Siccome siamo tutte diverse, è impossibile generalizzare tirando una linea e stabilendo che al di sopra di essa “sei brava, bella e felice” e al di sotto non lo sei. Ovviamente, accettare la propria unicità in un mondo dove cercano di standardizzarci il più possibile crea insicurezza.A causa di questa insicurezza, proiettiamo sui soldi le nostre paure e pensiamo che averne tanti o pochi possa essere indice di maggior o minor successo o, peggio, della nostra felicità. Ragionando così non avremo mai abbastanza soldi perché il denaro non è l’unità di misura della nostra felicità.Il denaro non dà nemmeno la tranquillità: se non credi in te stessa, nelle tue risorse e nella tua capacità di affrontare le difficoltà, nemmeno sedendo su una montagna di denaro sarai serena. Spesso carichiamo i soldi di una responsabilità che non hanno: è un po’ come se appiccicassimo su una banconota occhi, bocca e mani e le dessimo il potere di giudicarci e di ostacolarci. Ho una bella notizia per te: i soldi non ci giudicano, non ci scrutano di nascosto e, soprattutto, non ci ostacolano, ma a volte ci fa comodo pensare che siano loro la causa dei nostri problemi. Sei davvero sicura che quella volta che hai rinunciato a un progetto tu l’abbia fatto solo per la mancanza di soldi e non anche per paura? A volte buttarsi ne fa veramente tanta!
Guardati dentro: sotto sotto, quando hai realizzato che probabilmente non avevi abbastanza soldi per concretizzare il tuo progetto, non ti sei sentita sollevata? Del resto non avevi più la responsabilità di quella decisione; dire che non si hanno i soldi sufficienti per fare qualcosa è una scusa socialmente accettabile, non ci espone a critiche e salva anche la nostra coscienza. I soldi sono uno strumento che ci permette di fare o meno le cose, ma siamo noi che decidiamo dove allocare le nostre risorse; i soldi hanno la stessa funzione di una macchina che ci permette di spostarci e andare dove vogliamo. La nostra auto ci giudica? No. Dove andiamo dipende da noi, lei ci porta e basta. Allo stesso modo i soldi sono importanti per la nostra vita, ma servono a soddisfare i nostri bisogni, non devono essere il fine ultimo.
Ogni momento della nostra vita richiede l’impiego di maggiori o minori risorse, negarlo sarebbe una falsità: anche se il nostro sogno fosse quello di andare in India a meditare, avremmo bisogno dei soldi per il viaggio e, seppur pochi, anche per la permanenza. Proprio perché sono uno strumento e non il fine, dobbiamo togliere dai soldi ogni nostra proiezione emotiva: possiamo essere super felici per la torta appena sfornata, ma difficilmente ci commuoveremo dinnanzi al sacco di farina. I soldi sono come la farina in una ricetta: sono un ingrediente importante, ma non sono l’unico e probabilmente non sono nemmeno quello che più influisce sul risultato finale. Con una mente lucida e scevra dall’auto-giudizio ci sarà possibile pianificare il lato finanziario della nostra vita: il risultato che otterremo da questa pianificazione non è e non sarà un metro con cui misurare la nostra persona.
Sarebbe bellissimo se il nostro approccio quotidiano col denaro fosse simile a quello che abbiamo quando dobbiamo pianificare una vacanza o un viaggio: felicità e gratitudine, oltre a una gran voglia di partire. Le nostre energie ed emozioni devono confluire nella nostra vita o nel nostro sogno/progetto alimentandolo e rendendolo sempre più vivido, ma non dovranno condizionare la parte finanziaria, cioè il momento in cui facciamo i conti per capire il budget necessario per realizzarlo. Capire se avremo abbastanza benzina per raggiungere la nostra meta non può diventare un giudizio sulla nostra persona: semplicemente, scoprire che non ne abbiamo abbastanza deve attivare tutti i nostri neuroni affinché si possa trovare una soluzione per raggiungere comunque la nostra destinazione. Ma adesso prepariamoci con tutti gli strumenti necessari per affrontare questo viaggio nel mondo dei soldi: ho fatto il pieno, quindi non avremo problemi ad arrivare in fondo.
Vincenzo Turi (proprietario verificato)
Si parte davvero dall’ABC e fornisce una buona prospettiva da cui osservare la propria situazione finanziaria soprattutto considerando che il 99% di noi avrà fatto tutto “alla meno peggio” fin’ora. Mi aspettavo però qualcosa in più, servirebbe un ottavo capitolo sugli investimenti, spiegarne le differenze e magari qualcosina di economia e inflazione.