Camille ha un dono: vedere l’aura che avvolge ogni cosa in un tripudio di colori, luci e ombre. La sua vita cambia nel momento stesso in cui incontra Emilio, enigmatico e oscuro personaggio, che le farà tremare il cuore e le farà incontrare Ryan, colui che stravolge ogni cosa. Tutto scorre nel ricordo di un’adolescenza agrodolce segnata dal padre lontano, dalla perdita del nonno tanto amato e da un animo ballerino in cerca di affermazione e identità; tra amicizie sincere al gusto di zucchero filato e l’amaro scontro con i propri limiti, Camille si lascia trascinare da una surreale ciclicità degli eventi, dove la scoperta e il riscatto sono gli ingredienti di una storia che non è sola fantasia, ma anche e soprattutto pura e semplice realtà, di una storia che narra la bellezza di un cuore incrinato.
marino.rosso (proprietario verificato)
Prima di tutto un’ osservazione critica: il libro di Angelica chiede a gran voce un’ultima mano che si porti via errori di battitura, lapsus e simili. Ma non solo: stesse in me, sostituirei l’attuale preludio, scritto in corsivo, con il vero preludio, cioè la prima pagina e mezza del primo capitolo, che lì è sacrificata. Ecco le belle frasi iniziali: «Quasi cinque anni dopo, e Camille ci pensava ancora. Un sentimento che era cresciuto in lei e con lei, che le aveva sconvolto l’esistenza e al tempo stesso colorato e amareggiato l’anima.» Ecco la bella chiusa: «Proprio per quello in cui credeva, nonostante tutto, e nonostante fosse passato molto tempo, si trovava a tarda notte davanti al suo portatile sotto le note di City of Stars intenta a raccontare quello che era successo pochi anni prima: l’inizio di un nuovo capitolo della sua vita che l’avrebbe cambiata per sempre.» L’intero libro che segue, fino quasi alla fine, è un grandioso flash back dove Angelica dà una voce matura all’immaturità. Provo a spiegarmi.
Non esiste nel vocabolario un nome per l’età dai quindici ai diciotto. Se l’infanzia è l’età dell’oro, quella è l’età dell’argento. Chiamiamola “immaturità” anche se è un termine negativo (ma anche “in-fanzia” lo è): allora sto dicendo che Angelica non ha confezionato un’ennesima descrizione matura dell’immaturità, ha dato voce all’immaturità, ma paradossalmente è una voce lucida, penetrante, comprendente, autorevole, eppure l’immaturità è lì, con tutta la sua l’energia,
cromaticità, musica, poesia e crudeltà uniche. È come se un grande regista, senza mai rivelare la sua presenza, fosse riuscito a muoversi per anni in mezzo a giovanissimi nella più totale autenticità del loro vivere, creando un documentario allo stato puro, senza il minimo artificio di montaggio, trasparente all’incanto e al dolore di ciò che documenta.
Grazie Angelica!
NICOLETTA GUARINO (proprietario verificato)
Veramente bello il tuo libro. Complimenti…..
Antonio