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Obiettivo bestseller? Le cinque soluzioni infallibili di Paolo Roversi

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Chi ama scrivere può contare su un gran numero di blog dove trovare consigli più o meno autorevoli per vivere al meglio questa passione. Del resto una corretta informazione è il miglior repellente per i molti “furbetti del quartierino” ed editori a pagamento che, purtroppo, affollano il panorama editoriale.

Tra i blog da aggiungere alla propria lista di letture c’è senz’altro quello di Paolo Roversi. Non solo perché è uno scrittore dall’ottima penna, uno dei pochi in grado, con i suoi racconti sulla mala milanese d’antan, di distrarci dalla inguaribile nostalgia di Scerbanenco (a proposito: consigliamo la lettura di Milano Criminale, tutta d’un fiato, interrotta al massimo da La malavita non è più di Carlo Fava), ma anche perché dispensa ottimi consigli per gli autori esordienti.

Ultimamente Roversi si è cimentato in un tema che arrovella le notti insonni degli scrittori (e non certo solo di quelli esordienti!): come trasformare un romanzo in un bestseller? Seguono ben cinque diverse soluzioni, tra di loro non necessariamente alternative.

Le riportiamo per dovere di cronaca, aggiungendo qualche nostra considerazione, sperando che l’autore non ne abbia a male e soprattutto non ci recapiti in redazione un paltò de legn.

La prima è essere invitati in trasmissione da Fabio Fazio, la seconda è essere un caso umano. La terza fa il paio con la seconda: essere già famoso per qualcosa. Insomma, aver vinto il Leone d’Oro, ma basterebbe il Telegatto 1995, o aver dominato la classifica dei cannonieri aiuta molto le vendite del vostro romanzo. La quarta è l’editore che fa una scommessa con il destino, per la visibilità del vostro libro compra vetrine delle librerie, fiancate di autobus e passaggi di aeroplani con striscioni sopra le principali località balneari. Tra la quarta e la terza, l’esordiente non dovrebbe avere dubbi e calzare le scarpette di gomma dura. Ogni anno la Serie A ha un capocannoniere, mentre è assai raro che un editore investa enormi risorse in un’opera prima.

La quinta ci piace. Molto. Il passaparola. Lettori che consigliano ad altri lettori il libro. E così via. E se è vero che nell’editoria tradizionale, citando l’articolo originale, le ragioni del passaparola possono sembrare “imperscrutabili e irripetibili”, è anche vero che è quello per cui nasce bookabook. Costruire attorno a un libro un pubblico di lettori, che imparino ad apprezzarlo (e, perché no, ad amarlo) prima ancora che sia pubblicato, serve proprio ad animare il passaparola. Perché chi, dopo aver letto l’anteprima, sceglie di pre-ordinare un libro costruisce con il testo e con l’autore un rapporto intimo, privilegiato. Da lì a parlarne con amici e colleghi, coinvolgendoli nell’avventura, il passo è breve.

 

Link all’articolo originale

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