“Si chiama volontà il nostro amore, e vola più alto del destino”. Alessandro risponde così a sua moglie Ruslana.
Lui è virologo al Pascale di Napoli, lei cardiologa all’ospedale di Sorrento. Si sono conosciuti a Mosca, città natale di Rus, dove nel 2011 Alessandro cerca notizie su Gabriele Gargiulo, il prozio fuggito dal fascismo grazie all’aiuto dello scrittore russo Gorkij.
“Il nostro amore è figlio del destino”, dice sempre Rus, felice che nel suo mondo s’intreccino tante storie in una.
Il 24/02/22 quel mondo crolla. Una telefonata da Mosca avvisa: “è guerra”. Ruslana perde i sensi, in ospedale le diagnosticano un arresto cerebrale.
Ora Rus è in coma, collegata a ChatKGB, l’IA che si definisce lo scorrere del sangue e del dolore. Alessandro nota un’anomalia: un grumo violaceo sul vecchio segno del vaccino BZGe. Da lì partono interferenze. Una mosca. Il ronzio gli entra nella testa e lo trascina in un corpo immobile, dove la memoria è il vessillo di una volontà di dominio.
Perché ho scritto questo libro?
Dal 24/02/22 Tania, una donna forte, piange. Camminiamo per strada e piange. Andiamo a un concerto e piange. Lo fa in situazioni inimmaginabili. Tania, mia moglie, piange perché è russa.
Con l’immaginazione – che è memoria – ho provato a raccontare il dolore e la vergogna provati da mia moglie allo scoppio della guerra. Ho raccontato il Paese dove “niente è vero e tutto è possibile”. Ho capito che Tania piange per rimanere libera. Il pianto è l’unico spazio di libertà che ha, come russa.



Commenti
Ancora non ci sono recensioni.