PROLOGO
Nel soggiorno di casa della nonna non si poteva entrare, se non nelle occasioni davvero speciali. Non ho mai capito perché… immagino che fosse diventato, negli anni, la stanza dei ricordi e degli oggetti preziosi, uno di quei luoghi in cui si dovesse entrare in punta di piedi con un sacro timore reverenziale. E poi, lì, c’erano tutti gli oggetti appartenuti a “zio missionario”, il fratello di mio nonno, e quelli non si potevano assolutamente toccare.
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Tra le tante cose, dietro alla grande e vecchia poltrona verde, giacevano da anni delle lettere. Riposavano dentro una vecchia valigia, di quelle fatte in cartone rivestito, leggere e adatte ai viaggi in terza classe, sia in nave sia in aereo, ma allo stesso tempo resistenti alle intemperie o a eventuali scossoni.
Delle lettere con una scrittura minuta, delicata ed elegante, con un inchiostro particolare tendente, in alcuni tratti del pennino, al blu chiaro. Dei fogli molto leggeri, in carta di riso, che ricordano un’epoca ormai lontana, quando la posta aerea costava davvero tanto e si doveva assolutamente risparmiare il più possibile sul peso. E così queste fragili pagine, leggere e quasi trasparenti, venivano riempite da ambo i lati da una scrittura molto piccola, stretta stretta, che obbligava (e obbliga anche oggi) a tirare gli occhi per poter leggere. Così, quasi per caso, ma in realtà spinto dai ricordi e dalla curiosità, sono andato a recuperare le numerose lettere inviate dal mio prozio, missionario Saveriano in Cina, ai miei nonni e alla loro famiglia. Sono cresciuto in mezzo ai ricordi di questo grande uomo, nominato sempre con tanto rispetto, come “il santo di famiglia” ma allo stesso tempo sentito sempre vicinissimo e vivo con noi.
“Zio missionario” è sempre stato una figura misteriosa, quasi una foto in filigrana che affascina e che si ha un po’ di paura a scoprire. Ma ciò che è capitato, dal 2020 a oggi, lo ha riportato potentemente e violentemente nella mia vita. E così la sua storia. E quindi, come risposta alla mia curiosità, le sue lettere.
Che scoperta!
Soffiando la polvere dalle vecchie carte, cercando di far attenzione a non sgretolarle sotto le mie dita, è emerso, come un racconto, un mondo lontano dai colori attenuati, drammatico e intenso, che parlava di fede e di amore, di lotta e di disperazione, ma soprattutto di speranza e di forza. Una forza che solo l’incontro vero e autentico con Cristo poteva aver prodotto. Dove le mie conoscenze mancavano e gli scritti non dicevano, suppliva la fantasia che velocemente viaggiava mescolando passato e presente, oriente e occidente, vissuto suo e mio.
Questa storia non poteva restare chiusa dentro una vecchia valigia, all’umido dispiegarsi del tempo in attesa dell’oblio.
No.
Doveva essere riaccesa, risvegliata.
E condivisa.
Per riportare speranza a chi, ormai, non ce la fa più.
Carissimo fratello Luigi,
c’è ancora tempo! Lascia che mi sfoghi un poco, aggiungendoti qualche altra notizia, parlando un po’ ancora con te. Non insisterò troppo su episodi di cronaca che per te non possono avere grande interesse. Vedrò di aggiungere quanto può avere importanza, quanto penso che tu gradirai conoscere e, meglio, lascerò parlare il cuore.
[Lettere, 27/06/1946]
Francesco Cossettini (proprietario verificato)
Ho conosciuto Padre Collini da bambino e poi da giovani e questa figura di missionario aveva suscitato in me prima curiosità e poi profondo rispetto.
Il regalo del libro da parte di mio figlio, che mi porta indietro negli anni, mi ha portato a leggere la vita di questo uomo, sacerdote, missionario, con una certa apprensione per soddisfare la mia curiosità giovanile.
Ho trovato uno scritto che mi sorpreso a fare delle profonde riflessioni, meditazioni sulla figura così grande di un uomo piccolo di statura ma non certo di spiritualità e di tenacia cristiana, coinvolgendo la mia vita interiore.
Grazie all’autore Aldo Andrea Castenetto.
Dino Colaone (proprietario verificato)
Abbiamo organizzato presso il nostro Hospitale di San Giovanni la presentazione del libro “un lucherino in gabbia”.
L’autore racconta la vera storia del suo prozio, padre Collini, originario delle nostre terre, missionario Saveriano nella Cina di Mao, vittima delle persecuzioni del regime, del carcere e di un processo farsa…
Eppure sempre positivo pronto a donare fiducia forza e coraggio per tutti, anche quando non ne aveva più, né trovava ancora da donare. Un grande insegnamento… Una storia preziosa.
Aldo, l’autore, anche lui speciale, lo abbiamo conosciuto in passato perchè portava i ragazzi “in cammino” sulla via Allemagna e pernottavano nel nostro Hospitale.
Nella serata ha reso la presentazione ancora più interessante, ed è stato un piacere averlo tra noi.
Un libro da leggere e meditare!
Aldo Castenetto (proprietario verificato)
Parlano del libro nella rubrica “Glesie e int” di Radio Spazio 103:
https://phpnew.diocesiudine.it/radiospazio/Glesie/Glesie_20230719.mp3