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The Drunk Fury. Le spade della Redenzione

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1703. Dopo la battaglia di Ascension Island in cui molti membri della Fratellanza hanno perso la vita, la missione continua e un nuovo viaggio aspetta i pirati guidati da Marie Anne.

Si inoltreranno fino ai confini del mondo per recuperare l’oro perduto dell’Huascarán e sconfiggere i suoi guardiani: fra avventure, inseguimenti, battaglie e giuramenti di sangue, la Drunk Fury e l’impero spagnolo arriveranno allo scontro finale.

1718. La guerra fra pirati e Stati è cominciata: grazia non verrà chiesta né concessa. Gli uomini al comando di Barbanera, Vane, Calico Jack, Anne Bonny e Mary Read squasseranno i Caraibi, combattendo contro inglesi, francesi e spagnoli. Nel frattempo, Jack Tyler e Paul Dragon, insieme a compari vecchi e nuovi, partiranno con l’Hawk alla volta dell’Europa per chiudere finalmente i conti con il proprio passato.

I. Chiamata
alle armi

Dal diario di Paul Dragon

23 luglio 1718

Caro Jack,

la pirateria, oggi, scende in guerra: queste sono state le mie parole nell’ultima pagina del nostro resoconto, mentre prendevamo il mare da Great Inagua per dirigerci a Nassau.

E finalmente ci siamo giunti, guidati dalla Queen Anne’s Revenge di Barbanera, il Ranger di Vane e l’Hawk di Bruce, il luogotenente di Teach.

Siamo tornati nella Repubblica dei pirati dopo la missione per liberarti dalla prigione in cui eri rinchiuso, e la situazione dopo due settimane è come immaginavamo: abbiamo trovato il governatore Rogers asserragliato nel forte, gli spagnoli eliminati e gli inglesi inferociti ma impossibilitati a reagire ancora per qualche tempo; i cannoni di numerosi velieri pirateschi tengono il forte sotto scacco, e una cinquantina di uomini fa la posta ai vari ingressi. C’è uno strano clima nelle strade, quasi euforico: gli Stati europei sono stati battuti sul campo, è vero, ma è solo la calma prima della tempesta. I rinforzi arriveranno, nessuno ha dubbi su questo, però non vi sono nemmeno dubbi sul fatto che, quando accadrà, avremo già reso difficile trovarci.

Mentre ti sto scrivendo mi trovo sulla nave di Barbanera, nella mia cabina, e immagino che tu sia sul ponte dell’Hawk insieme a Moha, dottor maialino, Tip e il resto della ciurma: come ci siamo detti quando ci siamo rincontrati, continueremo con il nostro resoconto della Drunk Fury e rimarremo divisi in modo che, qualora il Fato scelga di prendere uno di noi, l’altro possa continuare. Vista la situazione, proseguiremo a scrivere anche i diari di ciò che ci sta accadendo in questi mesi, così che l’intera storia della Fratellanza non vada perduta. I nostri nemici sono usciti allo scoperto, e la nostra guerra non si è ancora conclusa.

Un paio di giorni fa, dopo avere lasciato Carmelita, i bandidos e gli Schiavoni sulla Queen Anne’s Revenge, siamo tornati alla locanda degli ebrei, la Moses Cohen. Qui, John Rackham – ripresosi dalla battaglia di Nassau con spagnoli e inglesi e attorniato, come sempre, dalle piratesse Mary Read e Anne Bonny – ha provveduto a riunire i capitani rimasti nelle vicinanze. Non tutti, purtroppo, perché in diversi si sono dati alla macchia, ma Barbanera è fiducioso che si uniranno alla causa non appena riceveranno il suo appello.

Quando siamo entrati nella locanda, Samuel – dopo l’aiuto fornito da lui e i suoi uomini all’assalto del forte spagnolo – ha assunto nuovamente il ruolo di oste burbero ma accogliente, versando birre e rum a tutti, colpito dalla trasformazione del grande salone in ospedale permanente.

«La mia Moses, ridotta in questo stato» ha esordito, una volta ripresosi dalla scena.

«Coraggio, Samuel, i soldi degli spagnoli e degli inglesi ti aiuteranno a sistemarla. Sempre che non venga rasa al suolo quando arriveranno i rinforzi» disse Bruce fra il torvo e il divertito, grattandosi il buco che si trovava al posto del naso con il suo nuovo pugno d’acciaio. Durante la battaglia di Nassau aveva infatti perso la mano e il naso, ma ormai sembrava essersi ripreso.

«Comandante, siete tornati» ci salutò Calico, venendoci incontro sorridente, salvo fermarsi al notare Vane.

Proprio Vane scostò Moha, incedendo minaccioso sullo snello ed elegante capitano.

«Quindi sei ancora vivo, ladro?» domandò Charles, gli occhi ferini.

«Qualcuno doveva pur tenere in piedi la baracca, mentre giocavate a rincorrervi» rispose Rackham, fingendosi noncurante.

Vane increspò le labbra, scambiandosi uno sguardo cupo con Teach. Il nero pirata annuì, grave, e rapido Charles si voltò verso Calico rifilandogli un manrovescio.

«E qualcuno doveva stare dalla mia parte, invece di tradirmi!» esclamò, nella sorpresa generale.

Calico finì contro un tavolo, ma si rialzò subito e si avvicinò nuovamente ai due capitani, mentre noi guardavamo silenti il sangue che già gli colava da un labbro.

«Calmo, Rackham» sentenziò Barbanera, mettendosi fra i due. «Ho dato io il permesso a Charles di colpirti. Gli hai preso veliero e ciurma, una manata non mi sembra così incomprensibile. O sbaglio?»

«No, comandante, non sbagliate» rispose Calico dopo qualche secondo, leccandosi via il sangue e facendosi raggiungere da Mary Read e Anne Bonny, che guardavano inferocite Vane. «Charles, possiamo mettere da parte la nostra questione, per il momento?» continuò, porgendo la mano destra al selvaggio capitano.

«Per il momento» grugnì lui, stringendogliela.

«Bene!» esclamò Barbanera, fintamente sollevato, poggiando le pesanti mani sulle spalle dei due capitani. «Anche questa faida si può dire sospesa. Samuel, un giro di birra per tutti, è tempo di brindare al nostro ritorno e a come abbiamo ingabbiato il buon Rogers!» tuonò, alzando il calice, imitato da noi.

«Comandante,» prese a dire Calico, sorseggiando da una coppa «ho riunito qui tutti i capitani che ho trovato, ci aspettano di sotto.»

«E questo è un bene, amico mio, perché per quanto possiamo avere intrappolato il governatore, presto gli inglesi saranno qui con un esercito degno di questo nome, e noi dovremo essere lontani.»

«Su questo siamo d’accordo» annuì Vane, il viso sporco di rum.

A un cenno di Barbanera, ci dirigemmo verso la dispensa sotterranea della locanda; lì, fra il fumo delle pipe e del tabacco e i piumaggi sgargianti di cappelli di ogni foggia, trovammo radunati almeno una ventina di capitani, dai più famosi ai più sconosciuti, un’accozzaglia di barbarie e violenza che in quel momento si dedicava all’antica arte del bere fino allo svenimento.

Barbanera si calò fra loro come un re tornato a corte, accolto da brindisi, bestemmie e lame cozzate a guisa di trombe festanti.

Si accostò al tavolo attorno a cui sedevano quei liberi avventurieri e, sbattendo una coppa di metallo sul legno massiccio, pretese il silenzio.

«Fratelli, riunirvi qui è stata una mia idea. Per anni abbiamo regnato sui Caraibi, riprendendoci la libertà che ci era stata tolta dai ricchi e dai potenti, navigando sulle onde senza padroni, rubando, razziando e saccheggiando. E il nostro premio sono sempre stati l’alcol, le puttane e i divertimenti, molto spesso in quest’ordine!» Così esordì, e i bicchieri e le bottiglie sbatterono forti sul tavolo. «Ma quel tempo sta finendo» riprese Barbanera, facendosi cupo e spegnendo urla e risate. «I mari si restringono intorno a noi, la rete degli Stati si fa più fitta e le capitali europee stanno imparando a collaborare per strangolarci ed eliminarci. Con la battaglia di Nassau, lo scontro è arrivato in casa nostra, e siamo di fronte a una scelta: unirci per attaccare nuovamente i nostri nemici, formando un’alleanza e sferrando un assalto a La Tortuga che pieghi francesi e spagnoli, o fare come abbiamo sempre fatto, veleggiare da soli e farci massacrare quando le flotte colme di cannoni e soldati arriveranno nei Caraibi.»

Il silenzio calò nella sala, prima che una risata si sollevasse.

«E allora, Teach? Quando gli Stati si presenteranno qui ci sposteremo in Africa, e quando ci inseguiranno in Africa torneremo qui!» esclamò Levasseur, lo spietato francese con l’occhio sinistro attraversato da una profonda cicatrice, terrore dei mercanti di schiavi. «Che motivo avremmo di attaccare La Tortuga? Distruggiamo il forte, appendiamo Rogers a uno dei nostri alberi e poi andiamocene.»

«E cosa ne sarà della nostra Repubblica, Olivier?»

«E perché dovrebbe fregarci della Repubblica? Siamo pirati, Barbanera, non mogliettine» si intromise Stede Bonnet, il barbadiano famoso per non essere un marinaio e per essersi comprato la sua prima nave.

«Perché siamo dei reietti, Stede, e la Repubblica è la prima casa che noi pirati abbiamo. Perché i nostri velieri si usurano e le merci che prendiamo dobbiamo pur venderle a qualcuno. Ricordi quando navigavamo insieme? Abbiamo bisogno di un posto dove possiamo rifugiarci, dove nessuno possa sorprenderci e dove trovare alleati e amici.»

«Io ho combattuto, Teach, sono stato nella Marina francese: anche se accettassimo la tua alleanza, sarebbe un massacro» sibilò Levasseur.

«Un massacro sarebbe rimanere fermi. Conosciamo questi mari, possiamo decidere noi dove scontrarci, e La Tortuga è il posto perfetto. Pensateci!»

«Tu sei pazzo, Teach, una mossa del genere è una dichiarazione di vera guerra alle potenze europee: Inghilterra, Spagna, Francia, Olanda, Portogallo… si avventerebbero tutti su di noi, è follia» commentò Edward England, che a lungo aveva servito Vane come luogotenente.

«Edward, Barbanera è pazzo, ma dobbiamo ascoltarlo» ribatté proprio Vane, alzandosi in piedi.

«Tu sei d’accordo con lui, Charles?» chiese England, sorpreso.

«Strano a dirsi, però sì. Abbiamo raggiunto un accordo.»

«Potremmo fortificare Nassau e batterci qui» suggerì Bartholomew Roberts, l’austero e religioso gallese che si stava costruendo una carriera di infaticabile saccheggiatore delle merci europee.

«Oppure potremmo dividerci, scappare come sempre, e continuare a depredare e uccidere e gozzovigliare finché la Morte non ci vorrà prendere» aggiunse Olivier.

Vane scosse le spalle, avventandosi su un cosciotto di pollo. «Già provato a suggerirlo, Buse, ma non ho avuto successo» commentò con la bocca piena riferendosi a Levasseur, chiamato Buse, ossia poiana, per la rapidità e la ferocia dei suoi assalti.

Calico alzò il bicchiere verso Charles, sorridendo sornione.

Guardai Teach, silenzioso, le mani possenti che stringevano le cinte incrociate sul torace. Bonnet teneva ora la testa bassa, fumando la pipa, mentre Mary Read e Anne Bonny bevevano assorte. Vidi te, Jack, mio vecchio compare, appoggiato al muro, un bicchiere di rum in mano, e ci scambiammo uno sguardo di intesa da sotto la tesa dei cappelli. Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, non poteva essere certo una riunione tra pirati egoisti e ubriaconi a fermare la nostra sete di vendetta.

«Capitani, avete ragione» mi decisi a intervenire. «Potremmo barricarci qui, sconfiggendo Rogers, oppure potremmo scappare. E sapete cosa accadrebbe? Ci darebbero la caccia, uno per uno, e ci finirebbero come topi in trappola. Sedici anni fa, io e questo baleniere ci trovammo fra le mani la possibilità di fare qualcosa di grande e utile per noi, per queste terre e per la pirateria. E oggi, in questa stanza, io guardo i più valenti condottieri dei Caraibi e mi chiedo ciò che domandai ai miei fratelli sedici anni fa: quando vi chiederanno che cosa avete fatto mentre il mondo bruciava, che cosa risponderete? Perché questa è la differenza, capitani: decidere di prendere in mano il nostro destino e combattere per una Repubblica dei pirati, o rivelarci vigliacchi. E io so che qui dentro nessuno è un vigliacco. O almeno spero di non essermi sbagliato.»

«Teach, fai ragionare il tuo amico! Siamo pirati, non rivoluzionari!» sbraitò England.

In quel momento, Jack, ti alzasti dal muro e ti affiancasti a me, prendendo la parola.

«Siamo pirati, gente, e in quanto tali siamo uomini liberi, giusto? E cosa c’è di più rivoluzionario della libertà? Dici che siamo pirati e non rivoluzionari, capitano: io non vedo differenza tra le due cose.»

«Nel tuo caso i pirati sono anche balenieri: si sente il tuo odore di cetaceo da Nassau fino a Cape Cod!» disse ghignando una voce dal fondo della sala che non riuscii a riconoscere.

«Strano, a tua madre quell’odore piace» gli rispondesti di rimando.

Risate, grida e insulti riempirono la sala, rischiando di sfociare in una rissa.

«Ci hai riuniti qui per ascoltare due folli?» rincarò Roberts, urlando per farsi sentire e schivando uno sgabello che volava a pochi centimetri dalla sua testa.

A quel punto Barbanera avanzò nella calca generale, riflessivo. Quando si schiarì la voce tutti cessarono di gridare, attendendo le parole del nero capitano.

«Signori, di fronte a voi avete Paul Dragon, e al suo fianco c’è Jack Tyler» disse indicandoci, mentre eravamo pronti a batterci con quell’accozzaglia di tagliagole e avventurieri. «Sono miei amici e alleati. Sono membri della leggendaria Drunk Fury e, come sapete, le loro gesta di pirati rivoluzionari hanno ispirato la nascita di questa Repubblica, ponendo le basi per la Fratellanza della Costa. Abbiamo un debito d’onore con loro, amici miei. E non crediate nemmeno per un istante che Rogers e gli spagnoli non vorranno farcela pagare per ciò che abbiamo imbastito qui a Nassau. Non pensiate che non cercheranno vendetta. Questi potenti, questi Stati, ragionano solo con il linguaggio della forza e della determinazione. Abbiamo dato un primo scossone, e li abbiamo costretti a leccarsi le ferite. Diamogliene un secondo, colpiamo al cuore francesi e spagnoli, mettiamo a ferro e fuoco La Tortuga, e l’intera Europa capirà il messaggio: vogliamo essere liberi. Sono in tanti su quell’isola, questo è vero, ma abbiamo già in mente un piano. Io vi aprirò la strada per colpirli. Nessuno sarà così sciocco o così poco ambizioso da non provare a inseguirmi. Tutti mi vorranno: francesi, spagnoli, inglesi, olandesi. E sarà allora che voi attaccherete, dal mare e da terra, e con lame e cannoni metterete fine alla caccia immonda che si è scatenata contro la Drunk Fury e la pirateria. Così, avremo una vera possibilità che finalmente, al posto di navi e governatori, gli Stati inviino diplomatici e negoziatori. Una vera speranza che la Repubblica possa rimanere libera e prospera negli anni.»

«Per questo vuoi attaccare La Tortuga? Per la Drunk Fury?» domandò Levasseur, alzandosi in piedi. «Io sono grato alla Drunk Fury per aver ispirato, con la loro Fratellanza, la creazione della nostra ma, se posso permettermi, non vedo perché dovrei mettere a rischio me e i miei uomini per loro.»

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2024-08-15

Aggiornamento

Pirati e piratesse della Drunk Fury, ce l’abbiamo fatta: “Le spade della Redenzione”, il terzo e conclusivo capitolo della trilogia, ha raggiunto i 200 pre-ordini e andrà in libreria 🏴‍☠️⚔️ Come sempre, è stato possibile solo grazie a voi, che ci avete sostenuti negli anni e durante la campagna: per questo, a voi vanno i nostri infiniti ringraziamenti. In questo ultimo romanzo abbiamo messo tutti noi stessi (e non è un modo di dire) e speriamo davvero che sia all’altezza delle vostre aspettative. Qui potete vederci all’inizio di quest’avventura, nel 2017, quando ci incontrammo per parlare dell’idea di scrivere un libro, iniziando a delineare trama e personaggi che hanno poi preso vita davanti ai nostri occhi. Ancora non sapevamo a cosa ci avrebbe portati quel pomeriggio, ma avevamo un sogno: vedere prima o poi il nostro libro pubblicato sullo scaffale di una libreria. E ora, anche il terzo romanzo ci sta per arrivare. Quindi, tre volte grazie a voi, ciurma! 🖤 Ma il risultato di quel primo incontro, oltre alla pubblicazione di questi tre romanzi, è soprattutto la comunità che passo dopo passo si è costruita intorno alla Drunk Fury, e di cui ciascuno e ciascuna di voi fa parte. Continuate a sostenerci e seguirci (e a pre-ordinare il libro se non l’avete fatto e ne avete voglia) perché, come diciamo sempre, il viaggio è solo all’inizio 🏴‍☠️
2024-08-03

Evento

Pella (NO) - Lago d'Orta Pirati e piratesse, il 3 e 4 agosto i Pirati del Lago d'Orta si riuniscono - per la decima volta - per una due giorni di caccia al tesoro, eventi, festa e musica, il tutto condito da una miriade di artigiani, artisti, birra e rum. E, ovviamente, dai libri e dalle magliette della Drunk Fury 🏴‍☠️ Non mancate a questa celebrazione della pirateria, e venite a scoprire anche il terzo romanzo della trilogia: “Le spade della Redenzione” 📍 sabato 3 agosto, 16:00-23:00 📍 domenica 4 agosto, 9:00 - 00:00 📌 Piazza Motta - Pella (Novara) 🖌️ iscrizioni - per la caccia al tesoro - sul sito piratilagodorta.it
2024-06-19

Aggiornamento

13 giugno 2024: la data che segna l’ultima delle “prime volte” della Drunk Fury, in cui abbiamo lanciato il crowdfunding del terzo romanzo della trilogia. Vecchi e nuovi compari, amici e amiche, parenti (e persino i Black Sails!) uniti per la presentazione de “Le spade della Redenzione” ⚔️🏴‍☠️ e per una serata all’insegna della Fratellanza. È difficile riassumere ciò che abbiamo provato, sicuramente un enorme senso di gratitudine e la consapevolezza che in questi 7 anni abbiamo costruito molto più di tre romanzi. Un infinito GRAZIE a voi, ciurma, per aver scritto, e continuare a scrivere con noi questa storia! 🏴‍☠️ E grazie anche all'East End Pub di Lambrate per l'ospitalità e all’eccezionale team di bookabook che ci accompagna dall'inizio del nostro viaggio. Come ha detto la nostra amica Marty durante la presentazione: “Non importa quali nuove avventure ci aspetteranno né quali mari solcheremo, il fatto di esserci gli uni per gli altri ci darà sempre un porto sicuro nel mondo” 🖤 State in campana, ciurma, perché il viaggio, in realtà, è appena iniziato! ...e continuate a pre-ordinare il libro! Yo-oh, per la Drunk Fury! 🏴‍☠️

Commenti

  1. (proprietario verificato)

    Appena ho effettuato il preordine ho scaricato la bozza del libro (non sono riuscita a resistere alla tentazione di leggerlo subito). È stato un viaggio conclusivo bellissimo: ricco di momenti commoventi ma anche di battaglie che tengono il fiato sospeso. È bello tutto ma, in particolare, le ultime cento pagine sono delle montagne russe che tengono incollati alla storia. Dopo dieci pianti, quattro infarti e svariati respiri di sollievo, posso dire che non potevo immaginare un terzo capitolo migliore di questo. Bravissimi!

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Paolo Andrico e Paolo Corbetta
Paolo Andrico nasce a Milano nel 1991. Laureato in Lettere all’Università degli Studi di Milano, si appassiona di letteratura latina medievale. Oggi si occupa di editoria e comunicazione. I suoi punti di riferimento sono J. R. R. Tolkien, Herman Melville e… Vinicio Capossela. La scrittura rappresenta la sua personale caccia al Grande Leviatano.

Paolo Maria Corbetta nasce a Milano nel 1992. Fra Milano, Londra e Ginevra per lavoro e università, oggi si occupa di consulenza a Roma. Appassionato di fantasy e pirateria, fra i suoi modelli annovera Tolkien, Guareschi, Dumas, Dostoevskij e Van De Sfroos. La scrittura è la sua chiave per decifrare la realtà fra verità e fantasia.

Dopo "La nascita della Fratellanza" (bookabook, 2020) e "Ascension Island", "Le spade della Redenzione" è il terzo e ultimo romanzo della loro trilogia "The Drunk Fury".
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