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VIS – L’energia dei ricordi

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Ciascuno di noi ha un ricordo speciale cui è affezionato e che coltiva ogni giorno per tutta la vita. Perché ricordare è come stare su una sedia a dondolo: si va avanti e indietro alla ricerca di un punto di equilibrio. Come il protagonista della storia, che è un bambino, un ragazzo o forse un uomo, che sul dondolo della sua vita cerca di fare ordine tra i suoi ricordi, alla ricerca di un punto di equilibrio. Ricordi che si intrecciano con la vita di Viola, che è una ragazza semplice nata in un paese semplice e che ha fatto dei suoi ricordi la forza motrice della sua vita, riempiendo di ricordi quella di chi l’ha conosciuta.

PROLOGO

È un sogno frequente o forse un’immagine che ho ferma nella mente e che, tuttavia, non riesco a ricondurre a un episodio preciso.

Ricordo la luce pomeridiana di fine primavera che prolunga le sagome degli edifici. Ricordo il profumo intenso delle gardenie appena piantate e delle siepi di gelsomino affacciate ai cancelli lungo le strade. Ricordo i mille colori delle azalee da poco sbocciate, il rosso dei gerani posizionati a festa nelle fioriere delle case vicine, il rosa e l’azzurro intenso delle ortensie che popolano i giardini. Ricordo un senso di malinconica desolazione nelle viuzze vicino casa che, di tanto in tanto, qualche anziano percorre in bicicletta.

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Ricordo il tepore dei raggi del sole in un caldo pomeriggio di fine estate, la sensazione della brezza del mare in lontananza misto al profumo di pino, il leggero fruscio delle tamerici su una spiaggia, il marmo del sagrato di una chiesa illuminato dalla luce in un caldo primo pomeriggio d’estate, un campanile che rintocca in lontananza al calar della sera, e il rosso divampante del tramonto che colora lo sfondo in ogni dove.

Di questa visione onirica, però, sono solo uno spettatore. È forse per questo che non riesco ad ancorare quelle immagini e quei profumi a qualcosa o qualcuno.

Forse è solo un frammento di un ricordo lontano, magari d’infanzia, di quelli che ci si porta dentro per anni – nascosti nei pertugi della mente e del cuore – e, quando meno te lo aspetti, esplode roboante come un tuono.

In ogni caso, ogni volta che questo pensiero crepuscolare si affaccia alla finestra della mente, una strana sensazione di profonda serenità mi pervade. È come se fossi in trance. È come se, in un modo o nell’altro, queste immagini, questi frammenti di un ricordo più o meno lontano e senza un senso apparente, siano a me familiari e mi conducano piano piano alla quiete.

Per spiegarmi meglio: nei momenti in cui mi abbandono a questo sogno ricorrente, mi sento come chi, con un sentimento misto di malinconia e di pace, è seduto sulla sabbia in riva al mare mentre osserva il tramonto e, proprio in quel momento, nel mare fermo, così grande e vasto, vede e ritrova la pace dei sensi. Come chi, nella silenziosa solitudine della montagna d’estate, attende su una panchina – con l’animo colmo di pace – che tra una vetta e l’altra si faccia spazio il sole che va a riposare macchiando qua e là il cielo come le tempere su una tela.

Ogni volta che mi affiora alla mente questo flusso di immagini è come se – davanti a una madeleine proustiana – affondassi in vorticose reminiscenze.

Il ricordo ha in sé qualcosa di divino: è il mezzo attraverso il quale tutti noi guadagniamo l’immortalità; vivere per sempre nella testa e nel cuore di qualcuno è qualcosa che ha in sé la potenza dei miti greci. L’eternità dell’anima che rivive in ogni pensiero, in ogni rievocazione della vita, in ogni lampo di luce che accende un faro nel buco nero della mente umana e che squarcia l’oscurità nera come la pece che rabbuia i cuori feriti dei più.

Ma il ricordo è anche la virtù, gratuita e alla portata di tutti, che ci permette di cristallizzare nella mente, per molto o poco tempo non importa, qualcosa o qualcuno. E così, senza nemmeno accorgercene, trascorriamo la vita collezionando quelli che un domani saranno ricordi.

Il ricordo – specialmente quello di una persona – è il mezzo più potente che ci è dato per appuntare in noi stessi alcuni frammenti e alcune immagini nella speranza che un giorno, prima o poi, si compongano in un puzzle perfetto e vengano a bussare tuonanti nella nostra testa. Il ricordo, un po’ come il dolore, è un compagno di viaggio, a volte scomodo, a volte salvifico. Il trucco – se mai ce n’è uno – è imparare a conviverci, riesumarlo non appena affiora alla mente, senza relegarlo nei luoghi più reconditi della nostra memoria.

Il ricordo va coltivato. Ognuno ha un modo tutto suo e non ne esiste uno più efficace degli altri. C’è chi ne trova frammenti nel silenzio, chi nelle note di uno strumento musicale, chi in un libro d’infanzia, chi nelle eterne e indelebili foto che, inspiegabilmente, sono fisse e ferme nella mente. L’importante è ascoltare se stessi, i propri bisogni e assecondare il ricordo ogni volta che si palesa.

Il ricordo, però, non dev’essere forzato. Il fatto di non riuscire ad avere immediatamente una precisa reminiscenza di qualcuno o qualcosa non significa che in noi non esista alcun frammento di un ricordo di quel qualcuno o qualcosa. La memoria, come capacità di evocare un ricordo, va dunque attesa, aiutata. Più semplicemente, occorre dare al tempo la possibilità di ricomporre i tratti di un’immagine e di renderci maturi e pronti per poterla affrontare.

Insomma, solo l’ardente desiderio di un ricordo o di un suo frammento – e non invece il solo sogno – ne consente e ne agevola la rievocazione. I desideri, possono, infatti, realizzarsi; i sogni, invece, proprio perché frutto dell’inconsapevolezza umana, laddove non realizzabili in concreto, rischiano di diventare ossessioni.

Sfortunato è dunque colui che non ha la forza del ricordo e che non godrà mai dei frammenti eterni che lo compongono.

2023-05-03

Aggiornamento

Un grazie speciale a quanti hanno contribuito a costruire il bellissimo ricordo del raggiungimento dei primi due traguardi (200 e 250 preordini). Continuiamo a costruire bei ricordi insieme, navigando verso l'ultimo step: 400 preordini! Un sorriso, Gerardo
2023-04-30

Aggiornamento

Abbiamo collezionato già altre 300 ricordi!! La corsa continua insieme! Un sorriso Gerardo
2023-04-30

Aggiornamento

Abbiamo collezionato già oltre 300 ricordi!! La nostra corsa continua ancora.. Un sorriso Gerardo

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Gerardo Maria Cinelli
classe 1991. Nato a Lodi, in maggio. Ha sangue metà abruzzese e metà pugliese. Milanese d’adozione. È avvocato, interista appassionato, lettore vorace e scrittore per caso. Divide la sua vita con Giovanna, da un tempo che non è mai abbastanza. Innamorato della folle idea di libertà. Osservatore disincantato delle vite degli altri, cerca di ascoltarne i silenzi e di leggerne i segni sui loro volti. "VIS. L’energia dei ricordi" è il suo primo romanzo.
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