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Storie di persone ordinarie

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Ogni singolo individuo racchiude in sé una storia, a volte grande, altre misera, ma comunque rilevante. Le vite qui raccontate sono un tuffo a capofitto nella quotidianità delle persone, e spesso queste vite “altre” trovano una corrispondenza in quella di ognuno di noi. Ci sono storie che permettono all’amore di farsi concreto, altre che fanno spazio al dolore, che scavano in profondità, altre ancora che rimangono più in superficie: istantanee di vita che ci ricordano che a volte bisogna saper guardare alle vite degli altri per capire meglio se stessi e trovare uno spunto per indagare il senso dell’esistenza.

1.LEILA E RUDOLF

Maggio è uno di quei periodi dell’anno in cui basta chiudere gli occhi per poter sentire il profumo unico della primavera. Il sole splende in un modo particolare. Tutto intorno si tinge di sfumature cromatiche che catturano l’attenzione di chiunque. Eppure, talvolta, anche nel pieno di questa stagione frizzante si presentano delle giornate grigie, dominate da una pioggerella fastidiosa che altera le temperature e pone tutti davanti a una profonda indecisione su quale sia l’abbigliamento più giusto per uscire di casa e affrontare ogni tipo di impegno.

Quando si presentano momenti così, in un periodo durante il quale il nostro stato d’animo si lascia coinvolgere dalla leggerezza, tutto quello che bisogna affrontare sembra all’improvviso più difficile, più cupo, come se quel grigiore possa contagiare anche i pensieri e le azioni.

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L’ennesima giornata grigia. Pioviggina. Non si può indossare un giaccone troppo pesante, ma non si può neanche uscire senza sciarpa.

Il semaforo è rosso. Davanti a me, sul ciglio della strada, ci sono un padre e una bambina che si tengono per mano, in attesa di poter attraversare. Li ho visti spesso da queste parti, ma oggi hanno qualcosa di strano. L’espressione sui loro volti è particolare, sembrano entrambi tristi, forse preoccupati.

Prima che scatti il verde mi avvicino un po’ di più, riducendo al minimo la distanza tra noi, e metto in pausa la musica che esce delle mie cuffiette per ascoltare più chiaramente le loro parole.

In realtà non conosco la loro lingua, ma lo sguardo e il tono del padre che parla mentre la ragazzina lo ascolta con gli occhioni spalancati rispondono a un linguaggio universale.

Lui è preoccupato. Ha un tono quasi burbero, ma allo stesso tempo gli trema la voce. E la bambina è lì, ferma ad ascoltare quella severità con un’aria spaesata e inquieta, come dimostra quel suo piccolo piede che tamburella senza sosta sulla strada, mentre lei si guarda intorno alla ricerca di qualcosa che possa darle un po’ di coraggio. Il bel grembiule blu risplende e risalta sul nero seta della sua pelle. Probabilmente il minuto di attesa che quel tondo rosso diventi verde le sembrerà interminabile e spaventoso.

Darò loro un nome, così da poter interpretare meglio i loro gesti, perché familiarizzare è il primo modo per comprendere l’altro.

Leila e Rudolf.

Adesso il suono di quelle parole mi è molto più chiaro: Rudolf sta rimproverando Leila per non averlo aspettato dentro la scuola al suono della campanella. Ha ritardato solo di qualche minuto perché il suo datore di lavoro lo ha trattenuto gratuitamente e lei ha così deciso di avviarsi per incontrarlo a metà strada.

Rudolf sa che Leila è in grado di tornare a casa da sola, ma semplicemente non gli va. Non vuole che corra pericoli, che sembri una figlia di nessuno, che nessuno pensi a lei, perché è questo che le hanno urlato in faccia i compagni durante la ricreazione, mentre da sola beveva un succo alla pesca; parole che l’hanno turbata al punto tale da non aver voluto aspettare il padre all’uscita neanche un minuto in più del previsto.

«Hai il grembiule sporco. Nessuno te lo ha detto?»

«Non lo avevo visto.»

«Ahahah

«Cosa avete da ridere?»

«Sei sola. Non hai nessuno. Mia mamma ha detto che non hai una casa, ma una barchetta. Almeno quest’estate puoi andare al mare!»

Leila al suono di quelle parole è riuscita solo a stringere forte il lembo del suo grembiule, mentre gli occhi trattenevano le lacrime. La sua mente aveva iniziato a viaggiare.

Non avrebbe saputo descrivere nella nostra lingua quello che stava provando, ma probabilmente avrebbe usato termini come: offesa, vergogna, rabbia. Sì, rabbia, perché lei ha una casa, anzi ne aveva due, solo che una ha dovuto lasciarla (non ne conosce bene il motivo, ma il papà le aveva detto che dovevano andare), mentre un’altra non somiglia molto a una casa, però è il posto dove torna ogni sera, dove dorme abbracciata al suo Rudolf, quindi, in fondo, una casa lo è.

Ma non sa spiegare tutto questo a chi ride di lei, perché non sa ancora esprimersi come vorrebbe, e soffre terribilmente a causa di quelle cattiverie ingiustificate e senza senso.

Perché quei bambini ce l’hanno con lei?

Questo ha chiesto al padre quando si sono incontrati. Ma lui ha avuto una reazione strana, è andato su tutte le furie. Ed è stato allora che Leila ha davvero creduto che quei bambini dicessero la verità.

Lei è sola. Disorientata.

In realtà anche Rudolf, quando ha incontrato Leila per strada, ha provato questo senso di confusione.

Sa già che questa notte non dormirà, starà fuori con lo sguardo perso nel vuoto. Si sente spesso così, e in questi momenti vorrebbe crollare; ma non può, deve essere la bussola della sua bambina, anche se non sa come fare, come risolvere i loro guai.

È stanco.

E mentre sta rimproverando per l’ennesima volta sua figlia per quanto accaduto, continua a provare una sorta di dispnea, come se un macigno gli premesse sul petto. Ma come si fa a spiegare a una bambina che frequenta le scuole elementari che anche un papà può avere paura? Non lo si fa. Rientra in quella categoria delle cosiddette “bugie a fin di bene”. Ma porteranno davvero a un bene? Rudolf non lo sa, così come non è ancora riuscito a capire come risolvere le cose, come far comprendere al suo capo, che lo ha trattenuto più del previsto, che non si vive di pacche sulle spalle per il buon lavoro svolto, che le ore in più non devono cadere nel dimenticatoio. Ma potrebbe davvero dirgli tutto quello che pensa con la certezza di ritrovare il suo posto l’indomani?

Con la testa affollata e il tono burbero rimprovera ancora Leila e le stringe saldamente la mano mentre attraversano la strada: sta dicendo alla sua stella che deve essere forte, e che non deve credere a quello che le dicono, perché non tutti sono buoni.

2023-11-25

Aggiornamento

Cari lettori, Con grande piacere vi aggiorno con una nuova recensione uscita qualche giorno fa su “Storie di persone ordinarie”, curata da Daniela Refosca che ha colto i nodi fondamentali dell’intero libro e che ha deciso di condividere sul suo blog “ Un libro sul menù”. Di seguito il link per leggerla ! https://www.unlibrosulmenu.com/storie-di-persone-ordinarie-di-antonella-longo/?fbclid=PAAaZbxTnmpMvou6RRJrsnRQZFchHATKeyWfmjYlwPiaKKP38hPPEIs_qs4OQ_aem_ATl81xaRR0dycc9i4JBZCJPs_qNbLdFdsJTTuoWng9GGjQdQvZJ8clJx_L85xm2SCcw Grazie mille sempre a tutti i lettori per il supporto, le considerazioni, la condivisione !
2023-09-16

Aggiornamento

Dall’uscita di “Storie di persone ordinarie” ho ricevuto varie recensioni. Una in particolare, però, ha catturato la mia attenzione. Uscita il 16 settembre su www.borderliber.it con il seguente titolo: “ ‘Storie di persone ordinarie’. Antonella Longo e la profondità della quotidianità”. Di seguito il link per leggere il contenuto per intero: https://www.borderliber.it/ordinario-longo-racconti/
2023-09-19

Aggiornamento

Cari lettori, è da un po’ che non comunico aggiornamenti su “Storie di persone ordinarie”, ma ciò non vuol dire che durante questo tempo non sia successo nulla di interessante ! Il 17 agosto ho presentato il mio libro nella regione in cui sono nata, in Calabria, mentre soli pochi giorni fa, Il 19 settembre, ho avuto l’opportunità di parlare delle mie storie presso la Libreria Friuli di Udine. È stato un incontro ricco di emozioni che mi rimarranno impresse ancora per un bel po’. Grazie perché, come dico sempre: un libro senza lettori non esiste ! E voi rendete sempre più vive le mie “Storie di persone ordinarie”.
2022-10-14

Aggiornamento

Cari lettori, “Storie di persone ordinarie” ha raggiunto anche il secondo obiettivo totalizzando 250 preordini. È un traguardo che mi riempie di gioia e per questo non posso che ringraziarvi per la fiducia e il sostegno. Se è vero quello che dico sempre : “un libro senza lettori non esiste”, non mi resta che ringraziarvi ben 250 volte per aver dato vita ad ogni singola storia del mio libro!
2022-09-14

Aggiornamento

Ben prima dello scadere dei tre mesi di campagna crowdfunding, “Storie di persone ordinarie” ha raggiunto l’obiettivo dei 200 preordini per poter essere pubblicato! Questo è stato possibile solo grazie a tutti coloro che hanno deciso di sostenere questo progetto ed entrare a far parte della community di lettori che è nata intorno al mio libro! Per questo motivo grazie di cuore a chi ha preordinato “Storie di persone ordinarie”!!! Adesso non resta che continuare con il passaparola e coinvolgere più lettori possibili, perché come dico spesso : “un libro senza lettori non esiste”!

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Antonella Longo
nata a Praia a Mare nel 1994, ha trascorso la sua adolescenza sulle coste della Calabria, sempre circondata da mare, musica e libri. Ha conseguito la laurea triennale in Lettere nel 2016 presso l’Università degli Studi della Basilicata e successivamente, nel 2018, si è specializzata in Italianistica presso l’Università degli Studi di Udine.
Dopo il percorso accademico ha deciso di rimanere in Friuli Venezia
Giulia, dove lavora da diversi anni come docente di materie umanistiche.
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