Ma anche se vi dicessi questo, starei lasciando fuori la parte più importante, il senso di questo libro.
Potrei, allora, azzardare che Tania è un romanzo che strizza l’occhio all’esistenzialismo, perché dentro ci sono tante delle domande scomode che raramente abbiamo il coraggio di porci a voce alta e perfino qualche risposta.
È vero che tutti vogliono una vita normale?
E, cos’è normale?
Eppure, c’è un’altra verità ancora.
Tania è la storia di una vita che non si accontenta degli intrecci ordinati del caso, che si aggroviglia con il vento e si spettina con la salsedine.
È un’impronta che a ogni onda che avanza non ha paura di riaffondare nella sabbia, ma è impaziente di creare un’orma nuova.
È un’infrastruttura mentale solida a cui a un tratto viene il singhiozzo, error system, schermata blu, è necessario riavviare tutto il sistema.
È una speranza per tutti quelli che si sentono sbagliati o inadeguati solo perché non conformi. Anche solo a volte, in certi luoghi o con certe persone.
Tania è una boccata d’aria fresca per chi si aggira, annoiato, nel tunnel del perbenismo quotidiano.
Leggendo Tania, possiamo darci tregua per qualche ora e riconoscere di essere fragili, e dunque frangibili. Tutti, senza distinzioni.
Possiamo darci il permesso di vedere la molteplicità di pezzi di cui siamo fatti come una ricchezza, non un difetto di fabbrica e (perché no?) per qualche ora possiamo pure smettere di prenderci sul serio, sorridere delle nostre fragilità e, magari, anche perdonarci un po’, ammettendo la possibilità che “uno più uno non faccia (sempre) due” e che “domani il sole sorgerà lo stesso”, indipendentemente dalle nostre scelte, dai nostri azzardi e dai nostri errori.
Tanto vale restare fedeli a noi stessi e “al diavolo tutti gli altri”.
Arianna Stoli
LUCE
«Bianco o rosso?»
«Stai scherzando, vero? È luglio, sono le quattro del pomeriggio e ci sono ottanta gradi. Bianco ovviamente, e non sognare di farti vedere se la bottiglia non è ghiacciata.» Clara riattaccò il telefono ridendo.
Possibile che dovesse spiegarle sempre tutto?
Da che ne avesse memoria, Tania aveva voluto essere istruita su ogni cosa. Non le piaceva avere un’opinione sua, voleva essere sicura di avere l’opinione giusta e, per sapere cosa fosse giusto e cosa no, bisognava che fosse Clara a spiegarglielo.
Clara era quella che divorava tonnellate di libri, Tania si infastidiva perfino all’idea di leggere il tempo di cottura sui pacchi della pasta.
Le due amiche non avrebbero potuto essere più diverse.
Clara si era laureata in Antropologia e aveva vissuto all’estero, sperimentando un’avventura dietro l’altra.
Tania, dopo il diploma, aveva intrapreso studi informatici ed era diventata sviluppatrice. Aveva preferito studiare a Catania e fare la pendolare da Siracusa, niente viaggi né avventure straordinarie, non aveva mai lasciato casa di mamma e papà e nemmeno ne aveva la minima intenzione.
Nel corso della loro lunga amicizia, Clara aveva condiviso idee e conoscenze con Tania e questa ci aveva costruito sopra il suo sistema di valori, senza bisogno di aprire un libro né di spostarsi da casa.
Martina Serra (proprietario verificato)
Incredibile la descrizione dell’area geografica in cui la vicenda è ambientata, per non parlare del modo eccezionale di trattare un tema così attuale
Alda Cescato
Letto d’un fiato. Scrittura scorrevole, giovane, ma allo stesso tempo matura. Affronta con leggerezza un argomento scottante. Chi di noi non è mai stata corteggiata da più di un uomo? Quale decisione abbiamo preso o non preso? Insomma mi è piaciuto, e il finale…beh ho cercato se c’erano altre pagine…
Attendo (se ci sarà) il seguito.