Una squadra di sicari, una piccola casa editrice, un ragazzo scomparso.
Vicende apparentemente lontane fra loro, ma legate da un misterioso libro. Fra quelle pagine si trova la storia di Michele, un giovane disegnatore alle prese con un rumoroso fantasma che infesta casa sua.
Una caccia al tesoro paranormale che si snoderà fra agenzie immobiliari, pub, discoteche ma anche antiche ville e sotterranei. Sarà proprio il fantasma a guidare Michele lungo il percorso che lo porterà, insieme alla sua singolare combriccola di amici, uno strano esorcista e un’incantevole vicina di casa, a scontrarsi con il proprio destino.
Cosa lega il misterioso manoscritto alla squadra di killer? Quanto c’è di vero in quella strana storia di fantasmi e sparizioni?
Complotti secolari e picchiatori di provincia abitano una storia fatta di amicizia, amore, dubbi e paura; ma soprattutto di scelte, fatte e negate, fatta di conseguenze e prezzi da pagare.
Perché ho scritto questo libro?
L’ho scritto perché ho letto migliaia di libri e da ognuno di loro sono tornato con qualcosa di prezioso, un piccolo tesoro da conservare. L’ho scritto perché era il momento di mettere in ordine tutti i miei souvenir letterari. Poi, attorno ad un racconto lasciato per anni in un cassetto, si è formata questa storia come se quelle pagine avessero una loro forza di gravità e attraessero nuove idee. Ho voluto seguirle per vedere dove mi avrebbero portato.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Introduzione
C’è un registratore nella stanza. C’è sempre stato? Non lo so. D’altronde in questo periodo sono accadute tante cose fuori dal mio controllo, questa non è certo la più grave.
Non so di preciso chi l’abbia messo qui ma lo sospetto. Sento il ronzio del nastro che gira. Vorrei registrarci la mia storia, forse mi lascerebbero andare. Non so se mi crederanno, non so nemmeno se riuscirò ad usarlo però devo provarci.
Mi chiamo Michele Re, ho 27/29 anni e non sono matto.
Dico 27/29 perché dipende da come voi vorrete contarli.
Dico che non sono matto perché certe cose è meglio specificarle subito.
I miei amici mi chiamano Mike o Miche, mikedaking in rete.
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Sono alto un metro e 79 cm precisi e peso una settantina di Kg, ho gli occhi marroni e i capelli castani, chiari, in estate sono quasi biondo. Oppure facciamola più semplice, ma siate gentili: immaginatemi come il ragazzo che si siede di fronte a voi sul treno, quello che incrociate uscendo dalla posta o che sbirciate nella macchina accanto alla vostra quando siete fermi al semaforo. Quel ragazzo con una faccia che mi piace pensare simpatica, cuffie sulle orecchie e l’aria distratta di chi ha in testa una bella idea e cerca di non lasciarsela sfuggire. Ecco, io sono quello lì.
Questa è la mia storia, con tutte le peculiarità che l’essere mia implica.
I nomi, gli eventi, i luoghi, insomma, tutto quanto ha a che vedere con la realtà, la materia della storia stessa è mio, però, nel suo senso più profondo, è la storia di tutti; di tutti quelli a cui la vita ha fatto scherzi pesanti, di tutti quelli a cui la vita ha messo di fronte guai più grossi di quanto si aspettassero, di quelli a cui è stato chiesto di provare ad essere eroi senza averne la stoffa.
Questa è la mia storia così come la ricordo ora che non posso fare altro che ricordare, mentre aspetto che mi liberino, che mi lascino tornare a casa. Credetemi, a furia di ricordare ormai mi scorre davanti agli occhi come un film.
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