«Voi due froci! Ve lo avevo detto che era meglio fare la salita all’andata!»
«Michi, vedi che non sai un cazzo di montagna? La discesa sul ghiaccio è peggio della salita.»
«In discesa farei slittino col culo, che problema c’è? Cazzo, voi e la passione per le cime di ’sto cazzo, sto schiattando di fatica e avete perfino dimenticato di portare la grappa. Devo pensare sempre a tutto io, paio di imbecilli!»
«E se invece di parlare risparmiaste il fiato e ci godessimo il paesaggio?» gridai, una decina di metri dietro a loro.
Eccoli, Michi e Ste, i miei due amici. Michi, vestito come se fosse dovuto partire per il Vietnam, mimetico dalla testa ai piedi, con un passamontagna modello mephisto, di quelli con solo l’apertura della bocca e degli occhi. Quasi due metri d’uomo, coi suoi cento e più chili era una forza della natura. Era quello che avrei definito un essere intuitivo, di riflessivo aveva solamente le lenti a specchio azzurrate che metteva di notte, nelle serate dove si cuccava o si sarebbe dovuto cuccare. L’altro era Ste, Stefano Caruno, l’antitesi di Michi. Con il cappello di panno di suo nonno, compresa la penna di gallo da alpino appuntita, impomatata per l’occasione. Corporatura magra e asciutta, elegantissimo nei suoi pantaloni alla zuava, tipo quelli che si vedevano indossati da Hitler in alcuni documentari storici. Era uno che parlava per lo più per detti e aforismi, tipo: “Ste, come mette il tempo per domani?”.
“Rosso di sera, buon tempo si spera!”
Cose del genere.
«Siamo quasi arrivati, ragazzi. Cazzo, ho i piedi gelati.»
«Se invece delle scarpe di tuo nonno direttamente dalla guerra di Russia ti fossi messo dei normalissimi scarponi da montagna, Ste!»
E poi c’ero io, Antonio Giacomi, per loro due solo Giacomi dai tempi della scuola, ed ero il promotore della gitarella. Adoravo la montagna, ma anch’io come tutti e tre ero nato al mare.
Venivamo da un piccolo paese sulla costa adriatica poco a nord di Venezia, chiamato Jambolo (che si pronuncia Giambolo). Gli elementi salienti del nostro piccolo paese erano tutti legati al turismo: stranieri in vacanza, bazar pieni di ciabatte di plastica, milanesi in vacanza, campeggi per stranieri e milanesi in vacanza, discoteche ricavate da vecchi stabili malamente ristrutturati con milanesi in vacanza, alberghi, albergatori, gelati, gelatai e tutto un indotto piuttosto vivace di piccole attività marginalmente legali, costituito da agenzie di pulizie invisibili al fisco, affittacamere nullatenenti, cuochi in nero, pizzaioli a ore, battone a tempo pieno e spacciatori di ogni tipo di sostanza, delle quali Michi era per lo più un estimatore.
La montagna, dicevo. Ero un montanaro dell’ultima ora, mi ero appassionato ormai grandicello, dopo la leva obbligatoria che non feci, grazie a una intempestiva domanda per il servizio civile. Fu proprio quell’anno passato a “lavorare” per i cittadini ad accendere in me una certa passione per la natura e la sua bellezza, che trovavo particolarmente vivida passeggiando nei sentieri, sui prati, lungo i pendii e sulle cime delle vicine Alpi. Così, talvolta, mi mettevo in testa di trascinare con me quelle due amebe superindustrializzate dei miei amici e provare, con quell’esperienza, a convincerli che il mondo non era fatto tutto di birre alle sette di sera, auto di seconda mano a cui cambiare lo scarico per renderle rumorose o banconote facili raccattate inculando i turisti milanesi. Non che questa non fosse una parte importante delle nostre vite; io stesso facevo un lavoro furbo e percepivo almeno la metà del mio stipendio in black, ma mi ritrovavo anche in altro. Il silenzio, il colore del cielo a certe altezze, l’acqua dei piccoli laghi incastonati nelle vallate che potevi raggiungere solo a piedi e con molta fatica, le mucche nei pascoli, gli abeti altissimi nei boschi, queste cose qua.
Da un paio di anni avevo occupato pacificamente l’appartamento di una vecchia zia di mio padre, rimasto sfitto dopo che era mancata. Ci avevo fatto i lavori essenziali per renderlo vivibile e mi ci ero stabilito col mio cane, Lucy, una grossa labrador color miele. Mi sarei definito un tipo tranquillo, un idealista, un riflessivo, forse anche troppo riflessivo. Quando una persona è troppo riflessiva la gente dice che è triste. Me n’ero fatto una ragione: benché io fossi raramente giù di morale, l’impressione che davo agli altri era quella di un ragazzo triste. Triste e riflessivo, ma cazzo… Era così, innanzitutto per i miei: “Anto, non ti senti triste tutto solo con quel cane, nell’appartamento?”.
“No, mamma.”
Poi la Marina, il mio capo.
“Che è quella faccia, Anto? Mi chiedo come fai ad avere successo coi clienti, con quel muso lungo.”
“Sono quasi tutte donne, Marina.”
“Ma va’ là…”
E invece era vero, il tipo triste e riflessivo funzionava alla grande con le donne, soprattutto con quelle più grandi. Con le ragazzine, la mia vera passione, non battevo chiodo, ma facevo impazzire le mamme e anche le zie e le cugine, forse stimolavo il loro lato materno.
Maria Pierangeli (proprietario verificato)
Mi ha fatto provare nostalgia di luoghi che non ho mai visto. Questo libro merita davvero di essere letto.
Adele Romeo (proprietario verificato)
Ho iniziato a leggere Settembre ieri pomeriggio e niente, me lo sono divorato pagina dopo pagina.
Non sembra un’opera prima, ha un ritmo coinvolgente e una minuzia descrittiva che rapisce. Lo consiglio vivamente!
Maura Ridolfo (proprietario verificato)
Non vedo l’ora di leggere questo libro… Dall’anteprima ho capito che è il libro che fa per me, descrittivo al punto giusto, non ti annoia e tiene viva la curiosità del lettore e hai solo voglia di continuare a leggerlo!
Mariangela Sorgato (proprietario verificato)
“Settembre” un romanzo assolutamente da leggere. La narrazione del racconto tiene viva l’attenzione con la voglia di scoprire cosa succederà nelle pagine successive. I personaggi, non solo quelli principali, sono descritti minuziosamente e sembra di conoscerli da sempre, tanto che ti ritrovi al loro fianco nelle avventure che vivono. Sicuramente una buona lettura!
Elisa Carenini (proprietario verificato)
Un libro che consiglio di leggere, appassionante e scritto molto bene. Lo scrittore riesce, con le sue descrizioni, a portati nei luoghi da lui descritti e a farti amare i vari personaggi
Elisa Carenini (proprietario verificato)
Un libro che consiglio di leggere, ci si appas
Silvia Fantin (proprietario verificato)
Ammetto di essere curiosa ed impaziente di poter leggere sfogliando il libro cartaceo “Settembre”. Questa vicenda si svolge nelle mie zone e negli anni in cui ero poco più che ventenne. Mi sono soffermata a leggere volutamente solo l’ ”Anteprima” per non togliermi il gusto della suspence; essa appare interessante ed accattivante, premesse essenziali per la lettura. Complimenti.
Direi che sarà bello perdersi nella scoperta di questa storia scritta con passione e determinazione dal giovane scrittore. Buona lettura a tutti noi!
MICHELANGELO RAMPON (proprietario verificato)
Ho letto “Settembre” tutto d’un fiato!
Un’avventura che ti incolla pagina per pagina, il Veneto del Nord Est scritto e descritto finalmente in maniera corretta, senza macchiettismo o iperboli!
Non vi spoilero niente, vi dico semplicemente che questo libro vi conquisterà, vi farà vivere le emozioni del protagonista, i profumi, i paesaggi e anche persone di questa terra strana e contraddittoria!
Non avete mail vissuto in Veneto? Perfetto!
Finalmente con “Settembre” respirerete il Nord Est vero! Buona lettura!
Piazman (proprietario verificato)
Belle le atmosfere che l’autore è riuscito a creare, per chi come me ha vissuto quegli anni novanta in quelle zone è stato come fare un viaggio indietro nel tempo. Le tinte fosche di un territorio ambiguo si fondono perfettamente con una storia altrettanto oscura e coinvolgente. Assolutamente consigliato.
Chiara Abisso
Settembre è un libro sul Nordest,ricco e decadente al tempo stesso,su misteri legati alla malavita,ma soprattutto è un libro sulle persone,sulle vite di personaggi non risolti (i migliori)che si incrociano. C’è il protagonista Anto,sempre in cerca di qualcosa,il criminale Manera per cui è impossibile non provare simpatia,ma anche i personaggi secondari,gli amici di Anto,la donna del boss,tutti caratterizzati in modo vivido e reale e a cui è facile sentirsi vicini. Ecco perché consiglio di leggerlo,la storia di una ragazzo che rimane affascinato e invischiato in una faccenda più grande di lui,che si ritrova così a vivere avventure che mai avrebbe immaginato e a crescere. Insomma leggetelo che merita!