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Tania
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Consegna prevista Dicembre 2023
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Tania e Clara sono inseparabili ma il sodalizio di una vita si incrina quando Tania si innamora per la prima volta. E subito dopo per la seconda.
Perché Tania non è una di quelle che non sanno cosa vogliono dalla vita. Tania è solida, ha le idee chiare e odia perdere tempo.
Quando si scopre confusa al punto da mettere in discussione tutte le sue certezze, Clara non la riconosce più.
Chi ha detto che si può amare una sola persona alla volta? E che l’amore è vero solo quando è esclusivo?
Tania ama sul serio Luca: è divertente, sensuale e imprevedibile, insieme sono invincibili. E ama davvero anche Marco che è solido, protettivo e devoto, insieme vivono in una favola.
Eppure nella vita ci sono delle regole e a quanto pare non le è permesso amarli entrambi.
Tania deve sacrificare metà del suo amore e della sua felicità. Si può scegliere di rimanere fedeli a se stessi senza tradire gli altri? E a quale prezzo?
Tania è giovane, combattiva e assolutamente determinata a scoprirlo.

Perché ho scritto questo libro?

Banalmente perché da piccola volevo fare la scrittrice.
Meno banalmente, perché da grande non ho perso l’ambizione e la voglia di fare la scrittrice.
Questo libro in particolare l’ho scritto perché ci riguarda tutti.
In amore, sul lavoro, nelle relazioni ognuno di noi si è trovato a scegliere tra due opposti inconciliabili solo perché lo dice qualcun altro.
Questa è la storia di una lotta tra l’io e il noi di cui fa parte. Abbiamo tutti una storia così da raccontare

ANTEPRIMA NON EDITATA

1

Era tutto perfetto, dalla veranda di Clara si dominavano le saline coi fenicotteri e tutta Siracusa fino al Vulcano fumante. Di fronte a una bottiglia di Moscato naturale e all’impareggiabile bellezza di quell’angolo di Sicilia, quella sì, doveva esserlo per forza, la felicità.

“Sono quasi le sei, mettiti comoda, oggi dicono ci aspetti un tramonto da paura” disse Clara sorridendo mentre faceva saltare il tappo a corona.

“Niente e nessuno al mondo potrebbe mai spostarmi da qui nelle prossime due ore” rispose Tania prima di fare tintinnare il suo bicchiere contro quello dell’amica.

“Niente e nessuno .. Anche perché devo dirti una cosa”.

Ecco.

La speranza di un momento di felicità gratis si era appena infranta.

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Clara sospirò abbassando gli occhi.

Era tutto troppo perfetto per poter essere anche solo verosimile.

“Lo sai che l’aver portato una bottiglia di vino non ti autorizza a distruggere questo momento straordinario, vero?”.

“Sì, lo so e infatti ne avrei portate altre due, sono bionda mica scema, sono nel portabagagli della macchina, se mi apri il cancello vado a prenderle prima che diventino brodo”.

Non aveva speranza, Clara si arrese e, sospirando di nuovo, si avviò rassegnata verso il citofono.

2

“Hai presente due sabati fa quando siamo state all’Ushuwaia?”

Le serate all’Ushuwaia erano difficili da dimenticare.

Irreversibilmente segnati da innumerevoli estati ad Ibiza, due improbabili personaggi catanesi avevano provato a riprodurne ambientazioni e atmosfere in un capannone nella zona industriale di Catania e non si era mai capito se la storpiatura del nome fosse voluta o se pensavano davvero che si scrivesse in quel modo. Dal tentativo di imitazione era risultato un enorme, goffo locale tappezzato di specchi e decorazioni dorate, in cui divanetti fucsia facevano a pugni con tendaggi paillettati e tavolini animalié in plastica lucida di un kitsch insostenibile, quantomeno fino al terzo vodka tonic.

“Ti ricordi il tizio al bancone, Luca?”

“Quello che ti sei limonata nel parcheggio?”

Tania rise di una risata delle sue e Clara dovette sforzarsi per mantenere l’espressione di finto rimprovero.

“Ci siamo solo salutati prima di salire in macchina.”

“Eh, si, me lo ricordo”

“Niente, ci stiamo sentendo”.

“Bene”.

“E vedendo, anche.”

“Okay”.

“E non dici niente?”

“Non saprei. Mi sembra di non avere registrato alcuna informazione rilevante. Che dovrei dire del fatto che ti senti con uno? Quando mai tu non ti senti con uno? A meno che tu non stia cercando di dirmi che ti sei fidanzata con uno sconosciuto a tempo record a centro d’estate..”.

“No, non mi sono fidanzata però ci stiamo frequentando”.

“Se ci stiamo frequentando perché ne stiamo parlando? Da quando parliamo di uno-che-stiamo-solo-frequentando?”

“Ecco, perché.. Vieni che hai il bicchiere vuoto, ti verso un altro po’ di vino.. Dicevo, non siamo fidanzati solo perché lui oppone resistenza ma, se fosse per me, staremmo già scrivendo partecipazioni”.

Ah.

“Versane un altro po’ di sto vino, va”. Mentre Tania le riempiva nuovamente il calice, Clara frugava nel piatto del sushi alla ricerca di un pezzo con l’avocado e il salmone. Aveva una specie di dipendenza dal salmone, avrebbe potuto vivere solo di salmone. E avocado. E salmone con l’avocado.

“E che avrebbe di speciale ‘sto Luca, sentiamo”

Clara riuscì a tenere duro finché il repertorio di lodi su-quello-così-perfetto-che-sembri-tu andò via via esaurendosi e, complici anche il tramonto e il vino, sprofondò tra i cuscinoni a righe bianche e rosa mentre il mondo intorno a lei si sfocava in mille sfumature di arancione.

Se all’inizio si era preoccupata, adesso le sembrava di vedere tutte le caratteristiche della classica infatuazione estiva per lo sconosciuto proveniente da un altrove non meglio precisato. Certo, Catania era piuttosto vicino come altrove e nemmeno esattamente imprecisato ma, per Tania rappresentava i limiti del mondo conosciuto e per questo un catanese poteva esercitare su di lei la stessa presa che un argentino o un australiano avrebbe esercitato su Clara. Inoltre l’aveva incontrato ubriaca ad una serata danzante e in due settimane si erano rivisti due volte soltanto, esattamente le condizioni fertili per idealizzarlo a dovere. Clara aveva smesso di preoccuparsi, nel giro di altre due settimane, quel Luca di Catania sarebbe caduto nel dimenticatoio insieme alle altre decine di infatuazioni di Tania che non erano arrivate al primo mese.

Clara si concesse di godere di quella gratuità felicità a cui aveva pensato di dover rinunciare poco prima.

Quando calò il buio, della voce della sua amica non era rimasto che un vivace brusio di sottofondo amalgamato al buffo berciare dei fenicotteri in lontananza.

10

“Fino a che punto ci sei e fino a che punto ci fai?” Tania stava riportando Clara a casa e, naturalmente, si aspettava quella domanda.

“Potresti essere più specifica?”

“Avanti, Tania, sai perfettamente di cosa sto parlando”.

Tania – il nome per intero – quello era un altro segnale poco in codice. Clara la chiamava sempre Tata, il nome per esteso era riservato alle conversazioni serie. E ai cazziatoni.

“Se ti riferisci a Marco, ti ho già spiegato come stanno le cose” sentiva il rumore delle sue stesse unghie su per gli specchi ma quei balletti erano una specie di rituale, una danza sacra che anticipava le discussioni importanti.

“È cotto di te, Tania”.

Era un sorriso di compiacimento quello apparso sulle labbra della bionda?

“Macché sei tu che pensi che tutti debbano amarmi perché mi ami tu ma, ti assicuro amica mia, che non è così”.

Il silenzio in cui Clara lasciò cadere quell’obiezione ne fece risuonare la stupidità.

Tania provò a cambiare approccio: “Te l’ha detto lui?”.

“Ma perché c’era bisogno di dire qualcosa? Non ti stacca gli occhi da dosso, ride solo se ridi tu, cerca la tua approvazione per ogni cosa, ti apre porte e sportelli, manca solo che si butti sull’asfalto per farti camminare sopra la sua schiena. Mi sento umiliata io per lui, visto che, lui evidentemente ci spera. Forse qualcuno qui non gli ha detto che il posto è già preso? Il tuo cuore già impegnato? Che sono rimasti posti in piedi, ci spiace, ritenta sarai più fortunato? Tania, quello non è il comportamento di uno che ha preso un no, quello è il comportamento di uno che ha preso un Le faremo sapere, quindi ora dimmi, c’è qualcosa che potremmo mai fargli sapere?” Tania finse di essere troppo assorbita dalla guida per rispondere. Era ridicola, conosceva quella strada a memoria, avrebbe potuto guidare ad occhi chiusi.

“Tania, gli hai detto di Luca?”.

22

“Ma secondo te è solo rettitudine morale la mia?” – il ricordo del parole di Clara si presentò puntuale a distruggerle pure quella certezza. “Quando giochi su più tavoli, in un paesazzo come Siracusa, non puoi sperare di tenere il segreto. Perché non esistono segreti in un posto in cui uno dei passatempi principali consiste nel parlare dei fatti degli altri. Stai serena che prima o poi si viene a sapere tutto. E se tu hai tenuto il segreto, non solo parleranno male di te ma il pettegolezzo assumerà le tinte dello scandalo.

“La ragazza tanto per bene guarda cosa combinava alle spalle di tutti. Incredibile, chi l’avrebbe mai detto. Poveri i suoi genitori. Fossi in suo fratello non mi farei più vedere in giro…”

Per non parlare del fatto che lo scandalo, quando scoppia, ti aliena le frequentazioni. E siccome niente può impedire al pettegolezzo di essere sport nazionale a casa nostra, se non smetteranno di parlare dei fatti tuoi, almeno giocare alla luce del sole ti consentirà di evitare la gogna pubblica e i tuoi amanti non lo dovranno scopriranno dalle malelingue di fare parte di un harem. Certo, non è come vivere a Parigi dove la gente ha una vita e a nessuno frega niente di quello che fai ma è pur sempre il minore dei mali”.

23

Clara dovette ammettere a se stessa che c’era qualcosa di tremendamente eccitante in Tania, nel suo sguardo e nell’energia frizzante che emanava quella sera, totalmente sballato e fuori dalla grazia del cielo ma, comunque, eccitante.

“Non ti piace pensare di esser presa per donnaccia, eh?” Clara era tronfia come un pavone.

Tania restò cupa sul suo Mojito, evitando di guardarla “ti sembra normale che io debba esser presa per donnaccia perché nutro dei sentimenti puliti e sinceri nei confronti di due persone? Non è sfizio, non è sesso. Sono entrambi due varianti incredibili e perfette dell’uomo dei miei sogni. Perché non posso tenermeli entrambi? Lo so che c’è gente che campa una vita senza incontrarne nemmeno una ma perché chi ha la fortuna di incontrarne addirittura due, deve essere condannato? Mi spieghi com’è possibile che, anche se sono una brava persona, mi comporto bene e non faccio male a niente e a nessuno, è sufficiente che io mi innamori di due uomini contemporaneamente per diventare una donnaccia? È l’invidia? È che proprio non vi va giù e ci dovete per forza mettere un dazio da pagare sulla mia felicità moltiplicata per due? Siete davvero così poveri e frustrati? Quale diavolo è il vostro problema?”.

Vostro? Il ghigno e il senso di vittoria si spensero sul volto di Clara. Tania l’aveva assimilata al nemico, per la prima volta nella storia della loro amicizia non stavano dalla stessa parte e lei non poté fare a meno di chiedersi se non stesse sbagliando.

Forse l’aveva sottovalutata, forse la pensava più fragile di quanto non fosse ma è un mondo impietoso nei confronti delle donne che sgarrano e, certi marchi, poi non ti basta una vita per toglierteli di dosso.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Chiara Allibrio
Nasco nel 1986, nel '90 scrivo già e nel '92 penso di pubblicare per la prima volta.
Cresco con Topolino, Dylan Dog, Pennac, Pirandello, Camilleri, Hemingway, Kafka e Colette.
Leggo tutto tranne romanzi d'amore, mi sembrano frivoli, e scrivo senza sosta ma trovo sempre una buona scusa per non pubblicare.
Tra il '20 e il '21 la pandemia, la fine di un grande amore e la lettura integrale di Jane Austen sconvolgono tutto.
Una serie di catastrofi, un'unica soluzione: l'amore - chiave di lettura e manuale di sopravvivenza alla vita.
I romanzi d'amore non appaiono più futili cronache di banali pene di cuore ma ritratti fedeli di una società, in una data epoca.
Amare è un fatto sociale.
Nel 2022 Virginia Woolf mi dà il colpo di grazia con la sua stanza tutta per sé.
Per la prima volta non penso più di voler pubblicare ma di non poterne fare più a meno.
Da questo percorso nasce Tania.
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