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Tra le righe

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Alice e Rudi sono una coppia sposata con due figli adolescenti. La loro relazione, fatta di abitudini e incombenze domestiche, entra in crisi quando Alice si allontana e Rudi incontra un’altra donna.
I silenzi, i dubbi e le bugie diventano insostenibili e spingono finalmente la coppia a prendere coscienza della situazione.

Per farlo, però, hanno bisogno di tempo: per cercare risposte, frugare tra i ricordi e sviluppare sentimenti nuovi. E realizzare che, a volte, non sono solo l’amore e l’affetto a tenere in vita le relazioni, ma anche le convenzioni sociali.

1. Alice

Cara Aurora,

posso invitarti a prendere un caffè? O preferisci il tè? Le principesse nordeuropee bevono tè, suppongo. Magari suppongo male, ma sei bionda, di incarnato pallido, ti ha creata un francese in realtà, e forse tra le sue pagine eri castana e non conoscevi né il tè né il caffè. Ma sto divagando. Dove eravamo rimaste?

Devi spiegarmi come fai a svegliarti felice e con- tenta ogni mattina. O anche tu, come me, a volte ti senti sfinita e spesso ti detesti?

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Come va con Filippo? Lo ami ancora?

E lui come si comporta con te quando tra una guerra e l’altra fa ritorno a casa?

Tu e quelle altre sfigate e bellissime protagoniste delle fiabe, che avete impalmato il top sulla piazza, non me l’avete raccontata giusta.

Innumerevoli generazioni di donne, compresa la mia, hanno creduto che bastasse sposarsi e avere prole propria per mettere l’amore in cassaforte ed essere felici, ma soprattutto contente, finché morte non ci avesse separati.

Avrei amato e sarei stata amata e avrei tagliato i miei traguardi. Sognavo in grande e poi guardavo i miei genitori. Qualcosa in loro non aveva funzionato.

Agli adulti che frequentavano, se capitava il discorso, dicevano di essere innamorati. A parole lo erano di sicuro, di fatto erano due estranei. E mi chiedevo perché.

Eppure la mamma c’era sempre. Anche perché non lavorava. Almeno non fuori casa, dove invece era l’equivalente del Folletto e cucinava certi piatti che ancora oggi trovo pronti. Cioè neanche li preparo, me li fa trovare pronti o li compro già fatti. La casa era in ordine perfetto, la mia è in ordine sparso finché non arriva Carmen che le ridà dignità.

Il babbo usava camicie bianche per il lavoro che svolgeva ed erano impeccabili.

Lei non si ammalava mai, noi spesso, il babbo rischiava di morire sulla soglia dei trentasette gradi. Lei lo salvava ogni volta.

Il babbo la baciava distrattamente e la chiamava amore. Se la chiamava da un’altra stanza, gridava: “’More!”.

Baciava con maggiore trasporto la schedina sperando che fosse quella giusta.

C’era pure lui, sia chiaro. Le regalava fiori al compleanno, la portava al ristorante per il loro anniversario.

Non ricordo di averli mai visti tornare ridendo da una cena.

Lui e lei erano presenti l’uno per l’altra come due ologrammi.

Ero convinta che fossero molto lontani anche quando discutevano di interventi urgenti relativi alla manutenzione domestica.

C’era una bizzarra poesia quando lei leggeva ad alta voce lo scontrino del supermercato e il babbo divideva i pezzi da quelli non ancora enunciati.

Giuravo a me stessa che sarei andata a letto col mio uomo vestita di morbida seta come le attrici nei film, e non come mamma che d’inverno si ricopriva di uno spesso strato di lana. Vestiva anche me e mio fratello con pigiami caldissimi che di notte ci facevano andare a fuoco. D’estate si alleggeriva, e noi con lei, ma c’era sempre qualcuno a guastare il momento, e questo era il babbo.

In canottiera bianca a righine il babbo non era un bello spettacolo, lo avrebbe respinto pure Messalina.

Regola notturna per il mio futuro maritino: niente canottiere bianche a letto.

Come mi corico io adesso è un’altra storia, molto distante dal mio cinema di riferimento.

Giuravo anche che avrei spento la televisione du- rante le nostre cene. Niente telegiornale, da piccola lo odiavo. Detestavo il babbo che gridava: “Shhh!”. E la mamma che lo seguiva con un filo di voce: “Fate silenzio!”. Avrei lavorato e pagato una donna che mi facesse le pulizie. Fatto. Avrei avuto un cane, un gatto, un pesce, due figli, come me e mio fratello. Fatto, tranne che per il gatto. Avrei avuto anelli, bracciali, avrei schiarito i capelli, guidato un’auto sportiva, abitato in una casa luminosa per via di lucernari e vetrate vista mare. Avrei stupito i miei ospiti. Non ho la vista mare.

Che bella rottura di cazzo che sarei stata!

Ragionavo pensando che i sogni, i miei sogni, si sarebbero avverati e pure senza sforzo. Ma i sogni sono tutt’altro e passa il tempo e un giorno ti svegli e prendi coscienza di chi sei tu, chi è lui, che cosa hai combinato, cosa è andato storto.

A me è successo questo.

E mia madre, che si sarebbe sentita una fallita se avesse fatto la spesa in gastronomia e avesse pagato una donna per pulirle casa – all’epoca, perché oggi deve farsi aiutare da qualcuna per forza –, ci ha provato inutilmente a farmi dare uno sguardo al futuro.

Quando le descrivevo per filo e per segno la mia casa tutta vetrate affacciate sul mare, cercava invano di riportarmi coi piedi per terra ricordandomi che le vetrate bisogna pulirle spesso, che è un lavoro faticoso. “Può essere pericoloso” sottolineava. “E sai che impresa con tutta quella salsedine!”

“Ma io avrò una donna delle pulizie” le ripetevo. Pensavo a una schiava? Mamma mi guardava in modo strano, sconsolata. Chissà cosa pensava veramente quando mi sentiva parlare della perfezione di cui mi sarei circondata. Che mi augurava il meglio pur con- sapevole che quando ci si sveglia è già tardi.

Aveva un modo tutto suo per avvisarmi che i sogni, quando si mischiano con la realtà, mutano aspetto o addirittura spariscono.

2020-11-06

Primo, portale di informazioni: news, radio e tv

https://primocomunicazione.it/articoli/cultura/tra-le-righe-un-romanzo-crowdpublishing-cerca-di-lettori Tramite questo link si accede all'articolo dedicato a Tra le Righe, alla sua genesi, alla trama, a me e al crowdpublishing che ha aperto finalmente il mio cassetto. Dov'era nascosto il mio tessssoro!
2020-09-05

Il Passaparola, periodico di Marzocca, Montignano, Castellaro e San Silvestro

Cercate qualcosa di sorprendente da leggere, che parli direttamente al cuore? Un uomo e una donna cercano risposte, frugano tra i ricordi, fanno l’amore restando entrambi sul proprio pianeta. In altre parole non sanno gestire un sentimento inquieto, confuso. Parliamo della crisi di coppia in cui le parti spiegano, in modo discordante, il proprio punto di vista. Alice, apprensiva e nostalgica, e Rudi, che la tradisce, sono i personaggi del tutto immaginari del mio romanzo che si intitola Tra le righe. Mi chiamo Anita Gambelli, sono nata e cresciuta a Marzocca e abitavo a pochi passi dalla spiaggia. Anche se dovevo attraversare la strada statale e il sottopassaggio della ferrovia mi sentivo una privilegiata. A Marzocca conservo i miei ricordi speciali. Ho scritto racconti, anche a puntate, sulla mia pagina Facebook “Anima in viaggio” e per alcuni blog. Scrivere può essere molto divertente, ma servono senz’altro energia e coraggio. Quando ho trovato bookabook ho avuto tra le mani l’alternativa all’editoria a pagamento. Ora sto cercando lettori che si appassionino alla storia di Alice e Rudi per raggiungere un obiettivo: cioè che il romanzo diventi un libro nel contenuto e nell’aspetto cartaceo, e digitale, e raggiunga gli scaffali delle librerie. Per pubblicare userò uno pseudonimo: Marina Betti, che considero un talismano sin da bambina. Mi auguro che porti davvero fortuna e per questo le affido Tra le righe. Il romanzo breve è narrato in prima persona dagli stessi Alice e Rudi, che si alternano nel raccontare ciò che stanno vivendo. A volte si ride e la scena si popola di figli adolescenti, di cani pasticcioni, di una gita a Venezia ecc. La curiosità vi ha conquistato abbastanza? Bene, non vi resta che accedere, su Internet, alla pagina che l’editore mi ha preparato: https://bookabook.it/libri/tra-le-righe/. Catapultatevi dentro questo sogno e troverete la trama, un’anteprima e il mio volto sorridente. Il sogno potrebbe piacervi e arrivarvi a casa: sarà sufficiente registrarsi e pre-ordinare la propria copia. Il romanzo ha anche una pagina su Instagram: marina.betti.tra.le.righe. Buona lettura amici… e ricordate cosa suggeriva il saggista britannico Bertrand Russell: “Temere l’amore è temere la vita, e chi ha paura della vita è già morto per tre quarti”.

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Anita Gambelli
è nata a Senigallia e vive a Pesaro. Coltiva da sempre la passione per i viaggi e lo fa anche attraverso la lettura e la scrittura, per vivere mille vite e partire in qualsiasi momento. Scrive racconti e altre sto- rie sulla sua pagina Instagram @anita.gambelli.9, partecipa a varie inizia- tive a livello locale, fa parte del gruppo di scrittori di Scrivere a Pesaro e del gruppo di lettura della Biblioteca San Giovanni. Tra le Righe è il suo romanzo d’esordio.
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