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Un giorno, a dicembre

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Elia conduce una vita tranquilla, dividendosi tra la sua libreria di quartiere, nonna Eva e la migliore amica Marie, con la quale condivide tutto, o quasi. Infatti, nemmeno lei sa che una misteriosa giovane donna da mesi ha catturato la sua attenzione. L’arrivo di Lisa, con la sua ventata di euforia e passione, sconvolge l’esistenza di Elia, ma la sfuggevolezza della ragazza lo porta a interrogarsi sulla vera natura dei suoi sentimenti. 

A mettere ulteriore scompiglio nella sua nuova realtà ci pensano anche la salute di nonna Eva e le inevitabili preoccupazioni di Marie.

Di fronte a questi improvvisi e inaspettati cambiamenti, Elia riuscirà a capire davvero ciò che vuole? 

PROLOGO

14 F… 14 F… 14 F… Ah, eccolo qui!, pensò Elia, scorrendo lungo il corridoio dell’aereo per andare a sedersi al posto accanto al finestrino. 

Con l’aiuto della hostess e imbarazzato dagli sguardi fissi degli altri passeggeri, sistemò il suo piccolo bagaglio a mano nella cappelliera. 

Si capisce davvero così tanto che è la mia prima volta in aereo? disse tra sé. 

Aveva sempre temuto di avere troppa paura per farlo davvero ma, in quel momento, prendere quel volo gli sembrava la parte più facile da affrontare. 

Convincerla della sincerità dei suoi sentimenti era tutta un’altra cosa. 

Doveva raggiungerla. Non voleva più sprecare tempo. 

L’aereo prese quota ed Elia sentì la pressione fonderlo col sedile. Sudava freddo e aveva il cuore che batteva all’impazzata. Chiuse gli occhi e, augurandosi di calmarsi, pensò a lei e alle loro labbra che si cercavano e assaporavano. 

«Sto arrivando» sussurrò a mezza bocca.

Sperava solo che non fosse troppo tardi.

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CAPITOLO 1

 

«Buongiorno, boss!» disse Agata appiccando il giubbotto e mettendosi subito alla cassa. «Scusa il ritardo. Faceva così freddo fuori che sono dovuta rientrare in casa a cambiarmi!»

«E hai optato per una t-shirt?» rispose Elia scettico, ma con un sorriso velato sul volto. 

Tipico di Agata! Lavorava con lui da ormai tre anni, sin da quando aveva aperto la libreria. La saggezza che le mancava nel vestirsi in maniera appropriata al clima di dicembre era completamente compensata dalla conoscenza enciclopedica che aveva di qualunque libro tenesse tra le mani. La sua memoria fotografica le permetteva di trovare qualsiasi volume le chiedessero, senza nemmeno dover consultare il computer. 

«Quando l’unico maglione che si abbina è in lavatrice, la moda vince sul freddo!» rispose Agata con solennità.

Elia scosse la testa, divertito.

Era una ragazza bassina e minuta, con gli occhiali dalla bordatura dorata che le coprivano metà faccia e le donavano un aspetto sbarazzino e malizioso allo stesso tempo. Quando si era presentata per il colloquio di lavoro, avevano finito per parlare ore e ore dei loro libri preferiti ed erano diventati subito amici. Aveva un carattere vulcanico e un buonumore contagioso che la rendevano una calamita per i clienti. 

Elia era l’opposto: riservato e timido, con la testa sempre affondata in un libro sin dall’infanzia. Divorava e apprezzava ogni genere letterario, indiscriminatamente, e si lasciava trasportare in quei mondi dove tutto era possibile. A forza di leggere di amori leggendari e travolgenti, aspettava ancora il momento in cui il suo cuore avrebbe saltato un battito alla vista della donna dei suoi sogni. Ecco perché andava così d’accordo con Marie. Avevano la stessa idea dell’amore… e la stessa sfortuna nel campo! 

Marie era la sua migliore amica. Si sentiva un dodicenne a definirla così, ma era la verità. Si erano incontrati all’università e avevano condiviso talmente tante cose da poter affermare di conoscersi da tutta la vita. C’era stata per lui quando aveva perso i suoi genitori in un incidente stradale, ritrovandosi orfano a soli vent’anni, e da allora aveva trascorso tutte le ricorrenze a casa di Marie e di nonna Eva, che ormai considerava anche un po’ sua nonna, tanto le voleva bene. 

«Marie viene più tardi?» gli chiese Agata.

Elia si ridestò dai suoi pensieri e scosse la testa. 

«Ha un altro appuntamento questa sera» rispose, continuando a sistemare lo scaffale delle ultime uscite.

«Non capisco proprio perché non stiate insieme, voi due» rimbrottò Agata sottovoce. 

Elia la sentì ed emise un suono gutturale di disapprovazione. 

Erano quasi dieci anni, ormai, che riceveva sempre lo stesso commento da chiunque li vedesse insieme per più di cinque minuti, e Agata poteva ritenersi la fondatrice del loro fan club.

«Mi raccomando, ricordati di sistemare le sedie per l’evento di questa sera. Io ho una commissione da sbrigare e rientrerò giusto in tempo per la lettura» le disse Elia, riportando la conversazione su terreni più neutrali. 

«Agli ordini, boss!» rispose Agata scanzonata, simulando un saluto militare. «È l’anniversario dei tuoi genitori oggi, vero?» riprese poi con un tono affettuoso e preoccupato. 

Elia annuì. 

Da quando erano scomparsi, in occasione del loro anniversario di nozze, il 15 dicembre, Elia si presentava al cimitero con un mazzo di rose rosse, i fiori preferiti di sua madre. Era un rito che si era creato per concedersi un giorno l’anno in cui ricordare i suoi genitori e piangere per averli perduti così presto. 

Ripresosi dallo shock iniziale, gli ci erano voluti pochi mesi per riafferrare le redini della sua vita, concentrandosi nuovamente sugli studi. All’inizio i suoi amici si erano preoccupati di quella rapida ripresa, credendo fosse solo una maschera di forza. Ben presto, però, si erano ricreduti, accettando con stupore la sua ritrovata serenità. 

La verità era che senza Marie non ci sarebbe mai riuscito. Era stata in grado di placare il suo animo sofferente e irrequieto, offrendogli l’occasionale spalla su cui piangere, una parola di conforto e il legame di affetto più sincero che lui avesse mai sperimentato.

Durante la pausa pranzo, prima di comprare i fiori e recarsi al cimitero, Elia uscì dalla libreria e si fermò a prendere un caffè al bar di Oscar. Lanciò uno sguardo stupito quando, entrato nel locale, riconobbe la silhouette di Marie che si sporgeva verso Oscar, ridendo di gusto. 

«Non dovresti essere al lavoro?» si rivolse alla ragazza, simulando un rimprovero. 

Marie si voltò e i suoi occhi verdi si sbarrarono con finta paura.

«Posso scrivere dove voglio e Oscar mi concede un refill ogni volta che la tazza di caffè scende oltre la metà. Nonna Eva mi costringe ad alzarmi e farmelo da sola! Tu, piuttosto?» Ma fece subito cadere la domanda ricordandosi la data. Scese dallo sgabello con un piccolo salto e lo avvolse tra le sue braccia. 

Ogni volta che si abbracciavano, e il mento di Elia si appoggiava senza sforzo sulla nuca di Marie, lui non perdeva occasione per scompigliarle i capelli e ridere dell’occhiataccia che, puntuale, lei gli rivolgeva riassettandosi. 

Elia ordinò un caffè macchiato e tornò a guardare l’amica che nel frattempo, tra gli sbuffi, si era riseduta sullo sgabello. 

«Cosa stai traducendo ora? Ancora quel romanzo francese di cui mi parlavi?» le chiese, sorseggiando dalla tazzina e annuendo alla domanda silenziosa di Marie sullo stato dei suoi capelli. 

«Sì. Non vedo l’ora di terminarlo, così potrò prendermi due giorni di vacanza prima di imbarcarmi nel prossimo progetto. Sono mesi ormai che non riesco a staccare la spina e ho davvero bisogno di ricaricarmi un po’. Penso proprio che me ne andrò al mare a cercare di scrollarmi questo pallore di dosso» continuò, mostrando le braccia pallide in cerca di conferma. 

Oscar ed Elia si scambiarono uno sguardo d’intesa e risero bonariamente. Marie aveva una pelle bianca come la porcellana ed Elia non ricordava di averla mai vista abbronzata, nemmeno dopo due settimane di mare. 

Durante l’estate che avevano trascorso insieme ad altri amici dell’università in un casolare della Puglia, Marie era diventata la protagonista di continue prese in giro per i minuti che passava a spalmarsi la crema solare su ogni centimetro del corpo, per poi posizionarsi all’ombra con un libro in mano. 

La conosceva talmente bene ormai da sapere che il suo amore per il mare era più legato all’odore della salsedine che le riempiva le narici, piuttosto che al sole cocente che non sopportava per più di mezz’ora. 

Pagò il caffè e, prima di voltarsi e uscire dal locale, salutò velocemente Oscar e Marie con un cenno della mano.

Incamminandosi verso il cimitero, Elia rifletté su quanto amasse poter arrivare quasi ovunque camminando. 

Piccole gioie di piccoli borghi, pensò. 

Respirò a pieni polmoni il freddo soleggiato di quel giorno e si strinse nel cappotto, tirando su il bavero per ripararsi dal vento che aveva cominciato a soffiare in una leggera brezza, facendolo rabbrividire. 

Raggiunta la lapide si accucciò e a mo’ di saluto sfiorò con le mani la foto dei genitori, che lo fissavano sorridenti e abbracciati. L’aveva scelta lui: uno scatto della vacanza in Grecia che si erano regalati per la laurea. Era cresciuto ascoltando i racconti di quelli che entrambi amavano definire “i tre mesi più spensierati della loro vita”. Al loro ritorno, infatti, Giorgio e Stefania avevano cominciato a lavorare nell’azienda agricola che il padre di Elia aveva ereditato dal nonno e la vita reale, fatta di obblighi oltre che di piaceri, era iniziata con forza. 

Elia ricordava sempre con gioia la sua infanzia. Molti suoi compagni di classe si lamentavano dei litigi tra i loro genitori che erano costretti ad ascoltare, ma lui non riusciva proprio a immaginarselo. Non aveva mai assistito a una lite tra i suoi. A dire il vero, non sapeva nemmeno se avessero mai discusso. A volte si chiedeva se i suoi ricordi fossero edulcorati dalla loro assenza, ma più ci rifletteva più si convinceva che la risposta era semplice: l’amore che aveva legato i suoi genitori era raro. 

Si era rassegnato all’idea che quell’infanzia da “Mulino Bianco”, come la definiva Marie, lo avesse condannato a una vita in cui sarebbe stato impossibile accontentarsi di una storia d’amore mediocre. 

Sapeva di essere un ragazzo piacente, desiderato da molte sin dai tempi del liceo, ma non se ne era mai curato troppo. Negli ultimi dieci anni aveva avuto solo un paio di frequentazioni, che però aveva preferito interrompere non appena si era accorto che i suoi sentimenti non procedevano di pari passo con quelli delle ragazze. Marie era l’unica donna che faceva parte della sua vita da anni e ogni tanto lui stesso si stupiva di come considerasse l’amica appartenente a una categoria speciale, riservata solo a lei. 

Scosse la testa e riportò l’attenzione al mazzo di rose che ancora stringeva tra le braccia e lo poggiò a terra. Amava parlare ai suoi genitori, raccontando loro la sua vita, aggiornandoli anche sugli aneddoti più triviali e immaginandoli sorridenti ad ascoltarlo. 

Trascorse un paio d’ore così e poi, controllando l’orologio, si accorse che era giunta l’ora di incamminarsi di nuovo verso la libreria. Indossava il vecchio Casio del padre, rigorosamente sul polso destro, com’era sua abitudine: uno dei pochi sentimentalismi che si era concesso negli anni. 

Sfiorò ancora una volta la foto e, prima di sollevarsi per riprendere la strada del ritorno, sussurrò un flebile: «Auguri mamma e papà». 

Entrò in libreria con un mugolio di piacere in risposta al tepore che lo avvolse. 

«Credo stia per nevicare» commentò, rivolgendosi ad Agata che si era avvicinata per salutarlo. 

La ragazza spostò gli occhi verso la finestra, emettendo un suono di sorpresa. 

«Speriamo inizi presto, allora! Già immagino la gioia dei bambini quando, uscendo, potranno giocare a pallate e fare pupazzi di neve» rispose con un sorriso luminoso. 

La domenica sera la libreria si riempiva dei bambini del quartiere che venivano ad ascoltare Elia leggere. Su suggerimento di Agata, aveva iniziato a organizzare questi eventi pochi mesi dopo l’apertura, con cadenza settimanale. La ragazza sperava così di rendere la loro piccola libreria indipendente più accattivante, un punto di riferimento per le famiglie. Negli anni, però, ne aveva ridotto la frequenza: adesso era solo la terza domenica di ogni mese a essere sinonimo di Salotto letterario. 

Alle diciotto in punto, Elia si accoccolò sulla poltrona sistemata in un angolo della stanza e circondata dai cuscini su cui erano seduti i bambini a gambe incrociate, con le mani a sorreggersi il viso, pronti all’ascolto. Attese qualche secondo che calasse il silenzio e cominciò la lettura di Anna dai capelli rossi. 

Leggeva da più di mezz’ora ed era quasi giunto alla fine del racconto quando sentì il campanello della porta d’ingresso trillare.

Una ragazza alta, coi capelli biondi che le scendevano morbidi oltre le spalle, entrò con passo veloce, prendendo posto dietro i bambini, in un angolo in fondo alla stanza. Un guizzo di riconoscimento attraversò gli occhi di Elia. A fatica cercò di riportare la concentrazione sulla lettura. Sentiva quegli occhi penetranti puntati su di lui, e le sue guance cominciarono a tingersi velatamente di rosa. Come avrebbe potuto non ricordarsi di quella giovane, i cui occhi azzurri ghiaccio avevano popolato i suoi pensieri negli scorsi mesi? Era la terza volta che la vedeva e la trovò ancora più incantevole delle precedenti: anche lei arrossata in volto, ma per il freddo esterno e non per l’imbarazzo. 

Sperò che le pagine scorressero con più rapidità. Questa volta non voleva perdere l’occasione di presentarsi. 

Terminata la lettura, chiuse il libro e alzò lo sguardo verso i bambini che lo applaudivano sorridenti. I suoi occhi speranzosi si diressero subito verso l’angolo in cui l’aveva avvistata, una ventina di minuti prima. 

Vuoto. 

Perlustrò con un’occhiata veloce intorno a sé ma, ben presto, dovette arrendersi all’idea che se ne fosse già andata. Del resto, in un pubblico di bambini non avrebbe avuto difficoltà a individuarla. 

Sconfortato, si passò una mano sul volto. Quando però venne circondato dai suoi ascoltatori, la cui statura di rado superava il metro, la malinconia se ne andò via. 

Alle venti Agata accompagnò i bambini fuori. Come sperato, trovarono la piazza ricoperta da un sottile strato di neve e i più piccoli cominciarono subito a raccoglierla per formare delle palle da lanciarsi addosso.

Guardando Agata fare lo stesso, Elia sorrise.

Finì di sistemare la saletta, spense le luci della libreria e, chiudendo la porta a chiave, si voltò a osservare i fiocchi di neve che cadevano lentamente dal cielo, posandosi sulle macchine parcheggiate lungo il marciapiede. 

«Chi sei?» mormorò tra sé e sé, mentre stringendosi nel cappotto si avviava verso casa. 

2022-04-21

Aggiornamento

Amici,
ce l'abbiamo fatta!
Come si ringraziano le persone che ti permettono di realizzare un sogno?
Io ancora non l'ho capito.

Sono state settimane impegnative, psicologicamente e fisicamente, e veder chiudersi quel cerchietto lì sopra è stato come sentirsi sollevata da un grosso peso. Banale, ma vero!

Personalmente, mi prendo un paio di giorni per ricaricarmi perché ora parte la vera avventura... l'editing.

Nel frattempo però, non dimenticate, la campagna è ancora attiva fino al 30/04 e l'ultima settimana sarà piena di sorprese.
Aprile sembra proprio il mese adatto per cominciare a pensare a qualche regalino di natale, non trovate?

Intanto grazie e ancora grazie.
Senza di voi, davvero, non ce l'avrei fatta.

Sami
2022-03-21

Perugia Today

Miei cari sostenitori, stiamo andando bene, non trovate? 60 giorni andati e 40 (quasi 39, ora che vi scrivo) mancano ancora per concludere quest'avventura! Questa rotellina, come vedete, si carica lentamente ma... si carica. Una volta di 44 erano famosi i gatti, ora abbiamo le copie rimanenti! Un giornale locale ha deciso di inserire la mia storia nella sua rubrica "Storie di donne". Mi sono sentita onorata e imbarazzata allo stesso tempo perché parlare di me mi è sempre risultato così difficile. Ora non posso più nascondermi, anche se la foto pubblicata è un po' vecchia proprio in virtù della mia repulsione per un obbiettivo puntato addosso. Se vi va di leggerlo, lo trovate qui: https://www.perugiatoday.it/attualita/storie-di-donne-samantha-bianchi-ovvero-come-diventare-scrittrice-a-furor-di-popolo.html Un abbraccio virtuale a tutti voi! Sami
2022-01-29

Aggiornamento

Ciao amici! Come promesso ho lavorato a una playlist su Spotify per chi: - vuole leggere il libro con una colonna sonora; - attende la ricezione del cartaceo ma vorrebbe uno sneak peek dell'atmosfera del libro; - vuole sapere che tipo di musica mi passava in testa mentre scrivevo. La trovate a questo link: https://spoti.fi/3u7eZhm La playlist è un viaggio all'interno di Elia, dei suoi sentimenti e delle scoperte che fa lungo la via. I testi sono importanti quanto il mood che vi trasmette la canzone quindi, se ne avete bisogno (e per una sono sicura l'avrete!), armatevi di traduttore e cuffie e buon ascolto! Sami
2022-01-25

Aggiornamento

Ciao sostenitori! Chi mi conosce nella vita vera sa che un'altra mia grande passione è la musica. Basta passare qualche ora con me per rendersi conto che faccio, alternativamente, almeno una di queste cose; ascolto musica, canticchio, fischietto, mugolo, balletto (male). Ho pensato quindi di creare una playlist che accompagnasse la lettura di Un giorno, a dicembre o che ne anticipasse le atmosfere e la vibe per chi ancora non lo ha iniziato. La troverete a breve su Spotify, la sto mettendo a punto in questi giorni. ;) Stay tuned! Sami
2022-01-22

Aggiornamento

Ciao, non ti preoccupare, non ti intaserò di newsletter ma questa era d’obbligo! La campagna è partita da 48 ore e la regola era: partire col botto. E lasciamelo dire… col botto siamo partiti! Dovevamo raggiungere il 20% e – stento a crederci – siamo oltre la metà. Parlo al plurale, di noi, perché senza di te che mi stai leggendo io qui non ci sarei davvero potuta arrivare. Quindi ti devo un grazie, un abbraccio virtuale e uno fisico se e quando potrò. Benvenuto a bordo di questa folle avventura. Ora la palla è nel tuo campo! Leggimi, criticami, digeriscimi e condividimi se ti va. Non so se ti eri accorto ma nella mail di conferma c’è la bozza da scaricare e leggere! 😉 Ho pensato di creare una mail nel caso in cui ti andasse di scrivermi un pensiero o anche solo il motivo che ti ha spinto a salire su questa giostra e a controllare quella percentuale salire a ogni copia ordinata. Mi trovi a ungiornoadicembre@gmail.com. Ti terrò lì, come promemoria di ciò che stiamo (spero!) costruendo insieme. Grazie, davvero. Sami

Commenti

  1. (proprietario verificato)

    Se avete voglia di immergervi in una lettura spensierata ma allo stesso tempo intrigante 𝘜𝘯 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰, 𝘢 𝘥𝘪𝘤𝘦𝘮𝘣𝘳𝘦 è il romanzo che fa per voi!
    La caratterizzazione dei personaggi, così come la descrizione di luoghi ed eventi, si traducono immediatamente nella mente. Dopotutto c’è un “Elia” in ognuno di noi!
    Ho apprezzato in particolar modo l’ambientazione priva di un reale riferimento geografico, che permette al lettore di immaginarsela in pieno e di farsela sua.
    Fin da subito si ha voglia di scoprire cosa succederà in seguito, insomma una di quelle letture che ti tiene incollato alle pagine una dopo l’altra. In fondo, non è questo che fa di un libro il suo successo? ❤

  2. (proprietario verificato)

    Una storia di amore e di amicizia che tutti noi trentenni (e non solo) possiamo sentire nostra, già dalle prime pagine.
    Confortante come un abbraccio, frizzante come il sole di dicembre, questo libro è per tutti coloro che credono nella bellezza dei legami più veri.
    Assolutamente da leggere!

  3. Iulia Baldini

    (proprietario verificato)

    “Un giorno, a dicembre” una piacevolissima scoperta.
    Un libro che ti cattura da subito, con dei personaggi che sembra di conoscere da sempre.
    Trama non scontata ed accattivante.
    Il punto di forza vero, però, è la scrittura: pulita, efficace e molto scorrevole.
    Non vedo l’ora di leggere altri scritti di questa coraggiosa donna che ha deciso di non lasciare nel cassetto il talento oltre che il sogno di una vita!!!
    Grazie Samantha ❤️

  4. (proprietario verificato)

    Questo libro mi ha catturata fin dalle prime pagine, letto tutto d’un fiato!
    Ho apprezzato molto l’umanità dei personaggi, specialmente di Elia, si riesce proprio ad empatizzare con loro.
    Ci sono dei momenti del libro che mi hanno particolarmente toccata ed emozionata.
    Una storia delicata, appassionante e con quel pizzico di ironia che non guasta mai, da leggere assolutamente!

  5. (proprietario verificato)

    Un libro da leggere tutto d’un fiato o da gustare con calma. Scorrevole, appassionante e delicato allo stesso tempo, ti farà conoscere personaggi con cui sarà facile immedesimarsi. Consigliatissimo a chi vuole emozionarsi con una bellissima storia d’amore!

  6. (proprietario verificato)

    “Un giorno, a Dicembre” è un libro dolce che allo stesso tempo ti scuote il cuore con tante emozioni e ti lascia col sorriso e senza fiato allo stesso tempo. L’ho iniziato e finito tutto senza fermarmi, presa com’ero dalla curiosità di cosa poteva succedere. Lo consiglio veramente a tutti!

  7. (proprietario verificato)

    “Un giorno, a dicembre” è sorprendente, coinvolgente ed emozionante! È la storia di un amore travolgente che porterà ad un’epifania! Da leggere!

  8. (proprietario verificato)

    “Un giorno, a dicembre”: il solo titolo racchiude già a mio parere la semplicità, la naturalezza e la verosimiglianza del racconto. I personaggi sono i “ragazzi della porta accanto”, amici che sembra di conoscere da sempre. Consiglio il libro a chi è in cerca di una lettura leggera e familiare, con quel tocco di romanticismo che non guasta mai!

  9. (proprietario verificato)

    Una storia tutta da leggere. Ti appassionerai subito e ti affezionerai ai personaggi. Ti sentirai come se li conoscessi da sempre. Ritroverai il sapore della vita quotidiana e di storie e relazioni che… forse hai vissuto anche tu!

  10. (proprietario verificato)

    In una parola: sorprendente. Lo consiglio perché questo libro riesce a farti sentire il migliore amico di Elia e sembra quasi di essere lì con lui a condividere le sue esperienze e le sue sensazioni in sua compagnia.

  11. Francesco Maria Poeta

    (proprietario verificato)

    Elia è un semplice ragazzo, come tutti noi, che divide la sua vita tra la famiglia e il suo amato lavoro. Scommeto che saremo in molti a sentire una certa affinità con lui e le sue avventure.

  12. (proprietario verificato)

    🎉🎉🎉

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Samantha Bianchi
Nasce a Perugia nel 1991. Si laurea in Lingue all’Università di Perugia e consegue un master in Pubbliche Relazioni nel Regno Unito. Rientrata in Umbria, lavora in hotel come receptionist e, nel tempo libero, ama leggere, scrivere, fotografare il mondo e fare yoga. “Un giorno, a dicembre” è il suo romanzo d’esordio.
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