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Tutto ha senso?

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Vibes, la protagonista, intraprende un viaggio al dì là del tempo e dello spazio per ricercare i genitori che l’hanno abbandonata da piccola. Avrà al suo fianco tre “amici” un po’ insoliti, ma che la aiuteranno molto durante questa avventura. Vibes riscoprirà se stessa, verrà a conoscenza di verità insospettabili aprendo così gli occhi sul mondo che l’ha sempre circondata, ma che lei non era in grado (o non poteva?) cogliere.

Perché ho scritto questo libro?

Ho deciso di scrivere “Tutto ha senso?” perché sono rimasta, più di una volta, allibita dall’assenza più totale di alcuni genitori nelle vite dei figli. Hanno tutto dal punto di vista materiale, la cosa che veramente gli manca è l’attenzione da parte degli adulti che, sono sempre più propensi o a lasciarli abbandonati a se stessi oppure, peggio ancora a detta mia, a fare gli amiconi dei loro stessi figli.

ANTEPRIMA NON EDITATA

 

Legenda: V=Vibes; L=lettore; N=narratore; ExL=ex lettore; ExN=ex narratore;

Li=libro; Po=positive; Ne=negative; P=passante;

Art 1

Ciao a tutti, mi presento! Sono Vibes, una ragazza di quasi 16 anni, e nella mia vita tutto ha senso. Mi alzo sempre molto presto e non ho problemi a farlo. Vado in bagno, mi lavo la faccia rigorosamente con acqua molto fredda, quasi gelata, e poi anche i denti. Spazzolo i miei lunghi e mossi capelli castani con cura, utilizzando una spazzola viola. Dopo aver fatto tutto ciò, solitamente mi trucco. Il trucco che applico è molto semplice, anche perché non sono ancora adulta. Tuttavia, spesso utilizzo l’ombretto color viola e aggiungo qualche lentiggine sul mio nasino alla francese, perché amo follemente l’effetto che crea. Applico il trucco tastando la faccia, poiché odio tremendamente gli specchi. Infatti, a casa mia non ce n’è nemmeno uno.

L: “Perché?”

V: “Ho i miei motivi, sono cose private e personali. Comunque, mi esce sempre bene. Poi, afferro i miei occhiali rotondi viola e me li metto.”

L: “Quanto sei alta?”

V: “Non lo so, la mia altezza cambia. Non l’ho mai saputo, ed è sempre stato un mistero. Il mio colore preferito, come penso si sia già capito ampiamente, è il viola. Da grande, vorrei avere anche le punte dei capelli di questo colore. Comunque, dopo mi vesto: se è estate, indosso una maglietta a righe bianche, nere e viola. Se è inverno, invece, scelgo un dolcevita viola e sopra un maglione oversize, anch’esso viola ma di una tonalità diversa. Poi, come sempre, mi metto la mia salopette di jeans con i pantaloni lunghi o corti, a seconda del tempo. Infine, infilo di fretta le mie Jordan Pastel e scendo a fare colazione, mangiando quello che mi trovo davanti.”

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L: “Gioielli come anelli, braccialetti non ne indossi?”

V: “Sì, sì, certo che sì.”

Da vera ragazza si, mi piacciono molto, moltissimo soprattutto gli anelli. Ho sempre due collane una con la V di Vibes l’altra è una pietra viola, Violite credo si chiami così. I braccialetti sono tutti o quasi con delle stelle molto lucenti e luminose, non c’è tanto altro da aggiungere, se non che ne ho tre sul braccio sinistro e uno sul destro. Gli anelli sono davvero il pezzo forte, al momento ne ho soltanto due uno viola e l’altro viola. Sono due colori simili, ma opposti, il viola dell’anello sulla mia mano destra è molto chiaro, mentre sull’altra mano c’è un anello, viola si, ma molto scuro.”

L:  “Ok, ho capito. Comunque la tua casa è su due piani?”

V: “Si, esatto la mia casa è su due piani. Al primo piano sulla destra il salotto con la TV, mentre sulla sinistra trovo la cucina che funge anche da sala da pranzo, perché è davvero immensa e sotto il sottoscala c’è anche un bagno, in questo c’è anche la doccia mentre in quello di sopra no. Davanti a me, appena entro c’è la scala per salire al secondo piano dove trovo camera mia, a destra ho la zona notte quindi c’è il letto, il comodino, l’armadio e un bagnetto. A sinistra trovo la finestra gigante e la  postazione studio. La casa è tutta colori pastello, adoro quei colorini, devi sapere che l’ho ridipinta tutta, la casa com’era prima non mi piaceva e così l’ho ristrutturata come piaceva a me, ho preso tutti i mobili bianchi, amo follemente anche questo colore.

Tornando alla mia routine quotidiana, dopo essermi preparata esco, se è inverno vado a scuola, mentre se è estate vado in giro per il mio paesino che non è molto grande.”

L: “Come si chiama?”

V: “Il mio paesino si chiama Sperduto, ma non ho mai saputo il perché. Uscendo da casa mia si può vedere la piazza Cambia la Testa, chissà perché si chiama così? Non me lo sono mai chiesta. Sulla destra ci sono tutti gli edifici più importanti come la biblioteca e il bar, ma anche il parco, l’ospedale, la scuola, il municipio, le poste e poi si, tanti, tantissimi negozi di vario tipo come l’estetista, il parrucchiere e molti, anzi forse troppi negozi di abbigliamento, mentre a sinistra portici e ancora portici, lì sotto ci sono tutti i ristoranti: sushi, pizzeria, poke, Mc Donald e molti altri. Le strade del mio paesino non sono asfaltate, sono piuttosto grezze, un po’ all’antica, poi spesso gli abitanti si muovono a piedi e quindi non ci servono nemmeno ii mezzi pubblici o le auto. Dalla finestra di camera mia si può vedere tutto ciò è ti garantisco che è davvero molto bello avere una vista così. A Sperduto la periferia non esiste, è un paesino così piccolo che non c’è. Quando torno dalla passeggiata, di solito faccio i compiti, questo sia d’inverno che d’estate e dopo, quando ho finito o quasi, pranzo e ovviamente mangio quello che c’è. Dopo pranzo guardo un po’ il telefono se ho finito di fare i compiti, se no continuo. Più precisamente se guardo il telefono è per pubblicare sui social, se no non lo guardo molto spesso. Sono un po’ ovunque su TikTok, Instagram e Facebook, mi diverto molto a fare video e a scattare delle foto dove mi racconto o semplicemente faccio vedere la mia giornata. Ammetto che non è il mio hobby preferito, cioè dopo un po’ mi stufo e me lo scordo anche in giro che poi quando cerco il telefono non so più nemmeno dov’è. Si, lo so, sono un po’ all’antica. Dopodiché pulisco casa e la pulisco a fondo, sono una ragazza precisa e pignola. Finché non arriva sera e quindi devo preparare la cena, o comunque qualcosa da mangiare. Il mio piatto preferito è la pasta con il tonno, cioè pasta, tonno e pomodoro, ma non posso sempre cucinarmi questo e quindi si, mi cucino quello che ho nel frigorifero. Dopo cena riordino i piatti e pulisco la tavola, poi guardo un po’ di TV oppure riguardo la “Casa di Carta”, “Mercoledì” che è una delle mie serie TV preferite.”

L: “Ne hai altre preferite?”

V: “Beh, “Once Upon a Time” e “Friends”, adoro queste quattro serie. Comunque la TV la guardo o direttamente dal letto, se no la guardo sul divano, così poi vado in bagno, mi faccio una doccia, perché solitamente non profumo, anzi puzzo proprio. I capelli però non li lavo sempre, di solito faccio un giorno sì e uno no, mi metto il pigiama rigorosamente viola, salgo nella mia camera e mi sdraio nel letto. Non dormo mai subito, fisso il soffitto ripensando alla mia giornata, poi… poi ad un certo punto crollo e buonanotte a me.”

L: “I tuoi genitori non ci sono?”

V: “I miei? Me lo chiedo spesso anch’io dove si sono andati a cacciare, io non mi ricordo, non ho proprio memoria, in poche parole nella mia vita ha tutto senso a parte… beh, si, a parte questo!”

L: “Ah ok, capisco. Li hai mai cercati?”

V: “Beh a dire la verità cercati, cercati no! Secondo te sarebbe meglio andarli a cercare?”

L: “Si, se vuoi ti aiuto?”

V:Ok, dai, andiamo…”

Art 2

I due sono partiti nel mese di agosto a cercare seriamente i genitori di Vibes.

V: “Sono davvero stanca, stanotte non ho proprio dormito, ero troppo elettrizzata.”

L: “Per che cosa?”

V: “Perché stiamo andando a far luce sull’unica cosa che non ha senso in tutta la mia vita e quindi per questo è strano.”

L: “Strano?”

V: “Si, come sai e se non lo sai, lo imparerai, tutto nella mia vita ha un senso a parte questo.”

L: “I tuoi genitori ti hanno abbandonata? Con chi hai vissuto? Hai abitato sempre a Sperduto?” La voce fuori campo era confusa, profondamente confusa.

V: “Calma, calma una domanda per volta, se no non ce la faccio!”

L: “Con chi hai vissuto?”

V: “Con un Libro, non lo vedo più da tanto, chissà dov’è andato…forse è con i miei genitori. Non lo so, era davvero da tanto che non ci pensavo!

Comunque sì, sono stata abbandonata da piccola e poi mi ha trovato Libro, il mio amico d’infanzia nella piazza “Cambia la Testa” a Sperduto. Non lo sai, ma il libro mi ha fatto da genitore e poi… poi un giorno l’ho appoggiato da qualche parte e adesso non so più dove sia. Io e lui parlavamo, mi ricordo che parlava non era un libro come tutti gli altri, magari però ho dei ricordi distorti, non mi ricordo nient’altro della mia infanzia.

Una cosa è certa sono nata e cresciuta a Sperduto, non sono mai uscita a vedere il mondo. A Sperduto c’è tutto quello di cui ho bisogno per crescere e diventare donna, questo è poco, ma sicuro.”

La voce fuori campo stava leggendo, ma era davvero senza parole, era sotto shock.

L: “Tu questa la chiami un’infanzia normale?”

V: “Beh si, per me lo è. Perché che cosa c’è di tanto insolito?”

L: “Tante cose, troppe cose Vibes sono strane!”

Dopo aver sentito quella voce fuori campo dire il suo nome, la ragazza si insospettì.

V: “Sai qualcosa dei miei che io non so?”

L: “No, come ti ho detto sono l’aiuto dall’esterno non so nulla in più di te Vibes, sono il Lettore.”

V : “Lettore?”

L: “Si, esatto ragazza sono la voce fuori campo.”

Lui le disse che c’era anche il Narratore che dal di fuori stava narrando la storia. Vibes non si era accorta di essere la protagonista di un libro, quindi quando le svelai ciò, la sua reazione è stata la seguente.

V: “Narratore? Davvero sono la protagonista?”

N: “Certo, certo Vibes”.

Lei era davvero contenta, si era illuminata, era diventata un fascio di luce…

Art 3

L: “Oddio Vibes! Che cosa succede?”

V: “Non lo so Lettore, forse il Narratore ne sa qualcosa.”

N: “Sì, certo che sì.”

La ragazza si era illuminata e stava emettendo delle strane onde oppure erano delle vibrazioni?

N: “Sono stupito, non so che cosa stia succedendo!”

Ad un certo punto al Lettore venne un’idea.

L: “Se fosse collegato al nome della ragazza?”

Pensò sbalordito.

L: “Vibes hai mai tradotto il tuo nome in italiano?”

V: “No, ma perché me lo domandi?”        

Dopo che il Lettore ebbe cercato sul telefono cosa significava il suo nome tradotto, capì che il corpo di Vibes non si era illuminato per caso. Lui le consigliò di andare a riposare, perché la ragazza era davvero stravolta. La ragazza, quindi, decise di ritornare a casa, di salire in camera sua e farsi un pisolino nel letto. Io proseguii con la narrazione mentre il Lettore aspettava con ansia il suo risveglio per farle sapere il significato del suo nome tradotto.

Dopo qualche ora di riposo, la ragazza si svegliò.

V:” Buongiorno eccomi qui, non ho capito che mi è successo prima Lettore? Narratore? Qualcuno me lo può spiegare?”

L: “Si, ragazza ora ti spiego, praticamente il tuo nome tradotto in italiano significa Vibrazioni, non so altro, forse il Narratore ha capito di più.”

N: “Io? Io no, ho capito la stessa cosa Lettore…”

Art 4

Vibes era perplessa e chiese: ”quindi potrebbe significare qualcosa il mio nome tradotto?”.

L: “Certo, non lo capisci è la chiave.”

V: “E per che cosa?”

L: “Per trovare i tuoi genitori.”

Il Lettore fece una riflessione che stupì tutti, me compreso. Ok, allora andiamo al paesino disse la ragazza elettrizzata e riposata. I tre raggiunsero “Cambia la testa”, la piazza di Sperduto, anche abbastanza in fretta perché si trovavano a casa di Vibes.

N: ”Sperduto perché si chiama così?” Ero confuso, profondamente confuso.

L: “Beh in realtà non lo sa.”

V: “Esatto.” Aggiunse lei!

Eravamo entrati nel bar di Sperduto e ora dovevamo chiedere, ma che cosa esattamente? Non potevamo chiedere come mai la ragazza si chiamasse così, tanto meno il nome strano del paese. All’interno era piccolo, diciamo che era un bar contenuto, ma dall’esterno non sembrava così piccolo, effetto ottico? Chissà… aveva una luce soffusa, le finestre c’erano, ma entrava poca luce, quasi nulla. Entrando sulla destra c’era un bancone, Vibes credeva che era dove gli adulti vanno a bere alcolici nel weekend, ma comunque non né era poi così sicura, mentre andando diritto  c’erano tutti i tavoli. Ero seduta ad un tavolo in compagnia di due sole voci e nessuno di noi aveva voglia parlare.

V: “Tutto bene?”

Io non le risposi, mentre il Lettore disse:”si, bene grazie, perché questa domanda?”.

V: “No nulla, di solito parli sempre tanto, magari stai riflettendo ancora sul significato del mio nome e perché il paesino in cui vivo si chiama proprio così! Dove possiamo trovare le informazioni che stiamo cercando?”

Sospirò Vibes…

Art 5

I tre decidono di uscire dal bar, perché lì avevano capito che non avrebbero mai trovato le informazioni che stavano cercando.

V: “Guardate!” Disse indicando il cielo. Il cielo però sembrava come sempre, tutto sembrava normale.

V: “Guardate!” Ripeteva la ragazza.

L: “Che cosa?”

V: “Nel cielo, sento delle vibrazioni…” lo e il Lettore eravamo scioccati.

L:” I suoi genitori sono morti?” Si domandò lui.

No, non può essere, devo pensare positivo. Disse.

L e N: “Vibes, dove sei?”

Io e il Lettore non trovavamo più la ragazza.

L:Dov’è finita?” Mi stava domandando il Lettore in preda al panico, ma io non sapevo nulla di più e quindi gli risposi…

N: ”Non lo so Lettore, non mi è mai successo di narrare un libro dove ad un certo punto la protagonista scompare nel nulla”. Quindi ci siamo messi alla ricerca…

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Giulia Cavagna Sala
Mi chiamo Giulia, ho 17 anni e abito a Novara. Frequento il quinto anno dell'istituto Nervi con indirizzo di grafica e comunicazione. Ho una disabilità motoria dalla nascita, ma questo non mi ha mai fermata. Mi alleno quotidianamente per raggiungere i miei obiettivi.
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