L’agente Ewson fissava il proprio superiore mentre conversava via filo con la Scientifica e non poté nascondere un’ombra di disappunto. Ewson era tutt’altro che un collaboratore normale, del tutto diverso dagli “zelanti automi”, come li chiamava il tenente, che popolavano il Distretto A-1 di Boston. Gli piaceva Ewson. Faceva domande, metteva spesso in discussione i propri superiori e aveva un rapporto speciale proprio con Marr, al quale non mancava di far notare, quando proprio non ne poteva fare a meno, i suoi limiti e le rispettive divergenze di vedute. Forse per questo era ancora agente, mentre tutti gli ex compagni di corso erano ormai almeno detective, ma a lui non importava molto. Era nella Squadra Omicidi, il sogno della sua vita, nel cuore pulsante della città più grande di tutto il New England. E questo gli bastava.
Ewson notò un lampo di stizza negli occhi del tenente, che lo fulminarono poco prima di veder sbattere con rabbia la cornetta, imperlata di sudore, sul povero apparecchio già malandato dell’ufficio di Marr. «Brutta faccenda» iniziò a ripetere il tenente «Brutta faccenda. Brutta faccenda.» L’agente sentì pronunciare quelle due parole più e più volte, in una sorta di litania convulsa. Una specie di mantra, pensò Ewson, di quelli speciali. I mantra riservati a chi possedeva un vocabolario non troppo fornito. Il tenente era un buon investigatore, lo sapeva, ma non aveva le qualità che Ewson riteneva importanti, quel guizzo che vedeva invece in altri suoi bravi colleghi destinati anche loro a marcire dietro anonime scrivanie. E uno di quelli era proprio lui. John Ewson. Marr però era pluridecorato, ex Forze Speciali, un militare vero e proprio, un mastino che si atteneva agli ordini e guardava con circospezione qualsiasi cosa stonasse con la visione del proprio universo. Non aveva immaginazione, dote che Ewson invece possedeva in abbondanza. Non che l’avesse portato molto lontano finora.
«Dobbiamo andare, ragazzo! Hanno trovato un tizio nel Boston Common e sembra proprio che oggi non ci fermeremo da Freddie al chiosco di hot dog per fare colazione, a meno che tu non voglia dar da mangiare ai piccioni una volta che ti sarai goduto lo spettacolo, non so se mi spiego.» Ewson rispose al tenente che aveva capito benissimo e fu subito incuriosito da quanto aveva potuto sentire durante la telefonata di poco prima. «Formaldeide, hanno detto?» chiese l’agente a Marr. «Ah, lo sapevo!» rispose il tenente «Sapevo che era pane per i tuoi denti, caro il mio secchione.» Ewson incassò i complimenti e rifletté di nuovo sul vocabolario del tenente, per poi tornare all’argomento principale. «Ehm, certo che lo so, tenente, che domande.» «Sembra che sia una cosa che usano per conciare per benino quelle volpi impagliate» continuò con noncuranza Marr «Roba che fa impazzire tanto quelli come te che si abbonano al Museo della Scienza anziché correre dietro a qualche reginetta del ballo.» Ewson trasalì, ma subito dopo riacquistò la propria concentrazione e si mise a osservare il faccione da bulldog del tenente. «Hanno trovato questo povero disgraziato immerso in quella sostanza. Come cetriolini in un vasetto. Solo che il vasetto è lungo come una vasca da bagno e il tipo ha un berretto dei Patriots. Il tutto è apparso stanotte tra la Park Street Church e il Boston Common.»
Marr si accese una sigaretta mentre uscivano dal dipartimento. «A dare l’allarme è stato uno di quei fessi ambientalisti che salgono sugli alberi per non farli abbattere.» «Dunque, tenente,» disse Ewson chiudendo la portiera del passeggero «hanno trovato un maschio bianco, corporatura media, dentro una teca di vetro spesso dieci centimetri, interamente immerso nella formaldeide?» «Esatto, novellino! Ma lo Zio Sam non ti paga lo stipendio per ripetermi le cose che ti ho appena detto, a meno che non mi stia venendo la demenza senile, quella che oggi colpisce anche chi come me ha ancora tutti i suoi fottuti capelli rossi da irlandese in testa.» Il tenente fece una pausa e poi riprese.«Hai qualche idea? Qualcuna da studente mancato del MIT e non roba da lettore di fumetti, mi raccomando.» L’agente – che non aspettava altro – espose a Marr le sue più fervide teorie nel tragitto attraverso il cuore della città, che per fortuna del tenente fu molto breve, ma alla fine dovette concludere che quel macabro ritrovamento non aveva il minimo senso.
Gli alberi del parco stavano assumendo il loro tenue colore pastello, che dal verde ingialliva verso il rosso-arancio, e che avrebbe presto dipinto le fronde mosse dal vento per la fine della Indian Summer. Era una delle maggiori attrattive del New England, una di quelle che anche Ewson adorava. Si ricordava di quando da bambino, in Vermont, sua madre Elaine lo prendeva in braccio e gli faceva raccogliere le foglie d’acero e di quercia, delle gite sui laghi del New Hampshire e della pace che assaporava quando vedeva papà Tom addormentarsi con la canna da pesca in mano e una bottiglia di Miller vuota accanto alla sedia a sdraio. Era felice allora. Tutto è meraviglioso quando si è bambini, soprattutto se si vive un’infanzia serena, non una fatta di soprusi e violenze o di rinunce e privazioni. E tanto il sapore della fanciullezza è stato dolce e inebriante, quanto la via della maturità apparirà come un inesorabile declino. Soprattutto da quando mamma e papà… Basta, pensò Ewson asciugandosi gli occhi, colti da un’allergia insolita per quel periodo dell’anno. Gli alberi avevano ancora il colore verde a farla da padrone e davanti a lui, quando tornò alla realtà, c’e-ra il più grande vasetto di cetriolini che avesse mai visto, con all’interno il signor Tim Allerton.
Alisea Rea (proprietario verificato)
Sempre attorno alla luce si presenta fin dalle prime pagine come un giallo/ thriller, ma più si va avanti più si capisce che nulla è come sembra e scoprirete presto che non può essere classificato in un genere unico e indiscusso. Si percepisce quasi subito l’influenza che ha avuto Stephen King nella vita dell’autore così come la musica. Protagonisti indiscussi, infatti, sono il gruppo rock degli Knockdowns che affiancheranno il detective Ewson nelle indagini degli omicidi.
Inutile che ci provate perché non intuirete mai il finale, leggete questo libro facendovi trasportare dalla storia con naturalezza.
E ricordatevi che: “ L’oscurità si raduna sempre attorno alla luce!”
neverwinter (proprietario verificato)
Sono sia un amante del thriller che del fantasy e devo dire che questo romanzo attinge appieno da entrambi i generi, che si confondono tra loro. La forza di questo libro è che ti prende indipendentemente dal tipo di lettore che sei, perché è la storia che conta, tutto il resto passa in secondo piano. Consigliato a tutti
baldurs (proprietario verificato)
Sempre Attorno alla Luce mi è piaciuto molto, con questo libro non ci si annoia mai. La parte thriller lascia spazio a quella più di avventura e i quindicenni dei Knockdowns ricordano un po’ quelli della serie Stranger Things, così come le tematiche soprannaturali che interverranno più avanti. E’ anche una storia commovente di amore a tutto tondo. Lo consiglio!
snakes100 (proprietario verificato)
Un thriller coinvolgente e una storia di formazione in cui è impossibile non affezionarsi ai suoi personaggi. Un romanzo in cui la fantasia si alterna alla realtà in un turbinio di emozioni.
londei.marina
Questo è il primo romanzo di un emergente che leggo e recensisco, e lasciatemi dire che ne sono stata colpita positivamente. Ho letto ogni pagina con una curiosità sempre crescente, appassionandomi alla storia fin da subito. Essendo tra i miei generi preferiti ho apprezzato l’incalzare della storia e soprattutto i misteri e i colpi di scena che si nascondevano in ogni capitolo: di certo con “Sempre attorno alla luce” è impossibile annoiarsi. Fin dall’inizio si percepisce che le cose non sono come appaiono, e che le forze in gioco sono più grandi dei protagonisti, forze antiche che governano l’equilibrio del mondo e giocano la loro partita sulla Terra.
Nel romanzo troverete omicidi, misteri e vendetta, ma anche amicizia, coraggio e amore, in ogni sua declinazione, e capirete quanto possono essere indistruttibili certi legami.
Lo stile di scrittura è fluido e scorrevole. Le emozioni e le paure dei personaggi arrivano al lettore, che viene coinvolto totalmente nei loro drammi e nelle loro sfide, diventando anche lui parte della storia.
Consiglio questa lettura a chiunque ami i thriller, i gialli e il mistero, e in generale a chi voglia leggere un nuovo autore che ha tutte le carte in regola per fare successo col suo romanzo.
Complimenti!
francescapaolucci8
In un racconto caratterizzato da “dinamiche” temporali, ambientato nel 1985, c’è un ritrovamento di un cadavere. All’apparenza, sembra il ritrovamento di un banale omicidio ma, sia il tenente Mark e l’agente Wilson sanno che questo omicidio tutto è, tranne che banale. Così comincia l’articolarsi dell’intreccio: personaggi che spariscono nel nulla e un gruppo rock affianca le forze dell’ordine per risolvere questa indagine. La chiave di kettura del romanzo, si cela in questo concetto: niente è come sembra.
In 422 circa l’autore, l’esordiente Filippo Pasqualetti, classe 1985, scrive questo testo, per poter raccontare una storia che esca dallo schema del racconto.
Poter scrivere non attenendoci a degli schemi classici ma dando sfogo alla propria creatività, attraverso personaggi caratterizzanti e protagonisti che vivono delle vicende futuristiche (oserei affermare paranormali) relativi alla manipolazione del continuum spazio temporale.
cosa_leggo_ora
“Sempre Attorno alla Luce” è un giallo, un thriller, ma anche un fantasy-horror e infine un romanzo di amicizia e di formazione. Personalmente questo mix di generi mi è piaciuto molto, sia perché sono un’amante sia dei fantasy che dei thriller, ma anche, anzi, soprattutto perché l’autore è riuscito a mantenere viva la mia curiosità dall’inizio alla fine del libro.
Inizialmente la sensazione è di confusione, visto il continuo cambiamento di luogo da un capitolo all’altro, poi tutto inizia a collegarsi e ad avere senso, e nella seconda parte del romanzo ci sono alcune rivelazioni che mettono in dubbio tutto ciò che il lettore ha pensato finora delle vicende accadute.
Le descrizioni dell’ambientazione del romanzo, il New England degli anni ’80, sono ben fatte e risultano coinvolgenti. Ho apprezzato i riferimenti e le citazioni alla musica rock, essendo un’amante del genere.
Mi sono veramente affezionata ai The Knockdowns, la band di quindicenni protagonisti della storia. Questo sicuramente è merito dell’autore, perché i personaggi sono ben caratterizzati e affrontano un percorso di crescita che va di pari passo con l’evolversi degli eventi.
Questo è il libro giusto per chi ama essere continuamente sospeso.
Voto: 9
alice bordoni (proprietario verificato)
‘Sempre attorno alla luce’ mi è piaciuto molto, l’autore è riuscito a colpire la mia attenzione con le modalità degli omicidi, essendo io un’ appassionata di gialli, anche se poi è interessante vedere come abbracci altri generi come il fantasy. È molto bello essere catapultati nel new England, descritto molto bene, degli anni 80; osservare le vite, apparentemente ‘normali’, dei personaggi trasformarsi e trasformarli a causa di un avvenimento drammatico e con l’evolversi degli eventi. Mi ha colpito molto la capacità dell’autore di trattare una serie di temi importanti con delicatezza ma mai con superficialità e di descrivere i rapporti che intercorrono sopratutto tra i The Knockdown senza cadere nel cliché del gruppo di amici con ruoli stereotipati, ma di riuscire a dare senso, importanza e valore ad ognuno senza mai diventare pesante. È bello tornare attraverso questo libro, alla quotidianità e libertà che hanno vissuto i giovani in quegli anni, o a chi come me ne ha potuto godere gli echi negli anni 90, perché infondo i giovani erano molto più liberi all’ora rispetto ad oggi circondati dai social. Concludo consigliandone la lettura!!
mariella.giannelli1 (proprietario verificato)
Sono un amante del giallo ed ho apprezzato Sempre Attorno alla Luce, anche se non è un giallo classico, ma è un romanzo in bilico tra thriller “hard boiled” all’americana e il fantasy-horror. Pur non essendo una fan di quest’ultimo, la storia è appassionante ed è un tuffo negli anni 80, nella musica rock, che amo, e soprattutto nella fantasia di quattro quindicenni, che con le loro personalità variegati non possono non conquistare.
Il personaggio che ho amato di più è quello di Marisa Walker, e mi sono piaciute molto le descrizioni del New England in autunno, molto coinvolgenti.
In sé il libro è molto essenziale sotto il profilo dei dialoghi e delle vicende descritte, ma riesce con pochi dettagli a cogliere l’attenzione del lettore, che è portato avanti nella storia di paragrafo in paragrafo, da un luogo all’altro.
Inizialmente la sensazione è di stordimento, poi tutto acquisisce un senso e nella seconda parte del romanzo giungono alcune rivelazioni che mettono in dubbio tutta la costruzione che il lettore si è fatto delle vicende.
Per chi ama essere continuamente sorpreso, questo è il libro giusto.
roberto.pasqualetti1 (proprietario verificato)
Sempre Attorno alla Luce è un libro che non è quello che dice di essere, con l’intento voluto di spiazzare il lettore e portarlo continuamente su un diverso livello della storia.
E’ un thriller, ma è anche una storia di amicizia e di formazione. Ma soprattutto è un romanzo di genere fantastico, in cui si nota l’amore dello scrittore per autori classici come Lovecraft e Poe, ma anche per i più moderni Stephen King e Joe Lansdale.
Il linguaggio e le vicende narrate, in bilico tra realtà e fantasie oniriche, sono essenziali e a volte crude, così come i personaggi, messi a nudo e privi di sovrastrutture.
La storia è divisa in due parti. La prima più terrena e descrittiva, nell’intento di “montare” il racconto, la seconda semplicemente sorprendente, dà vero significato al romanzo e compone tutti i pezzi del puzzle.
Da leggere tutto d’un fiato.