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L’esordio dello scrittore: gran giorno o incubo?

L'esordio per uno scrittore dovrebbe essere un giorno memorabile. Invece per molti si trasforma in un ricordo poco felice, quasi da dimenticare. Ecco come evitare che il sogno di pubblicare si trasformi in incubo.

esordio dello scrittore

Ci sono gli esordienti, vale a dire quegli autori che non hanno ancora pubblicato. Poi ci sono autori al secondo, terzo, quarto, decimo libro. E poi c’è una categoria di cui si parla pochissimo, ma è sempre più numerosa: gli esordienti per la seconda volta.

Sono autori che, effettivamente, hanno pubblicato. Ma sono delusissimi dall’esperienza, vorrebbero non averla mai fatta e ri-esordire dimenticando la falsa partenza.

Ma che cosa ha trasformato il giorno più bello della loro vita (non ce ne vogliano mariti e mogli) in un brutto ricordo?

Andiamo con ordine. Tutti gli autori sperano in un esordio con il botto. Che un grande editore legga il loro manoscritto, se ne innamori alla follia e trasformi la loro carriera da bruco (potenziale) a farfalla svolazzante.

Purtroppo i fatti tendono a divergere dall’immaginazione. Lo racconta Giulio Mozzi, scrittore e consulente di Marsilio, a Linkiesta:

“Oggi allo scout editoriale si chiede di trovare autori già fatti e finiti, che non necessitino di grandi investimenti, e – possibilmente – che abbiano già un loro pubblico. Il lavoro editoriale si ribalta: l’editore smette di trovare o inventare prodotti e cercare di imporli, e si limita a mettere in circolazione a livelli più alti (e più profittevoli) prodotti che hanno già, per così dire, il loro marketing incorporato”.

Insomma, sintetizzando si potrebbe dire che sì, i grandi editori sono alla ricerca di nuovi talenti. Purché i nuovi talenti portino in dote un loro pubblico e, in ultima analisi, non rappresentino un rischio, se non molto relativo. Detto in altre parole, si cercano autori che abbiano esperienze di vendita pregresse piuttosto solide.

Dove per piuttosto solide non si intende certificate dall’autore che giura di aver venduto migliaia di copie.

Anche la certificazione delle vendite da parte del vostro editore non vale un granché, a dirla tutta. Potrebbe avere interesse, in forza di una clausola contrattuale, a cedere la vostra seconda opera e a recuperare un bel gruzzoletto. Che in molti casi quintuplica o sestuplica quanto ha incassato dalla vendita del vostro primo libro. E i grandi editori avranno tanti difetti, ma non si fanno abbindolare facilmente.

Poche storie, l’opinione che conta è quella del distributore o, ancor meglio, quella dei librai.

Ma allora, come esordire evitando rimpianti, rimorsi e pentimenti postumi?

Per evitare di trasformare il sogno in incubo, ecco otto consigli.

1- Evitate la Vanity Press. Self-publishing ed editori a pagamento raramente hanno dato il calcio di inizio a una carriera lastricata di successi. La maggior parte degli “esordienti pentiti” viene da questa categoria.

2- Chiedete chi è il distributore. Sappiamo bene che quando un editore vi propone un contratto, beh, l’ultima vostra preoccupazione è cercare informazioni sui partner dell’editore. Ma se già il libro di un esordiente deve sgomitare per trovare spazio sugli scaffali, non vorrete che il libraio debba impazzire (telefonate, mail, in qualche caso fax) per avere le copie del vostro libro che desidera ordinare, vero?

3- Guardate la linea di copertine. E ricordate: non deve necessariamente piacere a voi. Voi siete l’autore. Una linea di copertine seria e autorevole si presenta meglio ai lettori, ai librai e ai giornalisti. E l’occhio di un grafico (e soprattutto la sua professionalità) possono fare la differenza. Fate la prova del “faccio io”. Ecco in cosa consiste. Prima di firmare il contratto chiedete all’editore se potete realizzare voi la vostra copertina. Se vi risponde di sì, scappate a gambe levate.

4- La regola del due. Su ogni libro ci devono essere almeno due passaggi: editing e revisione. E devono essere effettuati da due persone diverse.

5- Il contratto e la serietà dell’editore. Leggete con attenzione che cosa l’editore dichiara che farà nel vostro contratto. Difficile aspettarsi che faccia di più (insomma, capita, ma calibrate le vostre aspettative su quello che c’è scritto). Poi verificate la serietà dell’editore. Lo potete fare in molti modi: dando un’occhiata al team dell’editore sul sito (se non c’è potrebbe non essere un ottimo segnale) e all’elenco dei suoi partner commerciali. Difficilmente dei partner con una forte credibilità lavorano con un cialtrone.

6- Chiedete che non vi lasci soli. Alcuni editori si limitano a pubblicare. Pubblicano molto e sperano che qualcosa venda. Se l’autore ha sempre di più un ruolo centrale nel successo del suo libro, è anche evidente che da solo non ce la può fare. Una casa editrice deve sempre essere presente: rispondere alle vostre mail, studiare con voi una strategia, occuparsi di decine di adempimenti burocratici e logistici. Non c’è niente di più frustrante che organizzare una presentazione e non avere i libri, ad esempio. E ricordate, se vi risponde poco (e male) prima di firmare il contratto, dopo le cose non potranno che peggiorare.

7- Ufficio stampa e promozione. Tutti gli editori del mondo, anche i più danarosi e blasonati, scelgono su quali libri puntare e su quali puntare meno. È un segreto di Pulcinella. Chiedete al vostro futuro editore se il vostro libro è destinato ad avere un servizio di ufficio stampa o meno. E se sì, da quale ufficio stampa sarà curato. Sempre meglio un “no” secco che un “ci penseremo”. Se esiste un criterio meritocratico, meglio saperlo prima. Possibilmente messo nero su bianco nel contratto.

8- Social Network. Tutti gli editori hanno una pagina facebook. Ma se il vostro editore ha 2-3 mi piace per post, forse non ha una strategia di comunicazione. Diffidate anche delle pagine che hanno un solo post con molti mi piace e tutti gli altri con solo 2-3. Se i post hanno un buon numero di mi piace, fate una verifica. Cliccate sul numerino e vedete i nomi di chi ha messo mi piace. Se vi sembrano presi dall’elenco telefonico di Ulan Bator probabilmente l’editore “gonfia” i numeri artificialmente. Fa il furbo, insomma. Ma voi siete più furbi, no?

Per saperne di più su come funziona la selezione di bookabook, vi rimandiamo a questo articolo del nostro blog.

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