollotto?» chiese Adriana al compagno.
«Quasi fatto!»
«Dai che io ho già finito con le zucchine e i peperoni.
Patrick! Hai stappato il Lagrein, che deve ossigenare un po’?»
«Sì, sì…»Continua a leggere
Continua a leggere

Era una normale cena tra amici, come sempre
a casa di Mario e Adriana, giacché lui era un ottimo
cuoco e solitamente si assumeva la responsabilità di
preparare le vettovaglie per la truppa. Adorava avere
gente a cena, così poteva sbizzarrirsi ai fornelli. Con
Adriana non erano sposati, anche se lui aveva più volte
avanzato la possibilità, che veniva prontamente
bocciata. Lei era cresciuta in una famiglia di estrema
sinistra anticlericale. “Non c’è bisogno di una firma
per amarsi” era solita rispondere a chi chiedeva perché
non avevano ancora fatto il grande passo. A Mario
andava bene così. Più o meno.
Poi c’era Patrick. Il Rodolfo Valentino de’ noantri!
Una compilation di donne passate sotto le sue grinfie,
ma mai nessuna che sia stata in grado di mettergli il
guinzaglio all’anulare. Oddio, una ci stava per riuscire.
Ma lui si era svegliato in tempo.
Sedute sul divano, sotto un poster ben incorniciato
che riproduceva La primavera di Botticelli, perfettamente a
loro agio contornate dalle allegorie e dalle
bellezze che il pittore aveva creato, quasi facessero
anche loro parte del dipinto, c’erano Sabine e Samantha.
Sogno erotico di Patrick, e non solo. Stavano
felicemente insieme da quasi due anni.
«Sabine, hai preparato un po’ di Hugo per tutti?»
chiese Adriana, pregustando quello che da qualche
anno era diventato il tipico aperitivo bolzanino a base
di prosecco, acqua minerale, sciroppo di sambuco e
menta.
«Devo solo metterci le foglie di menta» rispose
con una spiccata cadenza tedesca.
«Cosa ci prepari per cena, Mario?» chiese Samantha.
«Per antipasto delle tartine di melanzane col salmone,
dopo un risottino allo speck e mirtilli. E poi il
resto lo scopri strada facendo.»
«Uhm! Fame, fame, fame, fame…»
«Sì, tra un po’ è pronto.»
«Sammy,» iniziò Patrick, con il tipico tono di voce
di chi sta dicendo una minchiata, «cosa dite se, finché
il nostro grande chef non finisce di preparare la cena,
tu e la Sabi non vi sbaciucchiate un po’ calorosamente
e poi carichiamo tutto su Youporn?»
«Ne abbiamo già caricato uno ieri! Come, non
l’hai visto? Pensavo ormai fossi azionista di Youporn,
con tutto il tempo che ci passi sopra…» rispose sagacemente Samantha.
«Anzi, se dopo Adriana ci presta la camera, facciamo
ben altro…» Sabine calò il carico.
«Ora devo proprio bere!» concluse Patrick scuotendo
la testa. «Voi due mi farete impazzire.»
«Ma come? Con tutte quelle che hai visto, non hai
ancora fatto un ménage a trois con due donne?» lo
punzecchiò Mario con un pizzico d’invidia.
«Sì, ma due donne… non sono loro due!» rimarcò.
«Non capisco questa fantasia erotica che avete
voi uomini di andare a letto con due donne.
Ma scusate: se sono lesbiche, anche se ci fosse un uomo,
tenderebbero a ignorarlo in quanto omosessuali. O no?»
dubitò Adriana.
«Lasciali sognare» rispose Samantha con noncuranza.
«Perché, voi donne non avete fantasie erotiche?»
chiese incuriosito Mario.
«Sì. “Ma i segreti nascosti dentro i cassetti…
quelli non si raccontano2
”» canticchiò Adriana sulle note
di Niccolò Fabi.
«Tornando al discorso di prima,» iniziò Mario rivolto
a Samantha «sei proprio sicura che sia giusto
asserire che il pesce grande deve mangiare il più piccolo?
Estremizzando la cosa potrebbe sembrare una
giustificazione alla guerra, o all’omicidio,
e farli passare come una cosa naturale.»
«Non mettermi in bocca cose che non ho detto»
rispose.
«Se posso mi candido io per quello!» interruppe,
non senza malizia, Patrick.
«Per fare cosa?» chiese la diretta interessata.
«Per mettere in bocca cose…»
«Simpatico! Sogna, bello! Solo io posso sfamare la
sua bocca!» intervenne Sabine.
«Facciamo che decido io cosa mettere, o non
mettere, nella mia bocca!» sbottò Samantha, alquanto
infastidita dalla divagazione che aveva preso la
discussione.
«Comunque non è assolutamente una giustificazione alla
guerra o all’omicidio, non potrei mai. Per
me la vita è sacra, anche quella del peggior criminale.
Sono anche contraria alla pena di morte.»
«Io invece sono favorevole» intervenne nuovamente
Patrick senza far finire il discorso all’amica.
«Non avevamo dubbi!» ridacchiò Adriana. «Ma
io sono d’accordo con Sammy. Con che diritto togli
la vita a un’altra persona? Chi sei tu per decidere se
qualcuno merita di vivere o meno?»
«Be’, per cominciare ci sono delle leggi da rispettare,
se non lo fai vai in galera» iniziò il single del
gruppo.
«Appunto! In galera! Non all’altro mondo!»
interruppe energicamente Adriana.
«Secondo me, se uccidi un innocente, o una persona
che sta semplicemente facendo il suo lavoro, e lo
uccidi tentando di rapinarlo, o più semplicemente uccidi un
uomo indifeso, non meriti di vivere» continuò Patrick.
«Per non parlare di chi fa male ai bambini…» disse
quasi tra sé e sé Mario, come proseguendo il discorso
dell’amico.
«Spero stiate scherzando» disse piccata Samantha.
«Mi spaventa pensare che qualcuno possa vendicarsi
da solo. Avrei paura di possibili eccessi» continuò Sabine.
«Avete sentito di quella ragazza trovata uccisa
l’altro giorno fuori città?» chiese Adriana.
«Ammetto che, se una cosa del genere succedesse a mia figlia,
non so come reagirei se mi trovassi di
fronte il colpevole» commentò Mario.
«Io credo che urlerei, piangerei, forse gli darei anche una
sberla, ma non credo sarei in grado di ucciderlo» glossò Sabine.
«Io non saprei,» ammise Adriana «al telegiornale
hanno detto che non hanno nemmeno fatto vedere il
corpo ai genitori, tanto era martoriata.»
«Mah, sai benissimo che i giornalisti esagerano
sempre!» intervenne Samantha. «Chissà come sono
andate realmente le cose.»
«Secondo me, comunque, parlate perché non vi
siete mai trovate in una situazione di reale pericolo»
sentenziò Patrick. «Se veniste aggredite e foste armate,
secondo me anche voi sparereste senza pensarci su
due volte!»
«Ragazzi, ma vi ricordate quanto era bello quando a
cena parlavamo di sesso?» proferì Mario, cercando di
raffreddare gli animi che la discussione
aveva scaldato.
«Vuoi sempre parlare di argomenti che non conosci,
amore?» incalzò Adriana, provocando l’ilarità dei
commensali.

CAPITOLO DUE
La cena andò bene, il cibo era ottimo, il vino mirabile,
la compagnia fenomenale. Il tasso alcolico
era da ritiro della patente: la congrega si era bevuta
una bottiglia di prosecco per l’Hugo, una bottiglia
di Lagrein, una di Blauburgunder, e le donne una di
Gewürtztraminer. Col caffè, una grappetta e poi un
bel limoncello per terminare.
«Io proprio non vi capisco» iniziò Patrick,
lanciandosi in una discussione sesso-centrica come al
suo solito. «Come fate a mangiare la stessa zuppa,
dallo stesso piatto, per tutta la vita?»
alludendo al concetto di monogamia.
«È solo una questione di scelte» semplificò
Adriana.
«“Nella vita, tutti facciamo delle scelte.
Il difficile è conviverci”» disse Mario, citando
il claim di The words, film che aveva visto qualche giorno prima.
«Sì, ok. Però, secondo me, per natura l’essere umano non è monogamo.
Sono alcuni dettami inculcati
dalla religione, dalla società, dalla politica a
impedirci di vivere appieno la nostra sessualità, e obbligarci
alla monogamia.»
«Ve bene, però, a differenza degli animali, noi abbiamo
l’intelletto, che dovrebbe frenare i nostri istinti
più animaleschi e farci vivere secondo logiche
di convivenza più civile» aggiunse Adriana.
«Quindi il non essere monogami sarebbe
incivile?» suggerì polemicamente Patrick.
«Ma no! Sono solo diverse scelte di vita» rispose
Adriana. «Io ho scelto di essere fedele a Mario e di
passare con lui il resto della mia vita. Tu vuoi
essere uccel di bosco e intingere il biscotto in più anfratti
possibili? Liberissimo di farlo» aggiunse piccata.
«Tsk… fedele…»
«Certo. Non l’ho mai tradito! Mi stai per caso dando della mignotta?»
«Ma no, che dici? Non è che perché una tradisce è
subito zoccola. Semplicemente, metto in discussione
la completa fedeltà a tuo marito. Adesso dimmi che
non hai mai pensato “da quello lì mi farei mettere in
posizioni che sfidano la forza di gravità!”»
«Be’, che c’entra? Il pensiero non è tradimento»
ribatté seccata, non contenta delle provocazioni di
Patrick. «E comunque no! Non ho mai neanche pensato di tradirlo.»
«Sicura?»
«Be’, se stessimo a guardare i pensieri, probabilmente
tra di noi ci sarebbero non solo zoccole, ma anche serial killer» commentò Mario.
«Secondo me, pensare di tradire equivale a tradire»
contestò nuovamente Adriana. «Se tu sei felice con il tuo
uomo e soddisfatta sotto tutti i punti di vista, non vedo
perché dovresti cedere al pensiero del tradimento.»
«Mamma mia, che talebana che sei!» commentò
Mario. «Secondo me pensare non è l’equivalente di
tradire. E poi lo sappiamo bene: l’occasione fa l’uomo
e la donna ladri!»
«Quindi, se ne avessi l’occasione, mi tradiresti?»
«Non lo so. Non mi sento né di giurare di sì, né di
no. È la classica situazione nella quale ti devi trovare
prima di dire se sì o se no. Diciamo che se ora bussasse
alla porta Olivia Wilde, completamente nuda, non
credo che gliela porterei a mio padre!»
«Sei il solito porco maschilista!» lo rimproverò
Adriana.
«Curiosità!» disse Patrick rivolto all’amica. «Che
cosa mangerai domani a pranzo?»
«Boh, non so! Vedrò di cosa avrò voglia» rispose
senza capire dove volesse andare a parare.
«Ecco. Quindi tu non sai cosa mangerai domani a
pranzo, però sai che sarai fedele per tutta la vita al tuo
uomo. Come fai a sapere che persona sarai tra cinque,
dieci, vent’anni e le necessità che avrai?» ghignò Patrick
con l’aria di quello che ha fatto saltare il banco.
«Si può dire lo stesso per te. Magari adesso a quasi
trent’anni pensi che sia bello o giusto andare a dissetare
vagine col tuo sacro siero, senza pensare a metter
su famiglia» rimbeccò prontamente Adriana, enfatizzando con
solennità il suo linguaggio aulico per sfottere l’amico.
«Ma magari ti ritroverai a settant’anni
solo, senza una donna a fianco, senza figli che ti vengono
a trovare per sapere come stai. Già t’immagino:
andrai sui cantieri, con le mani dietro la schiena, a
dire che ai tuoi tempi si lavorava meglio.»
«Quindi, dici che mi devo sposare e far figli per
non essere solo quando sarò vecchio? Non è un po’
egoistico?»
«Be’, forse sì, è un po’ egoistico. Ma è il principio
di conservazione della specie» disse pacatamente
Mario, prendendo parzialmente le difese della compagna,
anche se in cuor suo non dava tutti i torti a
Patrick. «Dopotutto noi esseri umani siamo pur sempre
animali. E in quanto tali l’unica cosa che dobbiamo fare
su questa Terra è procreare. Sì, va bene, festini, divertimento.
Ma il fine ultimo per cui siamo
stati creati è figliare! Triste? Deprimente? Forse sì,
ma è così!»
«E poi il mondo è sempre andato avanti così» disse
Sabine senza troppa convinzione.
«Tu dici?» contestò Samantha. «I nostri nonni
si tradivano come e più di quanto non si faccia oggi.
Noi diciamo: “Sono stati assieme cinquant’anni”. Sì,
ma come? Il divorzio non c’era e il tradimento maschile
era tollerato purché non ne venisse a conoscenza nessuno.»
«C’era un comico, non ricordo chi, che diceva:
“Per carità, nel matrimonio la fedeltà è importante.
Ma non dimentichiamo che è stato istituito quando
ci si sposava non appena puberi, tredici, quattordici
anni, e la vita media era trenta, trentacinque anni”»
scherzò Patrick, provocando l’ilarità dei commensali.
«Secondo me, la promiscuità sessuale, così come
l’omosessualità e la sodomia, fanno un po’ parte della
natura umana. L’uomo le ha sempre praticate, fin
dall’antico Egitto e, probabilmente, anche da pri-
ma» disse Mario, incassando una furente occhiata di
Adriana.
«Quindi diventerai omosessuale?» ironizzò la
compagna.
«Mah, non saprei. Non ci ho mai provato… E se poi
mi piacesse? Diciamo che credo avrei molte più visioni
comuni con un uomo che con una donna. Uomini e
donne vedono il mondo in modo differente.»
«Su questo hai ragione!» sottoscrisse Samantha
ben conscia.
«Io non credo. Secondo me ci sono uomini più
rompiscatole di alcune donne!» disse Adriana,
a ragion veduta. «Vero, Mario?»
«Perché, io sarei un rompiscatole? Io?»
«Diciamo pignolo! Ahaha!»

24 aprile 2018

Goal!

Gooooaaaal! Ragazzi pare che ce l'abbiamo fatta. 200 copie vendute. Un risultato insperato e grandioso frutto della generosità e della disponibilità di ognuno di voi. Non smetterò mai di ringraziarvi. Ho iniziato a scrivere questo libro ormai 3 anni fa, la pubblicazione diventerà realtà ed è una soddisfazione immensa. Non vedo l'ora di vederlo sugli scaffali delle librerie e leggere i vostri commenti e i vostri pensieri su questa storia. I vostri feedback, positivi o negativi che siano, sono molto importanti per migliorare, percui non esitate a lasciare le vostre opinioni. Grazie a tutti! Roberto
02 Novembre 2017
Ecco il booktrailer per "Secondo cerchio" realizzato da Roberto Saladino! Pre-ordinate la vostra copia!
03 Novembre 2017
Una locandina da brivido per "Secondo cerchio" di Roberto Saladino https://bit.ly/2zulNKs

Commenti

  1. Roberto Saladino

    Ottimo! Manca solo un mese alla fine della campagna e siamo molto vicini al goal. Ringrazio tutti per il loro contributo. Ma non molliamo: ci manca ancora un ultimo sforzo!

  2. Roberto Saladino

    Beh, direi che c’è da essere soddisfatti. 15 copie in 2 giorni. La campagna è inizata col botto. Speriamo non si fermi. Se vi va leggete l’anteprima e magari lasciate qualche commento. Sono più che ben accetti.
    Ora forza! Coinvolgiamo più gente possibile! Ce la dobbiamo fare!

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Roberto Saladino
ROBERTO SALADINO, classe 1981. Nato a Bolzano, città dove tuttora vive, è diplomato in elettronica e telecomunicazioni. Sposato e padre di due figli, appassionato di cinema, musica e cucina. Secondo cerchio è la sua seconda esperienza con la scrittura, dopo L’altra parte di me (2015).
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