Capita di viaggiare a bordo di un treno e sentirsi lo spettatore di un film in esclusiva.
Guardiamo fuori da un finestrino opaco quelle macchine, quelle montagne innevate, e tutto sembra così meraviglioso e diverso da ciò che vediamo fermo in un unico luogo, in un punto del mondo così grande da esplorare. Lo sguardo rimane fisso a osservare le vite degli altri che scorrono fuori da quel vetro, come se la nostra esistenza si fosse fermata e le altre persone fossero attori.
Lanciamo furtivi sguardi a quei mezzi che sfrecciano su autostrade che sembrano così piccole da lontano.
Con lo sguardo fisso, la mente naviga sui dettagli: Dove starà andando la famiglia a bordo di quella Mercedes ferma al passaggio a livello? Nel frattempo, con gli stessi pensieri in testa, Valentina ascolta nelle cuffie un brano che la riporta indietro nel tempo, a quando era bambina e affrontava le situazioni in modo spensierato: Wherever You Will Go.
Non ascolta la musica trap in voga in questi anni.
Si sente diversa dagli altri, perché non ritrova in se stessa la leggerezza con la quale i ragazzi della sua età sembrano superare ogni momento che la vita pone loro di fronte.
È ancora incompleta, sta affrontando un momento di crescita per trovare un equilibrio tra il suo essere riflessiva e la voglia di cogliere ogni istante come una possibilità.
Un signore sulla cinquantina le si siede di fianco e la riporta al mondo reale: sedili, rotaie, università, studio.
Il solito tran tran quotidiano che dura ormai da tre anni.
Nonostante il viaggio faccia parte della routine, incontra sempre visi nuovi che nascondono esperienze personali, ognuna diversa. Il nuovo compagno di viaggio, un uomo brizzolato di carnagione chiara, si appoggia dolcemente allo schienale e chiudendo gli occhi si appisola.
Guardando oltre, la ragazza è circondata da giovani con un cellulare in mano che non riescono a comunicare attraverso i gesti, concentrati sugli schermi per cercare chi vorrebbero con sé in questo momento. In mezzo alla folla, il suo sguardo è rapito da un ragazzo che, immerso nella musica a occhi chiusi, con il viso nascosto dai capelli biondi, non si accorge di lei o di ciò che gli sta intorno.
Allora, torna a osservare il paradiso esterno e scorge delle capre in un recinto che non si era mai soffermata a guardare, troppo presa dalla frenesia delle giornate, come le altre persone su quel treno. Pensa a quanto si è persa a osservare le cose su un piccolo schermo piuttosto che ammirarle nella realtà circostante, rendendosi conto del tempo prezioso che si occupa nei cunicoli delle metropolitane senza vedere il sole, o sulla carrozza guardando il video dell’ultimo youtuber che ha scalato le tendenze, senza fermarsi un secondo a pensare a sé, alla natura e alle esperienze concrete che si sono vissute durante il giorno. O alle persone con cui si condivide un tratto del viaggio, una porzione della propria vita.
Valentina scende dal treno che fischia segnando la fine di un’altra giornata.
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