Il suo charme trovò la massima espressione quando iniziò a volteggiare, scivolando tra la folla: che fosse uomo o donna, con ogni suo partner regnava l’armonia dei gesti e la sinuosità dei corpi. Raggiungeva così canoni troppo perfetti anche per il Vasari.
Ogni ballerino della compagnia veniva ipnotizzato dal suo sguardo; dava a tutti la giusta importanza, la motivazione e il senso del proprio ruolo nello spettacolo.
Il suo scivolare la portava tra le braccia dei fortunati, lasciando loro un alone di tepore sprigionante sicurezza e accudimento. Li accompagnava poi nella discesa a terra; sembravano pedine di un domino che, viste dall’alto, formavano un’immagine, qualcosa che dava un senso unico al sociale.
I caduti custodivano la sensazione appena vissuta, mista al piacere di stare a contatto con il pavimento. Protetti dallo smarrimento dato dalla verticalità, ammiravano l’incantevole ballerina che si stagliava sopra di loro, verso le luci che rendevano il soffitto infinito.
Lei, però, non era consapevole di dare quello che in realtà riusciva a trasmettere e la sua incoscienza pietrificò le persone in posizioni da sirene.
[La luce si affievolì e le ombre si smarrirono nel buio]
Una baraonda silenziosa si faceva strada a ogni flebile lampeggio di faro, il quale non era più puntato sicuro e lucente su di lei. Questa la colpì, secca come uno schiaffo, deviandole la testa di lato; la ballerina coglieva così l’occasione per non scoprirne l’aspetto, sperando in questo modo di non darle forma. I suoi capelli brillanti che prima cascavano simmetricamente su entrambe le spalle, si scaraventarono con fare caotico, scompigliandosi sull’occhio sinistro per coprirlo insieme alla guancia, resa paonazza dall’impatto, come dall’imbarazzo.
Dall’altro lato fissava il proprio braccio, mantenendolo sospeso e accasciato in aria dopo essersi arresa alla botta, quasi fosse una marionetta con un filo teso più in alto sulla destra. La mano era semiaperta e molle, quasi avesse appena esalato l’ultimo respiro.
L’ansia era arrivata e si nutriva della pace dei sensi, di espressioni sognanti, terminando con lo schiocco tipico di quando si succhia uno spaghetto oleoso. Ai visi delle persone a terra rimaneva solo la pelle, vuota come una tovaglia appena sparecchiata. Anche loro sembravano marionette, di stoffa però, senza viso né anima.
In qualità di vittima preferita, alla ragazza era stato concesso di conservare la propria espressività, solo perché la bestia silenziosa potesse sfregiarla, assaporando ogni suo ansioso respiro e ammirandone i nervi serrati all’altezza degli zigomi.
La oltraggiava e la umiliava sfiorando il suo mento tremolante che trapanava l’arcata superiore dei denti; produceva un rumore che per la creatura era pura libidine.
[Nuvole di fumo si alzavano dal pavimento e luci rimbombanti ne definivano i contorni, come lampi in un temporale; dopo qualche secondo, il fumo svanì, lasciando la ragazza sola sul palco]
Rimase lì immobile e, mentre fissava la propria mano arresa e abbandonata a mezz’aria, ne comparve un’altra, nera come catrame. Questa strisciava affusolandosi lungo il braccio, per poi adagiarsi sulla sua mano, senza però recarle ulteriore peso. Sentiva il respiro della bestia oscura solleticarle la spalla, poi il collo, fino ad arrivare al lobo dell’orecchio, dove il contatto avveniva con la punta del naso.
La ragazza vedeva solo del liquido nero denso che le colava lungo il petto, per poi fermarsi e lasciare che piccole gocce le sfiorassero la pancia. Ormai contaminata dalla sostanza che impregnava la bestia, non trovava più motivi per fuggire. Si voltò e la abbracciò, intrecciando le mani dietro al collo, e finirono per girare insieme.
Più prendevano velocità, più la ragazza serrava le mani per ancorarsi e sollevare i piedi da terra, lasciandosi volteggiare in aria. Mentre al di fuori del loro spazio personale girava tutto indistinto come gli alimenti in un frullatore, poteva invece scorgere nitidamente l’orribile creatura.
Sembrava persino ferma.
La sorprese in un momento di libertà e abbandono, con le braccia aperte, il mento all’insù e gli occhi chiusi; per la prima volta, in quegli attimi si mostrò vulnerabile, finalmente compresa. Era come se avesse sempre cercato qualcuno abbastanza tenace da riuscire a raggiungerla in un momento di tale intimità.
Anche le giostre però non durano all’infinito e, stanca di farla volteggiare, la bestia decise di rallentare fino a fermarsi del tutto. La ragazza poté così appoggiare i piedi e raddrizzare le ginocchia, avvicinandosi al viso della belva addomesticata che la superava ancora di qualche centimetro.
I due si fissavano intensamente e lei le appoggiava dolcemente le mani sulle guance, coccolandole il viso pregno di catrame.
Le labbra della ragazza, ora libere dal tremolio, sfioravano quelle secche e scarnificate della creatura. All’improvviso, però, serrò le mani, risucchiando le nocche dai loro dorsi per esporle dalla parte dei palmi; esercitavano una pressione talmente forte da schiacciare e deformare le labbra della bestia, la quale sgranò gli occhi quando le giunsero le ultime due parole pronunciate dalla ballerina:
Mi dispiace
[Si chiuse il sipario]
Federica Lamacchia (proprietario verificato)
Devo dire che questi racconti sono stati davvero una bella scoperta.
Il mondo che prende forma davanti agli occhi del lettore è un mondo in cui è la mente a dominare, finalmente libera dai limiti del corpo fisico. I personaggi sembrano esistere al contempo dentro e fuori da loro stessi, come fossero spettatori delle proprie vite, ma non in maniera passiva. Agiscono con comportamenti inconsueti, assurdi, creando scenari surreali.
Alla fine di ogni racconto ci si ritrova spiazzati, a volte con un retrogusto amaro in bocca, ma sempre e comunque curiosi di scoprire cosa riserverà il successivo.
Inoltre, trovare questa attenzione ai dettagli, questa vivida immaginazione e questa proprietà di linguaggio in un autore così giovane, non è solo piacevole, ma anche estremamente confortante. Riaccende un pò di fiducia nel mondo.
Alessandro Livraghi (proprietario verificato)
Alessandro con il suo volume stravolge i più intimi equilibri del vivere, sviscerando la verità da cumoli di noiosi paradigmi e cliché. La parola, ben calibrata, è sempre tagliente come un rasoio. Squarcia tutto, senza alcuna pietà per i buonismi e la menzogna. Prima o poi serve che un audace scrittore come Alessandro proponga una rottura con i canoni convenzionali della letteratura. Si tratta di un volume per audaci, per chi non si accontenta di vivere in una realtà ovattata. Chi si appresta alla lettura deve essere consapevole di essere in procinto di compiere un viaggio dal quale non ritornerà mai più indietro uguale: ce ne sono poche di opere che possono anche solo avere l’ambizione di concepire cose che non si possono concepire. Alessandro riprende la strada tracciata da autori geniali, ma troppo spesso incompresi (Pessoa, Pirandello, Poe…), e la sposa con il suo immaginario. Ogni evento quotidiano è una scintilla che squarcia una finestra sull’immensità del dubbio. Niente diventa banale ed è un piacere lasciarsi trasportare dalla velata ironia della visione dell’autore.
Fabio Amicarelli (proprietario verificato)
Ho avuto la fortuna di assistere alla nascita ed allo sviluppo di “Seppur immobili”, e posso dire che, racconto dopo racconto, non ha mai smesso di stupirmi.
I capovolgimenti di scena improvvisi, le metamorfosi, le situazioni assurde che scaturiscono da momenti di apparente stasi, rendono le trame sorprendenti e mai scontate.
I linguaggio è semplice, ricco di metafore potenti e inusuali, capaci di comunicare le scene con immagini ancor prima che con le parole, e, talvolta, di strappare anche un sorriso.
Consiglio questo libro a chiunque ama perdersi nell’immaginazione e lasciarsi trasportare in situazioni fantastiche, in cui l’inconscio, l’irreale, vince sul logico; a chi, come me, ama interrogarsi ed intraprendere viaggi alla scoperta del proprio Io.
Gianluca Acquadro (proprietario verificato)
Ho letto il primo racconto di Seppur immobili. Sicuramente una esperienza interessante e surreale. L’autore riesce a trasportarci in questo mondo parallelo dove il confine tra reale e irreale diventa estremamente labile. Il testo, scritto molto bene e con un ritmo incalzante, regala spunti ed emozioni molto interessanti. Sicuramente un’opera prima degna di nota che merita di essere letta, anche più di una volta, per capirne al meglio le mille sfaccettature che si intravedono in questi personaggi.
Matteo Leopardi (proprietario verificato)
Ho letto l’anteprima di Seppur Immobili e sono rimasto particolarmente colpito dall’inventiva di questo giovane e promettente scrittore. Leggendo, sono stato immediatamente trasportato in un universo parallelo; ho iniziato a viaggiare con la mente, senza pensare a tutto quello che avevo intorno. A mio parere, questo è il vero potere della scrittura: stimolare l’immaginazione e contemporaneamente fare dimenticare di tutto il resto. L’autore riesce a farlo da subito, fin dalle primissime parole. Non vedo l’ora di poter leggere il resto dei racconti e consiglio a chiunque di dare una possibilità a questo scrittore, così giovane ma già sincero ed elegante nella scrittura.
Federica Chiesa (proprietario verificato)
Ho letto l’anteprima di Seppur immobili e sono rimasta particolarmente colpita dal taglio onirico e stravagante che caratterizza un po’ tutti i racconti.
I temi, mai scontati, sembrano un invito alla riflessione sulle piccole e grandi stranezze del nostro quotidiano.
Il giovane scrittore riesce a cogliere quei momenti, che prima o poi tutti penso abbiamo avuto, di sogni ad occhi aperti e viaggi mentali.
I sensi colgono o vengono colpiti da un particolare che diventa pretesto per andare oltre e scavare a fondo nelle paure e nei desideri più profondi dei protagonisti.
Per apprezzarne la lettura, è sicuramente importante la scrittura incalzante e scorrevole capace di tenere col fiato sospeso fino alla fine dello scrittore, ma anche della sana fantasia mista a un pizzico di follia da parte del lettore.
Chiudo dicendo che è di conforto vedere un ragazzo giovane e talentuoso mettersi in gioco in una delle sfide più difficili al giorno d’oggi ovvero essere se stessi e sapersi raccontare senza filtri.
Pamela Nardini e Federica Innocenti (proprietario verificato)
Ho letto con interesse e curiosità l’anteprima e trovo molto originale l’idea di rendere reale e palpabile la contaminazione dei personaggi. Il linguaggio è delicato e scorrevole, riesce a trasportare il lettore nella storia, non solo a immaginarla. Il coinvolgimento è totale, sembra d’interpretare il libro e questo per me è fondamentale. La partecipazione emotiva trascina come una passione, cercando di capire cosa accadrà. Nonostante la complessità delle tematiche risulta un’opera brillante, non cupa o pesante. Complimenti sinceri all’autore, così giovane ma maturo e sincero nel raccontare, si percepisce la freschezza e autenticità della persona. Consiglio di non leggerlo tutto d’un fiato, ma di centellinarlo per goderselo piano piano e gustarsi ogni singola parola, come quando si assapora un cibo sublime e non si vuole che finisca presto.