Maria era accovacciata a terra con le lacrime agli occhi e i lividi ancora freschi sulle braccia. Sentiva un dolore lancinante al costato, dove aveva ricevuto un calcio. Sulla lingua il sapore ferroso del sangue che colando dal naso e si mescolava alla saliva. Si ricordò del dolore provato al momento dello schiaffo ricevuto: un colpo secco tra la guancia e il naso. Il respiro era affannoso, avvertiva un nodo alla gola. Le lacrime le rigavano il viso e con la mano cercò di asciugarle assieme allo sputo ricevuto dal più anziano del gruppo. Pensò che essere ancora viva fosse un miracolo. A quel punto avrebbe dovuto essere tempestata dalla raffica di pietre. Ma erano ancora lì, irti, tutti con le pietre in mano. Fissavano il cerchio nella polvere. Quel disegno era la sua salvezza, o forse quell’uomo misterioso aveva soltanto ritardato la sua agonia. Il tempo sembrava fermo, si sentiva il soffio leggero del vento. E ora? Si domandò Maria. Il suo salvatore passò in rassegna gli occhi taciturni dei presenti.
Tutti lo scrutavano in attesa della sua prossima mossa. Attendevano le sue parole in risposta alla domanda tranello che gli avevano posto: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa; tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova, per poterlo accusare e mettere fine alla sua predicazione. Cercavano l’occasione per lapidare anche lui. Da tempo ormai lo ritenevano un grave pericolo per la comunità e per la Legge ebraica. Tra il popolo si era diffusa l’idea che quell’uomo fosse il Messia e che Giovanni il Battista lo avesse battezzato sulle rive del fiume Giordano alla presenza di numerosi discepoli. Il Nazareno rappresentava l’unica speranza per il popolo ebraico che attendeva la liberazione da troppo tempo ormai. Gli occhi di Maria indugiavano sulle labbra dell’uomo, con la speranza di essere salvata dalla lapidazione. Ma, in fondo, perché lui avrebbe dovuto occuparsi di lei, rischiare la propria vita per una sconosciuta? Per tutti lei era soltanto un’adultera, una peccatrice, una donna che non meritava di vivere. Allora il suo cuore si rassegnò: da lì a qualche minuto una pioggia di pietre avrebbe posto fine al suo tormento. Pregò la madre di farla morire subito, per evitare inutili sofferenze. Chiuse gli occhi. Udì la voce dello straniero ferma e decisa, ma nello stesso tempo carica di compassione. «Chi di voi è senza peccato, per primo, scagli la prima pietra contro di lei». Una folata di vento aveva spazzato via il cerchio, quindi si chinò a terra per disegnare un’altra figura circolare.
Maria era incredula, non riusciva a crederci, quelle parole si scolpirono in modo indelebile nella sua mente. Osservò gli accusatori guardarsi tra loro. Avvertì nell’aria il loro imbarazzo. Essi, udito ciò, e accusati dalla loro coscienza, andarono via a uno a uno, cominciando dai più vecchi fino agli ultimi; e il Nazareno fu lasciato solo con la donna. Alzatosi e non vedendo altri al di fuori della donna, le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannato?». Maria si guardò intorno e scoppiò in lacrime. Non riusciva a credere di essere salva. Incrociò i suoi occhi ricolmi di tenerezza. C’era qualcosa nel suo sguardo che non avrebbe mai saputo spiegare. La ragazza rispose: «Nessuno, signore». Il Nazareno allungò la mano per aiutarla ad alzarsi e disse: «Neppure io ti condanno; va’ e non peccare più». Maria guardò ancora una volta i suoi occhi scintillanti, voleva dire qualcosa, anche un semplice “grazie”, ma le parole le morivano in bocca. Non riuscì a dire nulla, fece solo un leggero movimento con le labbra. Lui con un cenno del capo la incoraggiò ad andare verso l’orizzonte. Lei prese a camminare in modo lento con lo sguardo basso, tenendosi una mano sulla costola. Desiderava voltarsi e guardarlo per l’ultima volta. Si fermò, voltò lo sguardo indietro, ma lui non c’era più, come se il vento se lo fosse portato via con la polvere. Camminò fino al luogo dell’accaduto: si chinò sul cerchio, nonostante il vento, la linea circolare resisteva, si rifiutava di morire. Il cerchio, la stessa forma delle pupille degli occhi. Maria non avrebbe potuto saperlo, ma il cerchio era anche la forma della terra, della luna, dei pianeti, delle stelle, delle cellule, dell’atomo, e forse dell’intero Universo.
Michela Baldini
“Nulla accade per caso”… Ho sempre pensato ad una “Dioincidenza” più che a una “coincidenza” ed ora mi sono ritrovata davanti alle pagine di un libro che mette in evidenza proprio questo. Sì, la vita è un cerchio, è un circolo e come tale potrebbe essere vizioso o virtuoso: siamo noi a scegliere quale strada intraprendere. Grazie per questa bella storia.
Gaetano Ippolito (proprietario verificato)
https://www.casertafocus.net/home/index.php?option=com_content&view=article&id=41656%3Ail-vangelo-secondo-una-peccatrice-il-romanzo-di-gaetano-ippolito-e-un-progetto-condiviso-con-i-lettori-che-prenotando-una-copia-in-anteprima-consentiranno-al-libro-di-arrivare-in-libreria&catid=13%3Acaserta-dintorni&Itemid=135
Sergio D’Ottone (proprietario verificato)
“Chi tra voi e’ senza peccato scagli la pietra per primo”.
E’ Gesu’ Cristo che parla in un’emozionante e famosa pagina del Vangelo di Giovanni, salvando l’adultera dalla lapidazione e ponendo ogni essere umano, spalle al muro, davanti alle proprie responsabilità.
Gaetano Ippolito riprende questa tematica struggente con riflessioni profonde ed interrogativi esistenziali nel suo libro ” Il Vangelo secondo una peccatrice “.
Forse troveremo le chiavi di lettura per capire o per lo meno approfondire i segni che Gesu’ Cristo scrive a terra dopo aver salvato la peccatrice.
Forse Gaetano Ippolito , con la sua ultima “fatica culturale” ci aiutera’ a prendere atto che gli esseri umani non si dividono tra peccatori e non peccatori , ma sostanzialmente siamo tutti nella stessa barca .
Un libro accattivante che, attraverso un sistema editoriale innovativo, potremo cominciare a conoscere in bozza e semmai suggerire all’autore qualche modifica ” non invasiva”.
Al di la’ del coraggio e della responsabilità, che l’Autore ha caricato sulle proprie spalle, per aiutare tutti noi lettori in una difficile indagine introspettiva, non scevra da sofferte riflessioni.
Buona lettura a tutti noi.
SERGIO D’OTTONE
terradicinemace (proprietario verificato)
Le domande che si pone il personaggio sono quelle che ogni essere umano dovrebbe affrontare per il proprio viaggio interiore. Voglio proprio vedere dove mi porterà questo viaggio.
Gaetano Ippolito (proprietario verificato)
“Chi tra voi e’ senza peccato scagli la pietra per primo”.
E’ Gesu’ Cristo che parla in un’emozionante e famosa pagina del Vangelo di Giovanni, salvando l’adultera dalla lapidazione e ponendo ogni essere umano spalle al muro davanti alle proprie responsabilità.
Gaetano Ippolito riprende questa tematica struggente con riflessioni profonde ed interrogativi esistenziali nel suo libro ” Il Vangelo secondo una peccatrice “.
Forse troveremo le chiavi di lettura per capire o per lo meno approfondire i segni che Gesu’ Cristo scrive a terra dopo aver salvato la peccatrice.
Forse Gaetano Ippolito , con la sua ultima “fatica culturale” ci aiutera’ a prendere atto che gli esseri umani non si dividono tra peccatori e non peccatori , ma sostanzialmente siamo tutti nella stessa barca .
Un libro accattivante che, attraverso un sistema editoriale innovativo, potremo cominciare a conoscere in bozza e semmai suggerire all’autore qualche modifica ” non invasiva”.
Al di la’ del coraggio e della responsabilità che l’Autore ha caricato sulle proprie spalle per aiutare tutti noi lettori in una difficile indagine introspettiva non scevra da sofferte riflessioni.
Buona lettura a tutti noi.
SERGIO D’OOTONE