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Il vangelo secondo una peccatrice

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A un passo dalla condanna a morte, Maria, ormai in fin di vita, vede la sagoma di un uomo, poi un cerchio e gli accusatori che si dileguano: è salva. Ma chi è che ha scongiurato la sua condanna? E cosa cela quel cerchio disegnato a terra? L’unica certezza è che quell’uomo le ha concesso una nuova vita: deve trovarlo. Inizia così, per Maria, un viaggio attraverso la Palestina, fisico e spirituale, sulle tracce del suo salvatore, decisa a svelare i misteri dell’esistenza umana, sfidando i pregiudizi e le convenzioni del suo tempo riguardo al ruolo e alla libertà della donna.

IL CERCHIO

«Madre mia, ti prego, dammi il coraggio di morire», disse in quegli istanti concitati, al centro degli sguardi dei suoi accusatori. Guardava i sassi, nelle loro mani, pronti a essere scagliati contro di lei. Lo straniero si mise a scrivere con il dito a terra, con lo sguardo fisso sulla polvere. L’indice destro si muoveva tracciando una linea nel terreno. Gli occhi di Maria seguivano il dito che disegnava con meticolosa precisione. Il risultato fu una linea circolare quasi perfetta. Perché quell’uomo aveva disegnato un cerchio? La folla radunata intorno allo straniero, molto probabilmente, stava domandandosi la stessa cosa. Si leggeva nei loro occhi. Maria assisteva alla scena in silenzio, rassegnata al proprio destino. Rifletteva assorta: perché proprio un cerchio? Che cosa voleva comunicare a quegli uomini pronti a lapidarla? E, soprattutto, chi era lo straniero?

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Maria era accovacciata a terra con le lacrime agli occhi e i lividi ancora freschi sulle braccia. Sentiva un dolore lancinante al costato, dove aveva ricevuto un calcio. Sulla lingua il sapore ferroso del sangue che colando dal naso e si mescolava alla saliva. Si ricordò del dolore provato al momento dello schiaffo ricevuto: un colpo secco tra la guancia e il naso. Il respiro era affannoso, avvertiva un nodo alla gola. Le lacrime le rigavano il viso e con la mano cercò di asciugarle assieme allo sputo ricevuto dal più anziano del gruppo. Pensò che essere ancora viva fosse un miracolo. A quel punto avrebbe dovuto essere tempestata dalla raffica di pietre. Ma erano ancora lì, irti, tutti con le pietre in mano. Fissavano il cerchio nella polvere. Quel disegno era la sua salvezza, o forse quell’uomo misterioso aveva soltanto ritardato la sua agonia. Il tempo sembrava fermo, si sentiva il soffio leggero del vento. E ora? Si domandò Maria. Il suo salvatore passò in rassegna gli occhi taciturni dei presenti.
Tutti lo scrutavano in attesa della sua prossima mossa. Attendevano le sue parole in risposta alla domanda tranello che gli avevano posto: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa; tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova, per poterlo accusare e mettere fine alla sua predicazione. Cercavano l’occasione per lapidare anche lui. Da tempo ormai lo ritenevano un grave pericolo per la comunità e per la Legge ebraica. Tra il popolo si era diffusa l’idea che quell’uomo fosse il Messia e che Giovanni il Battista lo avesse battezzato sulle rive del fiume Giordano alla presenza di numerosi discepoli. Il Nazareno rappresentava l’unica speranza per il popolo ebraico che attendeva la liberazione da troppo tempo ormai. Gli occhi di Maria indugiavano sulle labbra dell’uomo, con la speranza di essere salvata dalla lapidazione. Ma, in fondo, perché lui avrebbe dovuto occuparsi di lei, rischiare la propria vita per una sconosciuta? Per tutti lei era soltanto un’adultera, una peccatrice, una donna che non meritava di vivere. Allora il suo cuore si rassegnò: da lì a qualche minuto una pioggia di pietre avrebbe posto fine al suo tormento. Pregò la madre di farla morire subito, per evitare inutili sofferenze. Chiuse gli occhi. Udì la voce dello straniero ferma e decisa, ma nello stesso tempo carica di compassione. «Chi di voi è senza peccato, per primo, scagli la prima pietra contro di lei». Una folata di vento aveva spazzato via il cerchio, quindi si chinò a terra per disegnare un’altra figura circolare.
Maria era incredula, non riusciva a crederci, quelle parole si scolpirono in modo indelebile nella sua mente. Osservò gli accusatori guardarsi tra loro. Avvertì nell’aria il loro imbarazzo. Essi, udito ciò, e accusati dalla loro coscienza, andarono via a uno a uno, cominciando dai più vecchi fino agli ultimi; e il Nazareno fu lasciato solo con la donna. Alzatosi e non vedendo altri al di fuori della donna, le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannato?». Maria si guardò intorno e scoppiò in lacrime. Non riusciva a credere di essere salva. Incrociò i suoi occhi ricolmi di tenerezza. C’era qualcosa nel suo sguardo che non avrebbe mai saputo spiegare. La ragazza rispose: «Nessuno, signore». Il Nazareno allungò la mano per aiutarla ad alzarsi e disse: «Neppure io ti condanno; va’ e non peccare più». Maria guardò ancora una volta i suoi occhi scintillanti, voleva dire qualcosa, anche un semplice “grazie”, ma le parole le morivano in bocca. Non riuscì a dire nulla, fece solo un leggero movimento con le labbra. Lui con un cenno del capo la incoraggiò ad andare verso l’orizzonte. Lei prese a camminare in modo lento con lo sguardo basso, tenendosi una mano sulla costola. Desiderava voltarsi e guardarlo per l’ultima volta. Si fermò, voltò lo sguardo indietro, ma lui non c’era più, come se il vento se lo fosse portato via con la polvere. Camminò fino al luogo dell’accaduto: si chinò sul cerchio, nonostante il vento, la linea circolare resisteva, si rifiutava di morire. Il cerchio, la stessa forma delle pupille degli occhi. Maria non avrebbe potuto saperlo, ma il cerchio era anche la forma della terra, della luna, dei pianeti, delle stelle, delle cellule, dell’atomo, e forse dell’intero Universo.

2020-12-14

Aggiornamento

IL MATTINO, il quotidiano nazionale, parla de IL VANGELO SECONDO UNA PECCATRICE.
2020-12-09

Aggiornamento

Grazie ad Elisa Caniglia per le sue considerazioni sul romanzo: Ho iniziato a leggere questo scritto con un misto di curiosità e scetticismo, pensando, in sostanza, che tutto fosse già stato detto e scritto sulla vicenda di un uomo che si è fatto Dio. Il punto di vista che l ‘ autore ha deciso di tenere è quello di una giovane donna...e dico donna in un tempo in cui questo individuo poteva al più essere declinato come “ femmina”. L’aiuta, l’autore, fornendola di una istruzione procuratale dalla madre con l’aiuto di un anziano rabbino (inverosimiglianza?) - poi una vita che scorre veloce, da un lato incontri fantasticamente stimolanti e congiunture miracolose e dall’altro ripieghi dell’anima e irresistibili impulsi alla trasgressione. Amore, amore a piene mani, dato e ricevuto, un figlio, una società accogliente, una pace.... Il racconto della speranza... lo scetticismo è caduto.
2020-12-09

Aggiornamento

Carissimi lettori, carissimi, sostenitori, carissimi appassionati di cultura. Volevo condividere con voi la gioia per il superamento del 30% della nostra campagna. Abbiamo raggiunto un ottimo risultato in pochi giorni. Tutto questo è stato possibile grazie alla vostra sensibilità e amore per la cultura. Grazie
2020-12-04

Aggiornamento

Ringrazio Luisa Palazzo per le meravigliose parole: Ringrazio L’autore #Gaetano# #Ippolito#, per avermi scelto come editore morale! È un’indagine affascinante e profonda, sul mistero del cerchio! È una sintesi che unisce il mistero alla sfida, per valicare i pregiudizi in un anelito di libertà!
2020-12-04

Aggiornamento

Buonasera. Vi comunico che è iniziata la campagna di crowdfunding. Grazie mille in anticipo a tutti coloro che mi sosterranno in questo viaggio. Questo sarà un viaggio condiviso; e per tale motivo, quindi, sarà bellissimo.

Commenti

  1. “Nulla accade per caso”… Ho sempre pensato ad una “Dioincidenza” più che a una “coincidenza” ed ora mi sono ritrovata davanti alle pagine di un libro che mette in evidenza proprio questo. Sì, la vita è un cerchio, è un circolo e come tale potrebbe essere vizioso o virtuoso: siamo noi a scegliere quale strada intraprendere. Grazie per questa bella storia.

  2. (proprietario verificato)

    “Chi tra voi e’ senza peccato scagli la pietra per primo”.
    E’ Gesu’ Cristo che parla in un’emozionante e famosa pagina del Vangelo di Giovanni, salvando l’adultera dalla lapidazione e ponendo ogni essere umano, spalle al muro, davanti alle proprie responsabilità.
    Gaetano Ippolito riprende questa tematica struggente con riflessioni profonde ed interrogativi esistenziali nel suo libro ” Il Vangelo secondo una peccatrice “.
    Forse troveremo le chiavi di lettura per capire o per lo meno approfondire i segni che Gesu’ Cristo scrive a terra dopo aver salvato la peccatrice.
    Forse Gaetano Ippolito , con la sua ultima “fatica culturale” ci aiutera’ a prendere atto che gli esseri umani non si dividono tra peccatori e non peccatori , ma sostanzialmente siamo tutti nella stessa barca .
    Un libro accattivante che, attraverso un sistema editoriale innovativo, potremo cominciare a conoscere in bozza e semmai suggerire all’autore qualche modifica ” non invasiva”.
    Al di la’ del coraggio e della responsabilità, che l’Autore ha caricato sulle proprie spalle, per aiutare tutti noi lettori in una difficile indagine introspettiva, non scevra da sofferte riflessioni.
    Buona lettura a tutti noi.
    SERGIO D’OTTONE

  3. (proprietario verificato)

    Le domande che si pone il personaggio sono quelle che ogni essere umano dovrebbe affrontare per il proprio viaggio interiore. Voglio proprio vedere dove mi porterà questo viaggio.

  4. (proprietario verificato)

    “Chi tra voi e’ senza peccato scagli la pietra per primo”.
    E’ Gesu’ Cristo che parla in un’emozionante e famosa pagina del Vangelo di Giovanni, salvando l’adultera dalla lapidazione e ponendo ogni essere umano spalle al muro davanti alle proprie responsabilità.
    Gaetano Ippolito riprende questa tematica struggente con riflessioni profonde ed interrogativi esistenziali nel suo libro ” Il Vangelo secondo una peccatrice “.
    Forse troveremo le chiavi di lettura per capire o per lo meno approfondire i segni che Gesu’ Cristo scrive a terra dopo aver salvato la peccatrice.
    Forse Gaetano Ippolito , con la sua ultima “fatica culturale” ci aiutera’ a prendere atto che gli esseri umani non si dividono tra peccatori e non peccatori , ma sostanzialmente siamo tutti nella stessa barca .
    Un libro accattivante che, attraverso un sistema editoriale innovativo, potremo cominciare a conoscere in bozza e semmai suggerire all’autore qualche modifica ” non invasiva”.
    Al di la’ del coraggio e della responsabilità che l’Autore ha caricato sulle proprie spalle per aiutare tutti noi lettori in una difficile indagine introspettiva non scevra da sofferte riflessioni.
    Buona lettura a tutti noi.
    SERGIO D’OOTONE

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Gaetano Ippolito
nasce nel 1972 in provincia di Caserta. Si diploma in regia cinematografica presso la Nuova Università del Cinema e della Televisione a Roma (Cinecittà). Lavora come regista, produttore e documentarista. Realizza Inside Africa (2012) vincitore del festival Festa del Documentario, ideato e diretto da Luca Zingaretti. Produce il documentario La Domitiana (2007), in onda su Rai3, sulla BBC e su ORF. Come sceneggiatore ha scritto il cortometraggio Ciruziello (2017), con Isa Danieli protagonista, in onda su Rai Cinema.
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