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Sol della Creazione – La Torre Elisya

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Quella di Sol non è stata una vita facile: i ricordi del suo passato sono stati rimossi da una grave amnesia, e non ha idea di chi sia veramente o da dove provenga. A Mann, la capitale di Everya, dove viene impiegato come schiavo presso la corte reale, improvvisamente iniziano ad accadere strani eventi: nuove piccole amnesie tornano a cancellare brevi attimi delle sue giornate, la sensazione di essere costantemente pedinato da un’ombra misteriosa non lo abbandona mai, e nell’aria un sinistro e impercettibile sussurrio di voci lo perseguita. Sol cerca di non prestarvi attenzione, ma quando si trova accerchiato da due uomini armati di spada intenzionati a ucciderlo, capisce che il suo passato nasconde un terribile segreto. Per scoprirlo, dovrà affidarsi alla misteriosa Nina, una ragazza guerriera che afferma di conoscere la verità, e affrontare un lungo e faticoso viaggio verso la Torre Elisya, il luogo da cui Sol proviene.

Prologo

L’unica cosa che riuscivo a ricordare era quel fastidioso bianco che possedeva i miei occhi e una mano che cercava di afferrarmi.
Era lontana, però riuscivo a sentirne il calore. Lo ricordavo così intensamente, era piacevole, era familiare, era unico.
Era qualcosa che desideravo con tutto me stesso.
Anch’io cercavo di raggiungerla disperatamente, come se fosse necessario per la mia sopravvivenza.
Perché siamo così lontani?
Non riuscivo a vedere a chi appartenesse quella mano, ma sentivo che era importante per me e io per… chi?
Chiunque fosse, così mi piaceva credere.
Poi arrivò il buio.
Era dannatamente freddo, volevo sentire ancora sulla mia pelle quel calore, ma era scomparso.
L’oscurità si aggrappò a me e mi trascinò in fondo, non permettendomi di scappare e, proprio cullato da quel freddo e da quell’oscurità, mi addormentai.
In quel momento qualcosa si strappò.
Qualcosa di veramente importante.
Faceva male.
Stavo sprofondando.
Riaprire gli occhi fu qualcosa di nuovo e inaspettato. Era come se mi fossi risvegliato da un lungo sonno, appena schiuso come una crisalide. C’era un fischio assordante nelle mie orecchie e l’unica cosa che sentivo era una stanchezza che ricadeva sul mio corpo immobile e intorpidito. La mente era vuota.

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Vedevo solo il viso magro e sorridente di una donna dalle labbra sottili e rosee, la pelle chiara e gli occhi castani mentre qualche ciocca scura le ricadeva elegantemente sulla fronte e sulle guance.
Non l’avevo mai vista prima.
Chiusi gli occhi.
Una risata fu il primo vero suono che riuscii a percepire.
«Svegliati.» La sua voce era gentile.
Ascoltai le sue parole e posai lo sguardo su lei, ma ancora non riuscivo a riconoscerla.
Allora osservai la stanza quasi buia e vuota. C’erano solo il letto su cui ero steso e altri due l’uno a fianco all’altro, un comodino con sopra una candela da cui proveniva l’unica luce e una finestra in fondo, chiusa.
No, ancora non ci riuscivo.
Mi faceva male la testa, la sentivo pesante, eppure era così vuota.
Ogni sforzo era una spina in più che si aggiungeva alle fitte che mi torturavano.
Mille domande affollavano la mia mente: dov’ero? Chi era quella donna? Ma soprattutto…
«Chi sono io?» Quelle furono le mie prime parole.
Ero sicuro di aver pronunciato io quella frase, eppure sentivo quella voce per la prima volta.
Non riuscivo a ricordare niente, nemmeno la mia stessa voce.
Non riuscivo a staccare i miei occhi affaticati e sul punto di piangere da quella donna, lei doveva darmi una risposta!
Invece rimaneva in silenzio mentre il suo viso non sembrava minima-mente sconvolto, con le labbra ancora incurvate in un sorriso dolce e affettuoso.
«Chi sei tu? Dove sono?»
Ancora silenzio, ancora quel maledetto sorriso.
Mi limitai a guardare il soffitto con occhi vuoti, non riuscii a fermare le lacrime.
Non ricordavo niente…
Mi era rimasta solo quella mano.
No, ormai l’avevo persa. L’unica cosa che potevo fare era rimpiangere di non averla raggiunta in tempo.

«Bene, ragazzi, salutate Sol.»
Mi nascosi dietro la gonna della donna, stringendola tra le piccole dita.
«Forza, Sol, non essere timido.»
La guardai negli occhi, spaventato. Nascosi il viso tra la stoffa e scossi il capo pieno di ricci dorati.
«Va tutto bene, non devi aver paura.»
Sollevai lo sguardo e osservai i bambini che mi stavano davanti. Erano tre, tutti dagli occhi curiosi.
«Lui» indicò l’unico maschio. «È Damian. Forza, avvicinati.»
Il ragazzino dai corti capelli castani fece solo qualche passo, come intimorito, ma mantenendo sempre quella scintilla di felicità mista a interesse che gli illuminava il viso.
Tese la piccola mano con un sorriso che andava da orecchio a orecchio, mentre io con le mie mi limitavo a stringere la gonna della donna.
«Ciao!» disse con un tono di voce insolitamente alto. «Sono il tuo nuovo fratello.»
«Sol, saluta…» La sua voce era talmente dolce e gentile che non potei dirle di no, ma appena sfiorai quelle dita così calde in confronto alle mie, gelide, sussultai.
La donna si piegò sulle ginocchia, la sua mano sulla mia spalla e le labbra che mi sfioravano le orecchie.
«Lei è Julia.»
Indicò una ragazza dai lunghi capelli scuri raccolti in una treccia, visibilmente più grande di me; poi passò alla bambina accanto, dai magnetici occhi celesti e una chioma bionda.
«Lei è Annette.»
«Damian.» Guardai il bambino che mi stava di fronte. «Julia.» Sorrise. «Anne… Anna…»
Tutti e quattro risero, mentre sentivo l’imbarazzo crescere.
«Mamma, si chiama Sol perché ha gli occhi come il sole?» chiese Damian tirando la gonna della madre.
Gli occhi come il sole…
Come erano i miei occhi? Non lo ricordavo…
«Sì, Damian, non è bello come il sole? Che gli dei siano benedetti per questo piccolo miracolo.»
Guardai la donna, di cui non conoscevo ancora il nome. Come dovevo chiamare lei?
«Mamma…?»
Si fermò. Si voltò verso di me con gli occhi sgranati e un sorriso dipinto sul volto. Le sue braccia mi circondarono, infondendomi un calore che non credevo di aver mai sentito prima.
Mi sentivo bene.
Quella era una famiglia, io avevo un nome, avevo qualcosa a cui appartenere.
Perdere i ricordi forse non era stata una disgrazia.
Potevo farmi una vita.
Una nuova.

2022-03-16

Aggiornamento

Siamo arrivate al primo goal delle 60 copie! Un piccolo successo a cui deve succederne un altro: le 200 copie!
2022-03-20

Evento

Ristomacelleria - Le Officine Prima presentazione ufficiale del libro Sol della Creazione. Venite a conoscere l'autrice del mondo di Sol, le sue esperienze e il linguo viaggio che ha intrapreso insieme ai suoi personaggi durante la scrittura e pubblicazione del suo libro. Un evento tranquillo che metterà in contatto lettori e autrice, in buona compagnia e buon cibo.

Commenti

  1. Vincenzina Giglio

    (proprietario verificato)

    un libro che ti appassiona dalla prima pagina, con la voglia di leggerlo tutto di un fiato. Ve lo consiglio

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Francesca Amato
Nata nel 2002 a Palermo, sin da piccola è divoratrice di libri e creatrice di mondi magici. Nonostante la sua formazione sia prettamente scientifica, insegue il sogno di diventare una scrittrice di fantasy, fino alla realizzazione di "Sol della Creazione – La Torre Elisya", il suo libro d’esordio.
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