Ciao mamma, vado a fare lo scrittore
Episodio 5: venne il giorno
Dove ci eravamo lasciati: dopo aver trascorso una notte davanti al pc alla ricerca della scuola di scrittura più adatta a voi non vi resta che dormire qualche ora, alzarvi, mai prima delle otto, e trovare il momento e il modo giusto per comunicare la vostra decisione.
La colazione è il pasto fondamentale, assicurano gli esperti, e voi ve la sentite di rovinarlo a tutta la famiglia? Meglio evitare e sfruttare quella decina di minuti assonnati per verificare le condizioni psicofisiche dei vostri familiari. Se tutto rientra nella norma e non ci sono crisi di panico, d’ansia, di stress all’orizzonte potete organizzare il momento del vostro annuncio. Vi consiglio, evitando comunque le occasioni di ristoro come pranzo e cena – i momenti migliori della giornata che meritano la dovuta attenzione ed esclusività – di accertarvi della presenza di una sedia, di un divano, di una poltrona. Di una seduta, insomma, dove chi vi ascolterà potrà lasciarsi andare, svenire e perdere i sensi per un arco temporale che varia dai 5 minuti ai 15 anni. Conosco scrittori ripudiati dalle proprie famiglie, allontanati e abbandonati. Filippo chi? Mio figlio? Mai avuto un figlio di nome Filippo. Brutta storia, preparatevi.
Il mutismo accompagnato spesso da perdite di memorie che vi costringeranno a ripetere la scena più volte – il che ha anche i suoi aspetti divertenti – non è l’unica né tantomeno la più frequente delle reazioni. Quello che vi attende è un bombardamento senza sosta di domande, appunti, richiesta di chiarimenti e la classica frase che non manca mai.
Ma perché, ti abbiamo fatto mancare qualcosa?
Non c’entra nulla con la scrittura, con la scuola o il corso: i familiari hanno questa fissazione eterna. Se decidi di fare qualcosa di appena appena fuori dall’ordinario e dal prevedibile, subito la prendono sul personale. Si mettono in discussione. Come se la vostra decisione dipendesse in qualche maniera da loro. La migliore risposta sarebbe confessare che in realtà non dipende né da loro né da voi, che è qualcosa che sentite di dover fare. Che non potete fare altrimenti. Ecco, spero che dentro di voi sentiate una necessità. Posso suggerirvi questa come unica risposta: alle altre domande che vi cadranno addosso dovrete pensare voi. Anzi spero che vi facciate trovare pronti e per questo proverò a riassumervele (immaginate durante la lettura il tono di un vostro parente qualsiasi per rendere l’esperienza più formativa):
Questa scuola, ma chi è? Chi sono?
Io non capisco perché devi andare a fare questa cosa quando puoi scrivere pure qua!
Ma gli insegnanti? C’hanno i titoli? Che hanno studiato?
Sei sicuro/a che è una cosa seria?
Ma poi dopo lavori?
Ti lasciano un diploma? Ti vale come scuola o no?
Io confido in voi e nella vostra buona fede mista a quella scaltrezza che nella vita non è solo utile ma addirittura fondamentale: sono sicuro che avrete scelto in modo ponderato, dopo un’attenta e approfondita analisi, consapevoli che alla vostra età (qualsiasi essa sia) una decisione di questo tipo rappresenta una scelta di vita. Un po’ come farvi monaci o suore sul cucuzzolo della montagna.
Ma se così non fosse, rispondere alle insistenti domande potrebbe esservi utile per chiarirvi le idee: difendete strenuamente la vostra scelta di scrivere, ma mettete sempre in discussione il dove e il come. Sono scelte determinanti che spesso possono portare a frustrazione, disillusione, delusione delle aspettative, morte interiore, crisi mistica, attacchi di fame nervosa, cirrosi epatica e apatica.
Ci sono molti modi per verificare l’affidabilità di un corso o di una scuola – il tutto proporzionato alle vostre intenzioni e ai vostri obiettivi – ma non è questo il momento di riempirvi di nozioni. Avete da pianificare una lunga guerra fredda tra voi e le vostre famiglie. Scavate le trincee e caricate i fucili: non è detto che la guerra non faccia morti e feriti. Preparatevi al meglio. Ci vediamo presto, se sarete ancora vivi.
Ah, io ho dato la grande notizia attraverso una breve e concisa telefonata ed ero a circa 600 km di distanza. A volte mettere gli altri di fronte al fatto compiuto non è una cattiva idea. Però vi avverto che in amore non funziona tanto bene come strategia.
Fine quarto episodio – che sia chiara una cosa: nessuna scuola vi insegnerà mai a scrivere. Sarà un problema tutto vostro. Appartiene allo scrittore la più grande delle solitudini.
Per gli episodi precedenti: